La simpatia e il non prendersi troppo sul serio sono cose che contano anche nella musica. Prendete Il Teatro Degli Orrori: primi due dischi notevoli, ma francamente la spocchia fieramente ostentata in ogni dove inizia a stancare più di una persona. Sempre meglio tenere un profilo basso, intelligente ed ironico, soprattutto se ci si rivolge al mercato italiano, luogo insidioso, volubile e fragile come pochi altri. Il Management Del Dolore Post Operatorio la lezione sembra averla capita; giunti al secondo disco, hanno l’indubbia capacità di scrivere liriche taglienti e cariche di sarcasmo senza apparire pretenziosi. Sicuri dei propri mezzi espressivi, cavalcano l’onda “riot” delle ultime generazioni di bands dedite al rock in italiano parlando di suicidi da “no future” e concorsi truccati, puttane politichesi e bambini obesi davanti ai videogame, fotografando in maniera efficace – al netto di alcune semplificazioni un po’ buttate lì a caso, come il testo di Macedonia – l’Italia De Profundis attuale. La musica che gira intorno è puro crossover d’assalto che ricorda un certo numero di bands anni ’90 (Faith No More, Urban Dance Squad), strappi e pulsazioni punk funk alla Franz Ferdinand ed in generale una certa dose di irruenza agguerrita e cafona. Il risultato complessivo di tali alchimie genera un album essenziale, dritto e con nessuna caduta di tono, con alcuni picchi (i refrain appiccicosi della title track e di Signor Poliziotto, l’anthem punk di Norman, la migliore del lotto, il wave funk di Irreversibile) che ci fanno salutare Auff!! come un lavoro che si farà ascoltare ancora per parecchio tempo.