Svyatoslav Podgaevskiy è probabilmente il regista di punta del nuovo horror russo. Il suo primo lungometraggio risale al 2014 (Block 18) e suoi sono film come “Dark Rite” (2015) “The Bride” (2017), “The Mermaid” (2018).
Baba Yaga – Incubo nella foresta, è a tutt’oggi il suo penultimo film. Nel 2021 Podgaevskiy ha infatti prodotto e diretto “Dark Spell“, ultimo di una serie di titoli che attingono a piene mani dal folklore, dalla fiaba e dalle tradizioni del suo paese, rilette attraverso una lente visuale molto potente, che in parte guarda ai colori e le astrazioni del cinema di genere italiano tra gli anni settanta e gli anni ottanta.
Baba Yaga, figura del folklore slavo, oggetto di numerosi adattamenti più o meno dichiarati, tra cui un noto film erotico italiano diretto negli anni settanta da Corrado Farina, è una creatura malvagia che vive nella foresta. Podgaevskiy la riporta in vita infondendogli nuova linfa e costruendo attorno ad essa quel confine indicibile tra il mondo degli adulti e quello degli adolescenti.
C’è quindi la tendenza a costruire un racconto di formazione atipico, ma senza cedere alla retorica che accompagna la sterminata filmografia che racconta questo passaggio della vita.
Egor deve affrontare una relazione affettiva non facile con la nuova matrigna e con la sorella, nata poco prima della morte della vera madre. Dasha è la sua giovane vicina di casa, costretta a vivere con una madre rigida. Entrambi vivono il momento più difficile delle loro giovani vite. Ad aggravare i loro fardelli ci si mette Anton, bullo a scuola, ma anch’esso tormentato da una tragedia famigliare; orfano e costretto a lavorare in un negozio di alimentari della zona.
Quando la sorellina di Egor scomparirà nella foresta, i tre faranno squadra per affrontare un male molto più grande di quello quotidiano.
Il rapimento per opera del demone, corrisponde con l’oblio a cui sono destinate le creature ghermite. I tre ragazzi affronteranno questa dolorosa occorrenza, per interpretare e comprendere il passaggio dalla vita alla morte, come filo sottile che separa la memoria dall’oblio. L’inferno, sembra dirci il regista russo, è la dimenticanza.
Oltre al colore e al setting, Podgaevskiy lavora moltissimo con il suono, cercando nella dimensione aurale aspetti più vicini all’horror degli anni settanta, dove i rumori avevano il compito di materializzare l’invisibile. Un approccio in controtendenza con l’esplosione sonica del nuovo cinema horror, che utilizza l’effetto come amplificazione del visivo, per generare facili Jumpscare.
Midnight Factory pubblica la versione Blu Ray e DVD del film di Podgaevskiy, corredato di un booklet da collezione con un saggio di approfondimento molto interessante.
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