Sono diciotto i film che parteciperanno al concorso per assicurarsi gli orsi d’oro e d’argento alla 72/ma Berlinale. Quindici paesi in tutto, per diciassette prime mondiali e sette film diretti da registe donne.
Dodici di questi registi hanno già partecipato alla Berlinale, otto in concorso e cinque di loro hanno già vinto un orso: “Siamo felici di avere di nuovo con noi autori così importanti per il festival – ha dichiarato il direttore artistico Carlo Chatrian – e siamo altrettanto contenti di dare il benvenuto per la prima volta a quei registi che ci hanno emozionato. Più della metà dei film selezionati si ambientano nel tempo presente, ma solo due affrontano temi legati all’attuale pandemia. I legami umani ed emozionali sono un filo comune. La periferia, la campagna e la città fuori dai grandi centri sono nodali in quasi tutte le produzioni“
L’attrice, cantante e modella Nicolette Krebitz porta in concorso A E I O U – Das schnelle Alphabet der Liebe (veloce alfabeto d’amore), quarto lungometraggio come regista, realizzato a cinque anni di distanza da Wild che aveva presentato al Sundance Film Festival. A E I O U è interpretato da Sophie Rois, Udo Kier, Milan Herms, Nicolas Bridet ed è una co-produzione tra Francia e Germania. La sinossi, stringatissima, lascia intendere un’impossibile storia d’amore tra un uomo e una donna, proprio quando si pensava che i sentimenti fossero irrimediabilmente congelati.
Alcarràs è il nuovo film della catalana Carla Simòn, nota per Estate 1993, film candidato agli Academy Awards nel 2017. Interpretato da Jordi Pujol Dolcet, Anna Otin, Xènia Roset, Albert Bosch, Ainet Jounou e Josep Abad, è una co-produzione Spagna e Italia ed è stato sviluppato in seno al programma Torino Film Lab. Ispirato all’attività dei nonni di Carla e alla coltivazione di pesche mantenuta in Catalogna, della quale hanno perso l’ottanta per cento di terreni e profitti, si ambienta ad Alcarràs, in questa grande piantagione di alberi di pesco, durante un’estate torrida.
Avec amour et acharnement è il nuovo lavoro di Claire Denis con un cast stellare, costituito da Juliette Binoche, Vincent Lindon, Grégoire Colin e Bulle Ogier. A tre anni di distanza dallo straordinario High Life, proprio mentre è in fase di post produzione il prossimo The Stars at Noon con Margaret Qualley, la Denis porta al festival una tormentata storia d’amore che inizialmente si sarebbe dovuta intitolare Feu (Fuoco). Adattamento dal romanzo di Christine Angot del 2018 Un tournant de la vie, racconta di Jean e Sara, insieme da dieci anni, e di François, miglior amico di Jean e precedente compagno della donna. Un nuovo, inatteso incontro tra Jean e François, sconvolgerà nuovamente il menage.
Call Jane è il dramma storico di Phyllis Nagy ambientato negli Stati Uniti degli anni sessanta, intorno alle vicende del Jane Collective, il consultorio al servizio della liberazione delle donne che tra il 1969 e il 1973 operò a livello sotterraneo per agevolare la pratica dell’aborto. Il film racconta di una casalinga comune che aderisce al collettivo. Interpretato dalla straordinaria Elizabeth Banks, da Kate Mara e da Sigourney Weaver è il primo effettivo film per il grande schermo diretto dalla drammaturga lesbica (Mrs. Harris era un TV Movie), già sceneggiatrice di Carol di Todd Haynes.
Michael Koch porta a Berlino Drii Winter, uno dei due film svizzeri in concorso al festival, insieme a quello di Ursula Meier. Interpretato da Michèle Brand e Simon Wisler è la storia d’amore tra Anna e Marco in un remoto paese di montagna. Il tumore dell’uomo ostacola le loro vite, soprattutto in relazione alla vita di comunità. Anna farà di tutto per preservare il loro amore.
Everything Will Be ok è il film del documentarista cambogiano Rithy Panh, che parte da una serie di interrogativi intriganti: immaginate gli animali al potere. Si comporterebbero come gli umani? Si macchierebbero degli stessi errori, combatterebbero per il potere, governando con il terrore e distruggendo tutto? Cosa rappresenterebbero le loro opere? Il pianeta attraverserebbe un periodo di pace?
Torna a Berlino Ursula Meier dopo Sister del 2012, con La ligne, film interpretato da Stéphanie Blanchoud, Valeria Bruni Tedeschi ed Elli Spagnolo. Dopo aver aggredito violentemente sua madre Christina durante una discussione, Margaret viene arrestata dalla polizia e gli viene intimata una distanza di almeno 200 metri dal sito famigliare. Tagliata fuori, in una vera e propria inversione del lockdown, Margaret cercherà incessantemente di farsi perdonare per il suo comportamento, una linea immaginaria da non oltrepassare e che renderà evidenti tutte le tensioni di una famiglia disfunzionale.
Paolo Taviani porta al festival Leonora Addio, la tubolenta avventura legata al viaggio delle ceneri di Pirandello da Roma ad Agrigento, fino alla sepoltura, che avverrà ben quindici anni dopo rispetto alla sua morte. “Il chiodo”, ultimo racconto del grande autore, scritto a pochi giorni dalla morte, chiude il film: al centro Bastianeddu, costretto a inseguire il padre dalla Sicilia all’altra parte dell’oceano, cerca di sanare una ferita. Il film è interpretato dallo straordinario Fabrizio Ferracane, visto recentemente in Ariaferma, e da Matteo Pittiruti, Dania Marino, Dora Becker.
Les passagers de la nuit (The Passengers of the Night) è il quarto lungometraggio del francese Mikhaël Hers scritto insieme a Maud Ameline e ambientato nella Parigi del 1980. Al centro, Elizabeth, lasciata dal marito e sola responsabile del mantenimento dei figli adolescenti. Dopo aver accettato un lavoro in una radio notturna, incontra Talulah, una giovane sbandata che vive ai margini della società e che decide di proteggere. Un nuovo inizio per tutti e quattro. Prodotto da Piere Guyard, è interpretato da Charlotte Gainsbourg, Quito Rayon-Richter, Megan Northam, Thibault Vinçon, Emmanuelle Béart e dalla giovane Noée Abita che avevamo già ammirato nell’intenso Ava di Léa Mysius.
Nina è il film di Kamila Andini, autrice indonesiana, distribuito con il titolo internazionale di Before, Now & Then. Interpretato da Happy Salma, Laura Basuki, Arswendy Bening Swara, Ibnu Jamil è la storia di una donna comune abituata a mantenere segreti. Una donna comune che potrebbe essere tua sorella, tua madre, tua nonna.
Peter von Kant, film d’apertura della 72/ma Berlinale, è il nuovo lavoro di François Ozon, libera interpretazione del capolavoro di Rainer Werner Fassbinder Die bitteren Tränen der Petra von Kant dove il personaggio di Petra diventa Peter, uomo e regista interpretato da Denis Menochet, il cui ruolo, oltre a funzionare come omaggio a Fassbinder è una sorta di ironico autoritratto dello stesso Ozon. Nel film anche Isabelle Adjani e ovviamente Hanna Schygulla.
Rabiye Kurnaz gegen George W. Bush (Rabiye Kurnaz vs. George W. Bush) è la storia della casalinga turca Rabiye Kurnaz e del suo tentativo di tirar fuori dall’inferno di Guantanamo il figlio Murat, combattendo con il suo avvocato direttamente davanti alla corte suprema di Washington. Dirige Andreas Dresen (As We Were Dreaming, in concorso a Berlino, Henryk from the back Row, sempre a Berlino in Panorama Dokumente), interpretano Meltem Kaptan, Alexander Scheer
Rimini è il nuovo film dell’austriaco Ulrich Seidl (Safari, Paradies: Liebe, Paradies Hoffnung, Paradies Glaube). Interpretato da Michael Thomas, Hans-Michael Rehberg, Tessa Göttlicher, Inge Maux, Claudia Martini. Il film vede lo stesso Thomas nei panni di Richie Bravo una ex pop star che nella Rimini invernale insegue la sua gloria perduta. Dipendente dall’alcool e dal gioco d’azzardo, si paga da vivere esibendosi davanti agli autobus turistici e fornendo servizi d’amore alle fan. C’è una figlia che gli chiede denaro e anche un padre anziano dal passato nazista, ricoverato in una clinica austriaca per demenza senile. Seidl aveva concluso le riprese tra Rimini e Coriano nel maggio del 2018, grazie al sostegno del Fondo per l’Audiovisivo dell’Emilia Romagna. Nell’ultima fase di lavorazione aveva girato principalmente tra Rimini e Riccione. Il film è girato anche in Austria, Romania e Germania. Hans-Michael Rehberg, che interpreta l’anziano padre, è morto nel 2017, durante le riprese.
Robe of Gems è il film messicano di Natalia López Gallardo, il primo come regista dell’attrice/montatrice che aveva recitato per Carlos Reygadas in Nuestro Tiempo e che sempre per lui aveva montato Post tenebras Lux.
L’immancabile Hong Sangsoo (On the Beach e Nobody’s Daughter alla Berlinale) torna al festival con So-seol-ga-ui Yeong-hwa (The Novelist’s Film). Conoscendo il cinema del grande regista sudcoreano, la trama, a grandi linee, avremmo potuto anche immaginarcela: Una scrittrice fa un lungo viaggio per visitare una libreria gestita da una collega più giovane di cui ha perso i contatti. Sale da sola su una torre e incontra un regista e sua moglie. Fanno una passeggiata in un parco e incontrano successivamente un’attrice, dopodiché il romanziere cerca di convincere l’attrice a fare un film. La donna e l’attrice prendono qualcosa da mangiare, poi visitano nuovamente la libreria dove un gruppo di persone sono impegnate a bere. L’attrice si ubriaca e si addormenta. The Novelist’s film è interpretato da Lee Hyeyoung, Kim Minhee, Seo Younghwa.
Un año, una noche (One Year, One Night) è il film del catalano Isaki Lacuesta, adattamento dal romanzo di Ramón González intitolato Paz, amor y death metal, si ambienta al Bataclan di Parigi durante la notte degli attentati del 13 novembre 2015. Mentre infiamma l’attacco terroristico, la giovane coppia Ramón e Céline riesce autonomamente ad infilarsi nei camerini dei musicisti e quindi a proteggersi. La notte lascerà un segno indelebile nelle loro vite e quando usciranno da quell’esperienza non saranno più gli stessi. Il carico è quello delle vittime, un carico che ognuno affronta nel modo migliore che può. Andando avanti o indietro. Il film di Lacuesta, che alterna nella sua carriera cinema sperimentale, video arte, documentario e cinema di finzione, è interpretato da Nahuel Pérez Biscayart, Noémie Merlant, Quim Gutiérrez.
Un été comme ça (That Kind of Summer) è il nuovo film del Canadese Denis Côté, altro habitué del festival, che in un modo o in un altro torna per la settima volta in dieci anni a Berlino. Il suo quattordicesimo lungometraggio racconta il viaggio di tre donne che per 26 giorni esplorano il disagio sessuale in una casa di riposo. Supervisionate da una terapeuta tedesca interpretata da Anne Ratte Polle e dal suo assistente (Samir Guesmi), le protagoniste (Larissa Corriveau, Aude Mathieu, Laure Giappiconi) cercano di domare i demoni interiori. Tra i film di Côté presentati a Berlino, ricordiamo Hygiène sociale, Boris Sans Béatrice, Vic + Flo ont vu un ours.
Il diciottesimo film in concorso è il cinese Yin Ru Chen Yan (Return du Dust) diretto dal regista e sceneggiatore Li Ruijun