lunedì, Dicembre 30, 2024

Underdog – Keep Calm

Pagine di disambiguazione a parte, oltre al nutrito gruppo di realtà con lo stesso epiteto, pare che con “Underdog” si identifichi quel cane destinato ad essere sacrificato durante l’attacco all’orso nella bear-baiting, cruentissimo spettacolo in voga nel Regno Unito fino a qualche secolo fa. Da ciò ne deriverebbe una certa accezione generica di “sacrificio eroico” che già, simpateticamente ci ben dispone all’ascolto. Non è dato sapere tuttavia se siano queste o meno le elucubrazioni del settetto romano ma, a meno di clamorose smentite da parte degli interessati, ci piace pensarlo. Così come ci piace pensare che Keep Calm segni un ritorno importante, dopo l’ottimo Keine Psycoterapie ed un cospicuo periodo farcito da infuocati live-sets. L’approccio tuttavia è sempre quello schizofrenico ed assai estroverso, germano di quell’attitudine che nel genio di Zappa e Waits ha trovato compiuta espressione. Dodici gli episodi di questo lavoro, senza la benchè minima sbavatura o un solo frangente appannato, passando dagli infusi noise-jazz di Lundi Massacre e Macaronar alla bossanova e tango argentino di Jack The priest, I’m waiting for my doc e Goodbye. Piglio energumeno e testosteronico circoscritto in un’architettura della forma canzone assai propensa all’esaltazione ed al furore, sia negli episodi più punk cabaret (Empty stomach, The revolution is subject to delay) tra le epilessie Man Man e gli spasmi Primus e Silver Apples, sia nelle rifiatate “quasi” pop (Niko, Soulcoffe, Mommy on the sofà, Berlin), tra doo wap ed inserti angelici della voce di lei alternati alla stridula ed insofferente pantomima di lui. Chiude la cover cinetica ed insatura di Cuore Matto, episodio di assoluta lungimiranza nel repertorio dell’ancora attivo Little Tony, qui riveduta e (s)corretta dai ritornelli ululati che ben si addicono al soggetto del testo.

In soldoni, Keep Calm ha il pregio di essere scarsamente incardinabile alle logiche italiote, respirando invece di quell’equilibrio insolito tra delirio e controllo, sempre quasi troppo o quasi troppo poco,  in maniera da sembrare davvero un album enorme, ed a noi, credo, questo basti!   

Francesco Cipriano
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Francesco Cipriano classe 1975, suona da molto tempo e scrive di musica.

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