domenica, Dicembre 22, 2024

A Quiet place II di John Krasinski: recensione

A Quiet Place II. Segnali di vita. La recensione del nuovo film di John Krasinski

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C’è un solo smartphone in “A Quiet Place II“, ultimo testimone tecnologico prima della catastrofe. Libero di notificare senza partecipazione attiva, rivela la presenza umana spalancando le porte all’attacco alieno in corso, mentre assolve quella funzione di controllo e rimodulazione del tempo per cui è stato progettato.

Sulle origini degli invasori dalla calotta cranica integralmente estesa all’organo auditivo, John Krasinski continua a tacere, mantenendone il mistero entro i confini di una parallela evoluzione delle specie animali, che ha costretto la società civilizzata a sottrarre quasi tutti i dispositivi di comunicazione correnti, con un balzo all’indietro di almeno cinquant’anni.

La tecnologia che nel primo capitolo persisteva a più livelli, ma soprattutto come relitto di una comunità in estinzione, si estende dall’apparecchio acustico di Regan (Millicent Simmonds), alle possibilità indicate dall’effetto Larsen, un’aberrazione utile per saturare l’ipersensibilità delle mostruose creature, tanto da manifestarsi come violenta forza distruttrice, capace di cancellare il linguaggio con lo straniamento del rumore.

Nel passaggio della famiglia Abbott dal rifugio casalingo al labirinto di un complesso industriale immerso nella vegetazione, l’esperienza dell’isolamento viene accentuata dai cubicoli della struttura metallica, loculi che replicano per tutti i componenti l’esperienza del nuovo nascituro, già abituato al buio, ai respiratori artificiali e a vivere in una scatola, lontano dall’abbraccio materno.

La saga, in questo senso, delinea un discorso fondato sulla riduzione delle facoltà sensoriali in una porzione mondana, non così distante dallo spazio esperito durante la crisi epidemiologica che ci ha sorpresi già isolati, costretti a riscrivere le regole della convivenza collettiva.

La mancanza di senso della storia che Douglas Rushkoff indirizza alle società digitali, viene definita attraverso la descrizione dell’istante, come capacità di reperimento di un’informazione già campionata e archiviata nello spazio della durata. Disordini temporali completamente fuori dai binari che hanno azzerato il valore simbolico del campione.

Con il digitale si verifica quindi la convergenza tra ripetizione e rinnovamento, dove ripercorrere il passato è anche creare un tempo accessibile ad libitum per il futuro. Un flusso di informazioni potenzialmente aperte per tempi successivi.

Il vecchio radioregistratore di Regan e del fratello, capta un segnale in modulazione di frequenza che trasmette lo stesso palinsesto musicale, senza soluzione di continuità. Per Emmett (Cillian Murphy), solo il simulacro di una prassi on demand che esclude la presenza umana, intrappolata in un loop senza evoluzione, per Regan una traccia che proietta nel futuro l’idea di presenza.

Krasinski sembra quindi orientarsi verso l’idea che la continua modulazione del segnale legata alla trasmissione e la diffusione di conoscenza nei due secoli precedenti, sia ancora una componente vitale delle nuove logiche digitali.

Soprattutto ne evidenzia la qualità performativa tra distanza e prossimità, nel percorso incerto della ionosfera, facendo combaciare quel senso di familiarità ed estraneità del mezzo, con quella straordinaria sequenza di comunicazione a distanza, dove emittente e ricevente trovano un modo per utilizzare la presenza della trasmissione analogica in una forma sciamanica e interattiva.

L’effetto di ritorno di un segnale puro cancella linguaggio e narrazione per favorire il duello, l’improvvisazione e l’attivazione della rivolta come energia.

Visto nel circuito UCI Cinemas (Firenze)

A Quiet Place II di John Krasinski (USA 2020, )
Interpreti: Emily Blunt, Cillian Murphy, Millicent Simmonds, Noah Jupe, Djimon Hounsou.



Michele Faggi
Michele Faggi
Michele Faggi è il fondatore di Indie-eye. Videomaker e Giornalista regolarmente iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Toscana, è anche un critico cinematografico. Esperto di Storia del Videoclip, si è occupato e si occupa di Podcast sin dagli albori del formato. Scrive anche di musica e colonne sonore. Si è occupato per 20 anni di formazione. Ha pubblicato volumi su cinema e nuovi media.

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