domenica, Novembre 17, 2024

Dune di Denis Villeneuve: recensione, #Venezia78 – Fuori Concorso

Dune è un luogo livido di soprusi e arbitrii, abitato da figure minacciose che annunciano la loro presenza, è un universo denso che Villeneuve ci fa vivere, respirare e sentire. La recensione da #Venezia78

Il film di fantascienza più ambizioso dai tempi di 2001: Odissea nello spazio torna al cinema. Alejandro Jodorowsky già a metà degli anni Settanta prevedeva di costruire un universo cinematografico con i romanzi di Frank Herbert, molto prima che la Marvel costituisse il proprio.

Il suo progetto onirico ha prodotto un antefatto straordinario e oggi, per mano di Denis Villeneuve, Dune si è trasformato in una saga. Se David Lynch nel 1984 rimase soffocato dallo stesso romanzo, isolando tutti quegli spettatori che per la prima volta si rivolgevano alla storia, Eric Roth, Jon Spaihts e Villeneuve stesso si prendono tutto il tempo necessario per accompagnarci e adagiarci in questa melodia oscura e misteriosa.

L’impatto è sconcertante, dirottati in un orizzonte desolato, arcaico, in cui i ribelli, i Fremen, sanno di essere condannati all’incomprensione, in un mondo violento, quello degli Harkonnen, nel quale la conoscenza è al servizio della follia, nascono la consapevolezza e la volontà di cercare un sentiero che conduca alla salvezza.

È in questa sinistra inquietudine che si colloca Paul, il giovane erede della casata degli Atreides, interpretato da Timothée Chalamet, un ragazzo ossessionato da sogni opprimenti e da attività ottusamente tranquille fin quando non trova i mezzi per reagire a ciò che vede, turbato da chi vorrebbe sopraffarlo ma guidato dalla ferrea consapevolezza delle sue convinzioni.

È durante questa presa di coscienza su Arrakis che cominciano a emergere i temi che stavano a cuore a Hebert, la disumana avidità per le risorse naturali, l’isolamento, la gloriosa e perversa forza della natura.

Dune è un luogo livido di soprusi e arbitrii, abitato da figure minacciose che annunciano la loro presenza, è un universo denso che Villeneuve ci fa vivere, respirare e sentire.

Pur adottando una sofisticata concatenazione narrativa il film resta un’avventura dall’incontenibile bellezza, piena di tensione ma anche di speranza. Forse Dune sarà per le nuove generazioni ciò che Star Wars è stato per le passate.

Dune di Denis Villeneuve (Usa, Ungheria, Giordania, Emirati Arabi Uniti, Norvegia, Canada 2021 – 155 min)
Interpreti: Timothée Chalamet, Rebecca Ferguson, Oscar Isaac, Josh Brolin, Stellan Skarsgård, Dave Bautista, Sharon Duncan Brewster, Stephen McKinley Henderson, Zendaya, Chang Chen, David Dastmalchian, Charlotte Rampling, Jason Momoa, Javier Bardem
Sceneggiatura: Jon Spaihts, Denis Villeneuve, Eric Roth
Fotografia: Greig Fraser
Scenografia: Patrice Vermette
Costumi: Jacqueline West, Bob Morgan
Musica: Hans Zimmer
Suono: Mark Mangini, Theo Green, Doug Hempill, Ron Bartlett
Effetti visivi: Paul Lambert, Gerd Nefzer

Francesca Fazioli
Francesca Fazioli
Laureata nelle discipline delle Arti, della Musica e dello Spettacolo, ha frequentato un Master in Critica Giornalistica all'Accademia d'arte drammatica Silvio D'Amico e una serie di laboratori tra cui quello di scrittura cinematografica tenuto da Francesco Niccolini e Giampaolo Simi. Oltre che con indie-eye ha collaborato e/o collabora scrivendo di Cinema e Spettacolo per le riviste Fox Life, Zero Edizioni, OUTsiders Webzine

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