Con Little Sister (Umimachi Diary) un altro capitolo, questa volta in forma di diario, si aggiunge alle piccole storie di Kore-eda che osservano il mondo come traduzione cinematografica dell’alfabeto artistico Zen.
Una favola nel senso più tradizionale del termine, con principi e principesse, perfidi cortigiani e malvagi intrighi, un amore grande e travagliato e un gran finale in cui non vissero tutti felici e contenti, almeno quelli rimasti in questo mondo. Primo e unico film a colori del grande Maestro, dopo una vita trascorsa a costruire l’immagine a partire dall’ombra.
Mizoguchi realizza una mise en scéne molto personale dell’etica bushido (il codice d’onore dei samurai) trasfigurando in immagini visibili, fatte di architetture di luci, movimento e suoni, l'essenza di una lotta interiore, il tormento di samurai colti in un passaggio della loro esistenza che impone scelte definitive e adesione rinnovata all’etica della loro casta, ultimo patto di sangue fondato su lealtà, fratellanza e onore.
Documentario d'invenzione, formula cara all'autore, Gion bayashi fa perno sul tema chiave del mondo di Mizoguchi, la donna e il destino a cui è votata, e lo stile documentaristico, pur nella finzione del racconto, moltiplica all’infinito la sua carica di denuncia sociale forte ed esplicita.
Utamaro o meguru gonin no onna è un film sull’arte e su uno dei suoi grandi creatori, Kitagawa Utamaro, pittore di stampe del XVIII secolo che il perfezionismo della ricerca estetica e la scelta della donna soggetto di elezione indicano come precursore ideale di Mizoguchi Kenji.
Vite senza scampo trascorrono fra i pannelli che si aprono e si chiudono nella “Casa dei sogni”, bordello dove uomini in cerca di sogni continueranno a pagarli, mentre sfumano i sogni di donne in un mondo dominato dagli uomini.
Leone d’Argento nel ’53 a Venezia, La signora Oyu è una storia d’amore fra personaggi destinati a vivere dietro maschere di rispettabilità a cui non sanno né possono ribellarsi.
Grande cinema al servizio di grandi ideali, L’intendente Sansho è l’affresco di un’epoca spietata, sprofondata in una condizione di miseria materiale cui la miseria morale nega ogni riscatto.