Andando sul sito del buon Rella (trattasi di one man band) si rimane confusi di fronte al numero considerevole di split, 7” ed ep vari pubblicati dal nostro. Per fare un po’ di ordine, questo è il secondo full lenght, uscito a Gennaio per Boring Machines (vinile limitato in 300 copie). Weird folk primitivo, blues ancestrale, psichedelia: tante potrebbero essere le definizioni utili ad inquadrare The Golden Undertow, che si muove con passo intimo ma deciso nel suo essere risolutamente off. Composizioni che sembrano sputate fuori da un’America rurale e scura appartenente tanto ai romanzi di MCCarty quanto ad un film come Dead Man di Jarmusch. Percussioni, quando presenti, minimali e sciamaniche, approccio risolutamente lo-fi, impianto esclusivamente acustico. La voce di Rella il taglialegna possiede quella gentilezza bucolica che abbiamo imparato ad amare dai primissimi lavori di Devendra Banhart. La qualità di scrittura è sempre buona quando non eccellente: ci sono un pugno di canzoni (Bonobo, Black Universe, The Golden Undertow, Five) semplicemente struggenti nel tratteggiare la solitudine fiera dell’artista, bozzetti scarni ed al contempo carichi di melodia vicina al sentire di gente come Will Oldham. La litania conclusiva – lievemente elettrica e psych – di Drugtime Family ci fa stare tutti vicini al grande fuoco, nudi barbuti e un po’ stonati, con la luna piena lassù che giganteggia come il culo della nostra grande mammona, felici di archiviare un album che è un piccolo gioiello dell’underground italico.
[box title=”Rella The Woodcutter – The Golden Undertow” color=”#5C0820″]
recorded at home in summer 2011
tracklist
Dear Star | Bonobo | A Forest Journey | Black Universe | My Ship | Leave Your Home | Inside Gratitude | Five | The Golden Undertow | Drugtime Family [/box]