A quarant’ anni dalla morte di Pasolini e dall’uscita postuma del film, nel ’76, con il lungo seguito di censure e persecuzioni giudiziarie, tagli, sequestri e dissequestri che sembrarono sarcasticamente prolungare anche oltre la morte il tragico destino del suo autore, Salò o le 120 giornate di Sodoma è tra i film inseriti nel programma di Venezia Classici, capolavoro restaurato di una cinematografia che conserva intatto il valore di testimonianza del suo tempo e profezia per quello che verrà.
Rivoluzione culturale al sapore di riso al tè verde, Ochazuke no aji fu bloccato dalla censura perché la protagonista risultava troppo frivola, i sentimenti descritti troppo individualistici e i modelli femminili fuori misura per le candide fanciulle del tempo.
Da un romanzo di Jiro Osaragi, la storia delle due sorelle trasferite nella città del padre per essergli vicine nella malattia appartiene al repertorio tipico di Ozu, ma si avverte il disagio del regista nell’ adattarsi alla Shin Toho, una casa di produzione diversa dalla solita Shochiku, diventata ormai la sua seconda casa.
I bambini, componente forte del cinema di Ozu, si muovono sulla scena da piccoli campioni del pensiero divergente. Qui sono impegnati in uno sciopero, quello del linguaggio. Ma non è il solito “gioco del silenzio”. In sala per il ciclo Ozu curato da Tucker film "Buon Giorno. Dal 6 giugno
Un secolo di storia d’Europa in tredici segmenti, ponti tra reale e immaginario, invenzione fantastica che diventa riflessione sugli eventi e porta in superficie le leggi profonde del divenire storico. I Ponti di Sarajevo, nelle sale italiane