Dopo la pre-apertura del 25 ottobre, con l’atteso Anatomie d’une chute di Justine Triet, Palma d’oro a Cannes 2023 e distribuito nelle sale italiane da Teodora Film a partire da oggi, France Odeon apre ufficialmente la programmazione della quindicesima edizione, diretta ancora da Francesco Ranieri Martinotti, con la presidenza di Enrico Castaldi.
L’apertura pomeridiana del 28 ottobre, spetta alla registra francese Caroline Vignal, ospite del festival per presentare il suo terzo lungometraggio. Iris et Les Hommes, inedito anche nelle sale francesi, è una commedia che conferma il sodalizio con l’attrice Laure Calamy e ruota intorno al personaggio di Iris sulla soglia dei cinquant’anni, vicina all’angosciosa decisione di procurarsi un amante, dopo anni di stasi erotica con il consorte. Prodotto da Laetitia Galitzin per la Chapka Films insieme ad Aurélie Rouvière de La Filmerie, il film è sostenuto da France 3 Cinéma.
Il ritorno al thriller esistenziale per Woody Allen, con il suo nuovo Coup de Chance, occuperà la fascia pre-serale, dalle 19 in poi. Una scelta voluta dalla direzione per l’ambientazione parigina del film e per l’intensa interpretazione di Melvil Poupaud.
Domenica alle 21:30 sarà programmata una replica, mentre la giornata del 29 ottobre continuerà con il franco-vietnamita Kim Chapiron, di cui sarà programmato il nuovo Le jeune imam, storia di un quattordicenne spedito dalla madre in Mali, per approfondire le radici dell’Islam. Al suo ritorno, nonostante i dubbi materni, sarà il miglior candidato per il ruolo di imam nella sua città.
Il film di Élise Girard interpretato da Isabelle Huppert chiuderà la serata; Sidonie au Japon, già presentato alle Giornate Degli Autori nell’ambito di Venezia 80, torna sui temi della perdita affettivo-sentimentale, aspetto ricorrente nella filmografia della regista, con un’opera ambientata a Kyoto, dove i contrasti, i cortocircuiti e gli avvitamenti culturali tra oriente ed Europa, si aprono verso una forma di conoscenza che penetra lo spirito delle cose e degli ambienti.
Dalle 18:30 in poi è prevista la proiezione di L’amour et les forêts, ritorno alla regia per Valerie Donzelli, autrice, tra le altre cose de La guerra è dichiarata e Marguerite e Julien. A partire da un romanzo di Éric Reinhardt, edito in Italia da Salani con il titolo de “L’amore e le foreste”, scrive la sceneggiatura insieme ad Audrey Diwan, già regista di L’evenement, e costruisce la storia di una fuga da un matrimonio tossico e oppressivo. Interpretato da Virginie Efira e Melvil Poupaud, il film è stato presentato a Cannes lo scorso maggio.
L’air de la mer rend libre è il film di Nadir Moknèche che apre la giornata del 30 Ottobre alle ore 17:00. Interpretato dall’attrice e modella Zahia Dehar, ha ottenuto il premio Sguardi Mediterranei 2023, che verrà consegnato dal presidente del festival Enrico Castaldi. Il film, che viene proposto più o meno in contemporanea all’uscita francese nelle sale, racconta l’ansia di libertà di due giovani magrebini immigrati a Rennes, ingabbiati dalle famiglie ad obbedire alle regole di un matrimonio combinato. Saïd e Hadjira si coalizzeranno per ridefinire il proprio spazio e riconquistare la necessaria libertà.
Making of è invece il nuovo lavoro di Cédric Kahn tra metacinema e riflessione su ciò che rimane dello stesso. Denis Podalydès è un regista in crisi, mentre Stefan Crepon, ospite del festival, è il giovane filmmaker incaricato di organizzare le riprese del Making of, che innesca il meccanismo autoriflessivo, l’immagine allo specchio, la mise en abyme dello sguardo.
Anna Novion, porta al festival Le théorème de Marguerite, terzo lungometraggio in circa quindici anni, interpretato da Ella Rumpf, già protagonista di Raw di Julia Ducournau. Riflessione filosofica sullo spazio della matematica nella vita di una giovane e promettente studentessa, elabora la forma di un cinema contratto, alla ricerca di un equilibrio tra razionalità e umanità.
Robin Campillo, sceneggiatore storico di Laurent Cantet, torna alla regia dopo 120 Battiti al minuto, con L’île rouge introduce la giornata del 31 Ottobre, Il film è una nuova ricognizione Storica tra le pieghe della coscienza francese, che ruota intorno alla vicenda di Thomas, piccolo cittadino del Madagascar occupato dal potere coloniale, a cavallo tra gli anni sessanta e gli anni settanta. La fase raccontata dall’autore francese attraverso gli occhi di un bimbo è quella della decolonizzazione. In gioco una stratificazione tra l’osservazione intima e le mutazioni socio-politiche.
L’été dernier è il nuovo film di Catherine Breillat che decostruisce le forme possibili del desiderio, mettendo a fuoco il contrasto tra adolescenza e maturità. L’elaborazione di un tema che ha attraversato in parte la sua filmografia, sovrappone aspetti come l’incesto, l’attrazione febbrile per l’età acerba, le dinamiche distruttive che per la regista francese irrimediabilmente attraversano l’ecosistema eterosessuale. Riscrittura di un recente film danese diretto da May el-Toukhy, noto con il titolo internazionale di Queen of Hearts, è interpretato da Léa Drucker e dal giovane Samuel Kircher, ospite del festival e presente in sala durante la proiezione delle 19:30.
Sur L’adamant, il film di Nicolas Philibert presentato alla scorsa Berlinale, di cui abbiamo parlato con una recensione di Simone Buttazzi, è il primo capitolo di una trilogia dedicata dal documentarista francese alla salute mentale. Il film sarà proiettato alle 22:30.
Nuovo corpo a corpo di Guillaume Nicloux alle 16:45 del 1 novembre, questa volta con Fabrice Luchini, dopo le collaborazioni intense con Gérard Depardieu e Michel Houellebecq. Ad un anno di distanza dallo splendido e cupissimo La Tour, con La petite affronta il tema della gestazione per altri senza retorica e con un furibondo attaccamento alla vita.
Dopo le premiazioni di France Odeon 2023, sul palco del Cinema La Compagnia, che ospita l’intero festival, sarà presente un attore del calibro di François Cluzet, attivo dai primissimi anni ottanta e ospite del festival con il nuovo film di Thomas Lilti intitolato Un métier sérieux. Uscito a settembre nelle sale francesi, è uno sguardo sofferto, divertente e sentito sulla realtà dell’insegnamento scolastico, osservata dal regista con la stessa attenzione con cui si era spinto tra le quinte della medicina con la trilogia Hippocrate, Les idéalistes e Première année.
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