domenica, Dicembre 22, 2024

55° Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro, la conferenza stampa

Nella Galleria Dalí dell’Istituto Cervantes di Roma, circondati dalle splendide tavole di Blacksad disegnate da Juanjo Guarnido, spicca il nuovo manifesto del Pesaro Film Festival dedicato ai generi cinematografici creato da un’altra super star del fumetto, Roberto Recchioni.

Il direttore Pedro Armocida inizia ricordando Pietro Coccia, collega, fotoreporter e amico, si prende qualche minuto prima di iniziare a elencare le diverse sezioni del Festival che è nato più di mezzo secolo fa.

Insieme a Boris Sollazzo parla del volume pubblicato da Marsilio, “Ieri, oggi e domani – Il cinema di genere in Italia“, un progetto ambizioso come definisce il direttore, un lavoro che ha coinvolto decine e decine di persone, cogliendo lo spirito e l’angolazione di ognuno. Non è solo una retrospettiva storica ma il tentativo di rintracciare le radici del nostro cinema, uno studio analitico che cerca di fare chiarezza su cosa abbiamo perduto e sul modo migliore di lasciare che i generi tornino ad alimentare la fantasia e l’immaginazione di registi e sceneggiatori. Un lavoro che non resta solo sulle pagine di un libro ma si trasforma in una vera e propria retrospettiva, i film del passato proiettati in 35 mm e opere più recenti che dimostrano di aver lavorato sui generi saranno i titoli del Cinema in Spiaggia.

Il Festival infatti vive in tutta la città, ogni spazio diventa una fucina in cui affrontare le diverse prospettive, su cui ragionare e comprendere più a fondo la nostra identità cinematografica. La sezione principale riguarda il Concorso Pesaro Nuovo Cinema, sette film saranno presentati in anteprima nazionale e mondiale, film che provengono da luoghi lontani, Singapore, Giappone, India ma anche dalla più vicina Europa come la Spagna.

A giudicarli due giurie, la prima di studenti e la seconda di professionisti, composta da Andrea Sartoretti, Olimpia Carlisi e Amir Naderi. Quest’ultimo, celebre regista iraniano, era già stato a Pesaro, proprio quando il festival gli aveva dedicato una rassegna all’interno di un discorso più ampio che riguardava il nuovo cinema di Teheran. Un ritorno che riempie gli organizzatori di soddisfazione. Pedro Armocida ricorda che tra i film in concorso sono tre le opere di registe donne, una scelta casuale che però lo conforta, «se non si dà spazio, è difficile che questo possa crearsi da sé» afferma. Lo sguardo femminile non manca, infatti il focus sul cinema spagnolo, porterà in Italia cinque registe, grazie al programma dell’istituzione statale Accion Cultural Española che favorisce la presenza di artisti spagnoli in istituzioni culturali straniere. Diverse per varietà di stili, registri e temi permetteranno uno sguardo indiscreto sul cinema al di là dei confini. Non sarà l’unica occasione per guardare altrove, quest’anno infatti si festeggiano anche i dieci anni della tradizionale sezione sul cinema russo contemporaneo.
Tornando al principio, mentre in alto scorrono le immortali sequenze riprese da George Roy Hill, il direttore annuncia il film d’apertura, Butch Cassidy nella grande arena di Piazza del Popolo, il buddy movie preferito da Steven Spielberg.

I corti avranno il loro spazio in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Urbino che ha realizzato per il Festival il teaser trailer, saranno presentati i lavori di giovani cineasti e una personale di Roberto Catani a cui piace definire i suoi lavori come una «filastrocca di immagini». Il programma è denso e se le proiezioni dureranno per l’intera giornata la mezzanotte sarà il momento del Muro del suono, a cura di Anthony Ettorre, dove noise rumoristico, post rock, musica elettronica si mescoleranno alle immagini proiettate su Palazzo Gradari, performance uniche create appositamente per il Festival.

Gli omaggi non potevano non includere Bernando Bertolucci a cui era stata dedicata una retrospettiva nel 2011, sarà infatti ri-montata l’intervista che Adriano Aprà e Bruno Torri fecero in quell’occasione al maestro. Ma sarà ricordata anche Barbara Hammer, pioniera del cinema lesbo, proiettando “Sisters” in 16 mm, il suo film del 1973.

Adriano Aprà sarà il protagonista di un documentario a lui dedicato nelle proiezioni speciali, durante le quali sarà presentato anche l’eversivo e sperimentale “White Flowers” di Marco de Angelis e Antonio Di Trapani e un omaggio a Notre-Dame con Nuestra Senora de Paris.

Un programma straordinario che accomuna sguardi e cerca di rispondere a una domanda sempre più complicata: a che cosa serve il cinema?

Film in concorso:

Kamagasaki Cauldron War, regia di Leo Sato (Giappone)Nona. Si me mojan, yolos quemo, regia di Camila Josè Donoso (Cile)
That Cloud Never Left, regia di Yashaswini Raghunandan (India)
Demons, regia di Daniel Hui (Singapore)
Bring Me The Head Of Carmen M., regia di Felipe Braganca e Catarina Wallenstein (Brasile/Portogallo)
Inland/Meseta, regia di Juan Palacios (Spagna)
Square, regia di Karolina Bregula (Polonia/Twain)

Redazione IE Cinema
Redazione IE Cinema
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