Ahn Sung-Ki è probabilmente l’attore piú noto della Corea del Sud, con oltre cento film interpretati, durante la sua intensissima carriera ha raggiunto una collocazione leggendaria attraversando la storia del cinema nazionale e interpretando sette film con un grande autore come Im Kwon-Taek, tre dei quali saranno proposti nella corposa retrospettiva che il Florence Korea Film Festival gli ha dedicato per questa edizione. Uno dei tre titoli diretti da Im Kwon-Taek é l’ultimo realizzato dal regista coreano, il bellissimo ‘Revivre‘ presentato in anteprima mondiale a Venezia 2014 e in programma a Firenze presso il cinema Odeon stasera alle 20:30.
L’attore Coreano ha incontrato la stampa fiorentina ieri mattina presso il Caffè Florian, partner del festival, per un Q&A coordinato da Riccardo Gelli, direttore del Korea Film Fest e da Marco Luceri, curatore della retrospettiva.
“Ho lavorato con Im Kwon-Taek fin da quando ero piccolo“, ha detto Ahn Sung-ki a chi gli chiedeva del suo rapporto con il grande regista coreano, “il primo film che ho girato con lui da adulto è Mandara, nel 1981, un titolo molto importante per me e anche per la storia di tutto il cinema coreano. Revivre è stato presentato in anteprima mondiale al festival del cinema di Venezia, era la prima volta che lo vedevo integralmente ed ero curioso di verificare la reazione del pubblico. L’accoglienza è stata molto calorosa. Revivre è un film molto particolare nella filmografia di Im Kwon-Taek, diversamente da altri suoi titoli non affronta la storia della corea, ma è focalizzato sulla dimensione famigliare”
Ahn Sung-Ki, non ha mai collaborato con i registi della nuova generazione degli anni novanta, proprio per questo gli è stato chiesto il motivo e che tipo di percezione ha di alcuni autori come Kim Ki Duk: “Sono amico di Kim Ki Duk; mi ha proposto due progetti, l’ultimo era ‘Primavera, estate, autunno, inverno… e ancora primavera’ mentre il primo era ‘Samaria’, ho rifiutato di partecipare ad entrambi, non riuscivo ad immedesimarmi nei personaggi, sopratutto in quello del padre in ‘Samaria’. Siamo tornati amici dopo un periodo in cui lui era arrabbiato con me.”
E proprio a proposito dell’immedesimazione nei personaggi che intepreta, Ahn Sung-Ki ha dichiarato che la sceneggiatura è per lui molto importante: “la esamino sempre molto attentamente dopo una prima lettura veloce. Se conosco bene il regista posso accordare maggiore fiducia, ma non succede molto spesso. Quando mi viene proposta una sceneggiatura ho sempre grandi aspettative, anche se a volte si può rimanere delusi”
Tra vita e ruoli, Ahn Sung-Ki tiene ben distinte le due sfere: “Amo molto i film che interpreto e anche la mia famiglia; attraverso la recitazione sperimento una dimensione di grande felicità; alla fine più della fama o dell’approvazione, quello che conta per me è la possibilità di interpretare personaggi diversi, di immedesimarmi nella storia. Avendo lavorato per molti anni nel cinema ho assistito a molti cambiamenti. Durante la guerra c’era la censura e non ero libero di esprimermi; finita la guerra anche la censura ha allentato le maglie e tutto è diventato più libero”
In virtù di una carriera così lunga, cominciata quando Ahn Sung-Ki aveva solo cinque anni, una delle domande della stampa si è concentrata sul suo percorso formativo: “ho iniziato a recitare a cinque anni, e all’epoca i bambini attori non erano così numerosi. Me la sono cavata molto bene, anche per gli standard dell’epoca, da qui sono stato chiamato altre volte, questo per dire che non sono stato obbligato dai genitori, si è trattata di un’occasione, capitata quasi per volere del destino. Ho interrotto l’attività solamente da adolescente e durante gli anni del militare. Terminato il servizio nell’esercito non sapevo cosa fare e ho pensato di riprendere a fare quello che già conoscevo; recitare”
Tra i suoi obiettivi futuri, a coronamento di una carriera così ricca, è stato chiesto a Ahn Sung-Ki cosa ne pensasse degli artisti coreani che lavorano ad Hollywood: “credo sia una fase iniziale, per attori e registi, non si tratta certo di un trasferimento in pianta stabile. Ho partecipato recentemente ad una produzione Statunitense insieme a Morgan Freeman e Clive Owen intitolata Last Kinghts (N.d.r. il film è il primo titolo americano del regista giapponese Kazuaki Kiriya, autore di Kyashan e Goemon) e che deve ancora uscire”
Su “Revivre” il film di Im Kwon-Taek che sarà presentato stasera alle 20:30 al cinema Odeon di Firenze, alla presenza dello stesso Ahn Sung-Ki, ha spiegato il significato del titolo: “la parola coreana del titolo originale è Hwajang, i cui ideogrammi hanno il duplice significato di ‘cremazione’ e ‘make-up’. Entrambi sono aspetti che completano il senso del film e sono molto soddisfatto della scelta. Il titolo internazionale, è stato scelto come tra quelli più adatti a rappresentare uno dei concetti più importanti del film anche se ovviamente non ha la forza e l’ambivalenza del titolo originale”