venerdì, Novembre 22, 2024

The somnambulist – sophia verloren (Solaris Empire/Acid cobra records, 2012)

Nella mia immaginazione, il sonnambulo si sveglia nel cuore di una notte temporalesca, indossa le pantofole posate a bordo del letto, si alza stendendo le braccia dritte davanti a sé e comincia a girovagare lungo le stanze e i corridoi di un gelido cottage, mentre il soffio del vento sbatte sulle mura di pietra. Se questa è anche la vostra idea del fenomeno, di certo non sarete smentiti dall’ultimo disco di The Somnambulist. La band italo-tedesca infatti, guidata dal leader Marco Bianciardi, tiene fede al suo nome e con l’album Sophia Verloren cammina lungo sentieri musicali impervi, come caduta in uno stato di totale incoscienza. I territori musicali esplorati durante il viaggio spaziano da delicati momenti di progressive rock all’alternative più radicale, passando per momenti di rock più orecchiabile e jazz melodico. Sonorità tenebrose (l’inizio dell’album per esempio) si alternano a passaggi profondi e intensi (..And the snow still falls), note luminose e inquietanti campionamenti di suoni.
Il brano d’esordio, My own paranormal activity, e il successivo Logsailor forniscono un’ottima prova dell’abilità compositiva e della creatività della band. La complessa intelaiatura musicale è degna di un album di prog-rock e richiede numerosi ascolti prima di poterne apprezzare la buona qualità. Il contrasto luce-oscurità domina l’ album: un inizio minaccioso spesso lascia spazio a un rock più arioso (Logsailor) o ad armonie più delicate (..And the snow still falls). Il livello  qualitativo  tuttavia scende man mano che si susseguono i brani. Deludono la title track Sophia Verloren e Dried fireflies dust, mentre la presenza alla voce di Albertine Sarges dona brillantezza a A Daysy Field e al cupo jazz Sunday morning carnage. Il suono ruvido della chitarra di Bianciardi pervade ogni traccia, ma il protagonista dell’album è il violino di Raphael Bord. La sua presenza si inserisce alla perfezione nell’atmosfera e dona dinamismo all’intero lavoro.
L’album, registrato in parte in Italia e in parte in Germania, risente della tradizione musicale di entrambi i Paesi: l’Italia lascia in eredità le sue ballate e le sue melodie (..And the snow still falls e Sunday Morning Carnage, mentre la Germania condiziona il clima, freddo e rigido, di alcuni brani( Logsailor e Dried fireflies dust su tutte). Sophia Verloren nel complesso risulta un album ben riuscito, ma lascia la convinzione che il meglio per questa band debba ancora venire.

Credits: Marco Bianciardi: vocals, guitars, samples | Raphael Bord: violin, theremin | Marcello S.Busato: drums, percussions | Els Vandeweyer: vibraphone | Carsten Wegener: musical saw | Albertine Sarges: vocals [/box]

Luca Ostengo
Luca Ostengo
Luca nasce a Torino nel 1992 e fin da bambino rimane folgorato dal rock'n'roll e dal blues, per poi estendere le sue conoscenze al progressive, al country, al folk e al jazz

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