venerdì, Novembre 22, 2024

L’Economia della Felicità di Helena Norberg-Hodge, Steven Gorelick e John Page (Usa, 2010)

Presentato in anteprima al Cinema Odeon di Firenze in collaborazione con Il Festival dei Popoli, Gandhi Edizioni, l’Associazione Rivoluzione Non Violenta e il mensile Terra Nuova il film documentario L’Economia della Felicità di Helena Norberg-Hodge, Steven Gorelick e John Page. Presente in sala Vandana Shiva, attivista politica e ambientale e una delle molte voci del film, che ha anticipato con un piccolo intervento la proiezione: «Quando si parla di economia mondiale ricorre questo strano termine che è il prodotto nazionale lordo, ma è un qualcosa che riguarda esclusivamente i soldi. Tagliando una foresta si guadagna denaro ma la foresta non ricresce. Se si semina si ottiene cibo, ma non crescita economica. Se poi pensiamo a tutti i costi, i brevetti, le tasse ci si rende conto di quanto sia difficile la vita dei piccoli agricoltori. Vige un tipo di economia che non tiene conto dei problemi dei produttori, e ancora meno di quelli della natura e dei costi insopportabili che il pianeta è costretto a pagare. È un sistema che distrugge la società e diventa indispensabile per le persone recuperare il concetto di economia e di appartenenza al pianeta. L’Economia della Felicità è un film importante, utile per favorire la discussione per dare una nuova forma al nostro futuro.» Il film è una profonda e attenta riflessione sulla crisi economica identificata come fattore scatenante della crisi dello spirito dell’uomo. Un ritratto efficace dei disastri causati dalla Globalizzazione, identificata e analizzata punto per punto nei suoi principi base, come qualcosa che rende gli uomini infelici e insicuri delle proprie capacità, accelera i cambiamenti climatici, distrugge il sostentamento e fa aumentare i conflitti. Attivisti e studiosi propongono come alternativa un massiccio ritorno alla localizzazione dell’economia promuovendo così la diversità biologica e culturale dei popoli. L’Economia della Felicità, già presentato con successo a Seattle, New York, Oslo, Tokyo, Hong Kong, Londra e New Delhi e molto apprezzato dalla stampa indipendente americana, porta con se un messaggio senza dubbio giusto e profondamente sincero e ha il merito di mettere in luce molte vitali questioni che riguardano il pianeta e l’umanità che non dovrebbero mai essere perse di vista. Come con molti altri progetti di questo tipo, che partono da sacrosante buone intenzioni, non è consigliabile un abbassamento del livello di critica da parte dello spettatore che può essere un po’ fuorviato dalla quantità di informazioni non tutte forse adeguatamente approfondite. Il film col suo valore didattico può costituire senza dubbio un interessante punto di partenza, in particolar modo per le giovani generazioni, all’approccio verso il problema dell’economia mondiale in rapporto con la salvaguardia del pianeta. Dopo la proiezione la conversazione con Vandana Shiva è proseguita con l’intervento via Skype di Helena Norberg-Hodge autrice fra l’altro di Il Futuro nel Passato e vincitrice del Right Livelihood Award nel 1986. Dopo un saluto al pubblico che ha riempito il cinema Odeon la scrittrice ha aggiunto: «Ci dobbiamo concentrare su un nuovo movimento e su un cambiamento economico, sociale e ambientale, impegnarci affinché diminuiscano le emissioni di co2 e aumentino invece il lavoro e il benessere di tutti. Credo fermamente nel fatto che si possa aumentare la produttività della terra riducendo l’impatto ambientale » All’intervento di una spettatrice che ha domandato se l’uso frequente della parola globalizzazione nel film non nascondesse una implicita critica al capitalismo Norberg-Hodge ha risposto: «La critica al capitalismo vorrei che restasse fuori da questa discussione, meglio concentrarsi su di un cambiamento sistemico. Quello che ci interessa è il rispetto per le culture e le diversità. Bisogna sempre pensare in termini di infinite diversità. Quelli utilizzati nel film sono termini relativi e non assoluti. Parlare di sinistra o di destra non ci porta da nessuna parte, trovo più costruttivo parlare semmai di privatizzazione, ma che vada dal basso verso l’alto.» Vandana Shiva ha aggiunto: «Non permettiamo che il vortice dell’avidità ci risucchi; noi non siamo solo dei consumatori, ma identità diverse e profonde.»

Maggiori informazioni sulle iniziative e la filosofia legate a L’Economia delle Felicità sul sito www.theeconomicsofhappiness.org

Redazione IE Cinema
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