Dopo aver annunciato i primi titoli del concorso e i primi titoli della sezione Panorama, l’ufficio stampa della Berlinale ha appena diffuso gli ultimi titoli della competizione internazionale oltre ai titoli legati alle sezioni Forum, concluso e delle sezioni collaterali, Foum, Generation, Perspektive Deutsches Kino di cui parleremo approfonditamente con una serie di redazionali dedicati. A poco a poco si è rivelata la fisiologia di un’edizione che si preannuncia tra le più interessanti degli ultimi anni.
L’unico italiano presente in concorso è Gianfranco Rosi con il suo nuovo Fuocoammare, documentario girato interamente a Lampedusa a partire dalla vita di un ragazzino che entra in contatto con gli aspetti più endogeni di una realtà che conosciamo solo attraverso i media.
Tra i titoli più attesi il nuovo di Mia Hansen-Løve intitolato L’avenir e interpretato da Isabelle Huppert, Roman Kolinka, Edith Scob, André Marcon. Il film della regista di Eden racconta di un’insegnante di filosofia che deve affrontare la morte della madre, il licenziamento e il rapporto con un marito che la tradisce.
Hele Sa Hiwagang Hapis (A Lullaby to the Sorrowful Mystery) è invece il film di Lav Diaz ed è il primo del regista filippino ad essere inserito in concorso all’interno di un grande festival, considerato che i suoi film sono sempre stati inseriti nelle sezioni collaterali di Venezia, Cannes e Berlino. Sullo sfondo di una serie di storie interconnesse durante il periodo della rivoluzione filippina tra il 1896-1897 contro gli spagnoli, Diaz intreccia una narrazione complessa tra storia, letteratura e mitologia.
Quand on a 17 ans è invece il film del grande regista francese Andre Techiné interpretato da Sandrine Kiberlain, Kacey Mottet Klein, Corentin Fila, Alexis Loret. Il film racconta di Damien, giovane diciassettenne che frequenta il liceo e che vive in una caserma per il lavoro del padre, soldato dell’esercito. Attratto dai ragazzi, diventa il capro espiatorio di Tom, meticcio adottato e che vive in un collegio. Quando la madre adottiva di Tom si ammala, verrà accolto in casa di Damien e tra i due ragazzi emergerà un rapporto violento e conflittuale.
Cartas da guerra è il film del portoghese Ivo M. Ferreira tratto dal libro di Maria José e Joana Lobo Antunes che raccoglie le lettere del secondo scritte durante il periodo coloniale. Prodotto da O Som e a Fúria racconta di un percorso verso la consapevolezza e il crescente amore per l’Africa in un contesto di crescente violenza, che Antunes esorcizza scrivendo alla moglie.
L’iraniano Mani Haghighi porta in concorso Ejhdeha Vared Mishavad! (A Dragon Arrives!). Il regista era già stato presente a Berlino con la sua commedia drammatica Modest Reception (2012) vincitrice del premio NETPAC. Kollektivet (The Commune) è invece il nuovo film del danese Thomas Vinterberg che racconta i sogni solidali e le contraddizioni nella Danimarca delle comuni a metà degli anni 70 dove il sogno utopistico è al suo apice. Il quadro di questa vita libera e felice viene raccontato da Vinterberg attraverso la storia di Erik e Anna che si stabiliranno in una comune con la figlia Freya.
Smrt u Sarajevu / Mort à Sarajevo (Death in Sarajevo) è il nuovo film di Danis Tanović che da alcune dichiarazioni del regista trapelate attraverso il profilo facebook ufficiale del film, dovrebbe parlare dell’identità europea percepita in Bosnia-Erzegovina. Zjednoczone Stany Miłosci (United States of Love) del polacco Tomasz Wasilewski è la storia di quattro donne che sono giunte ad un punto di non ritorno e che decidono di cambiare le loro vite, il tutto sullo sfondo della Polonia degli anni novanta, alla vigilia del crollo del regime comunista.
Ritorno alla regia per il neozelandese Lee Tamahori a cinque anni di distanza da The Devil’s Double. Mahana (The Patriarch) è tra i film fuori concorso inseriti nel programma principale. Tamahori torna ad ambientazioni native e si ispira al romanzo di Witi Ihimaera intitolato Bulibasha. Ambientato nella Nuova Zelanda rurale durante gli anni sessanta, il film intreccia le storie di due famiglie dedite all’allevamento di pecore, i Mahanas e i Poatas. I due nuclei si danno battaglia, mentre l’unico che comincia ad opporsi alle logiche di potere è il figlio minore dei Mahanas, il quattordicenne Simon. Nel ruolo del patriarcha Tamihana Mahana torna sullo schermo Temuera Morrison (Once Were Warriors).
La tedesca Anne Zohra Berrached porta in concorso 24 Wochen (24 Weeks) dopo il suo esordio con Two Mothers presentato nella sezione Perspektive Deutsches Kino nel 2013. Il suo nuovo film racconta del dilemma di una donna ormai incinta di sei mesi e che deve confrontarsi con la sindrome Down, appena diagnosticata dopo un’analisi ulteriore del feto. Oltre a questo, il nascituro sembra avere una grave malformazione cardiaca. La donna sceglierà di optare per un aborto tardivo? Il figlio merita di vivere o sarà sottoposto a pesanti sofferenze? Dovà decidere insieme al marito? Alla fine la donna decide che la scelta spetta solo a lei.
Yang Chao (Passages) è il nuovo film di Chang Jiang Tu (Crosscurrent), mentre Spike Lee arriva fuori concorso con il controverso Chi-Raq, basato sulla Lisistrata di Aristofane, in un mix furibondo tra mitologia, gang rivali e rap a tutto fuoco. Chi-Raq è un acronimo che definisce Chicago, ovvero una città che per quanto riguarda il numero di omicidi ha superato i morti nella guerra in Iraq. Sempre fuori concorso il nuovo film di Dominik Moll intitolato Des nouvelles de la planète Mars (News from planet Mars) storia di un uomo intrappolato nella routine famiglia-lavoro. Mohamed Ben Attia porta in concorso Inhebbek Hedi (Hedi) co-produzione tra Belgio e Tunisia e storia di un giovane senza storia, silenzioso e che reagisce raramente senza aspettarsi niente di straordinario dalla vita. Indifferente all’ambiente dove vive, osserva un contesto politico in crescente disordine. Saint Amour è la co-produzione franco-belga di Benoît Delépine e Gustave Kervern, nuova commedia delirante per la coppia di registi. Soy Nero porta in concorso Rafi Pitts (The Hunter, It’s Winter) co produzione francia, germania, messico, scritta con lo sceneggiatore rumeno Radvan Radulescu (4 Months, 3 Weeks and 2 days, The Death of Mr. Lazarescu)
Gli altri cinque titoli del concorso precendentemente annunciati sono elencati in questo articolo, li riportiamo qui di seguito per comodità di lettura:
Boris sans Béatrice (Boris without Béatrice) del canadese Denis Côté, prima mondiale interpretata da James Hyndman, Simone-Elise Girard, Denis Lavant, Isolda Dychauk, Dounia Sichov. È la storia di Boris Malinowski, uomo liberale e orgoglioso. La moglie Beatrice, ministro del governo canadese, è costretta a letto per una misteriosa depressione. Per sfuggire a questo peso Boris intrattiene una relazione con Helga, una sua collega e si avvicina alla giovane domestica della casa, Klara. Una forza sconosciuta spingerà Boris ad affrontare il mondo, tutte le sue conquiste e tutte le sue. certezze.
Genius, opera prima dell’attore inglese Michael Grandage, prima mondiale interpretata da Colin Firth, Jude Law, Nicole Kidman, Laura Linney, Guy Pearce, Dominic West. Il film è un’adattamento dalla piece teatrale di John Logan tratta dal libro di Scott Berg. Racconta la storia vera della relazione complessa tra Thomas Wolfe e l’editore Max Perkings. Jude Law interpreta Wolfe mentre Firth recita nella parte di Perkins. Nicole Kidman è Aline Bernstein e la Linney Louise Perkins
Alone in Berlin, coproduzione tra Germania, Francia, Regno Unito, diretta da Vincent Perez (The Secret) e interpretata da Brendan Gleeson, Emma Thompson, Daniel Brühl, Mikael Persbrandt. Il film è in prima mondiale ed è un film di ambientazione bellica scritto dallo stesso Perez insieme ad Achim Von Borries, basato sul romanzo di Hans Fallada, Every Man Dies Alone. Otto e Anna Quangel, protagonisti del romanzo e del film, sono stati creati sulla base della vera storia di Otto ed Elise Hampel. Quando il loro figlio muore in Francia, la coppia comincia a scrivere cartoline per spingere le persone a contestare Hitler e il regime Nazista.
Midnight Special è il nuovo film di Jeff Nichols (Mud, Take Shelter) , presentato a Berlino in prima mondiale e interpretato da Michael Shannon, Joel Edgerton, Kirsten Dunst, Adam Driver, Jaedan Lieberher, Sam Shepard. Si tratta di un film di fantascienza che Nichols ha già descritto come un ispirato ad alcuni classici di Carpenter degli anni ottanta, con particolare attenzione a Starman. Roy è un padre disperato e cerca in tutti i modi di proteggere il figlio di otto anni Alton. Insieme a lui i personaggi interpretati dalla Dunst e da Edgerton cercano di portare Alton in un luogo segreto mentre una setta religiosa guidata da Sam Shepard e una task force governativa capitanata da Driver gli stanno dando la caccia.
Zero Days è invece il nuovo documentario di Alex Gibney, presentato a Berlino in prima mondiale, un documentario sui cybercrimes e sulla sorveglianza ai tempi di Internet.
Ampia attenzione al documentario anche per quanto riguarda i primi tre film annunciati per la sezione Berlinale Special:
The Music of Strangers: Yo-Yo Ma and the Silk Road Ensemble documentario diretto da Morgan Neville (Twenty Feet from Stardom) in prima Europea. Il film documenta l’operazione di Yo-Yo Ma e del collettivo Silk Road messo insieme senza alcuna barriera geografica e culturale creando una connessione tra Asia, Africa e Europa.
The Seasons in Quincy: Four Portraits of John Berger è il documentario di produzione inglese diretto da Colin MacCabe, Christopher Roth, Bartek Dziadosz, Tilda Swinton. È una prima mondiale ed è uno studio sul noto scrittore diviso in quattro parti e che affronta quattro diversi aspetti della sua opera.
Where To Invade Next – è invece la premiere europea dell’ultimo film diretto da Michael Moore, concepito come un travelogue passa dalla Finlandia, all’Italia fino alla Francia, territori rispetto ai quali Moore mette in relazioni questioni sociali ed economiche da confrontare con quelle statunitensi.