L’adattamento che Alfred Hitchcock realizza nel 1963 da “Gli Uccelli” di Daphne Du Maurier, scritto dieci anni prima, circoscrive la visione apocalittica della scrittrice inglese entro i confini di Bodega Bay, con l’estensione di una natura in rivolta al di là dello sguardo possibile. La notissima sequenza conclusiva che rilancia all’infinito il film in una dilatazione potenziale della suspense, attenua comunque la visione globale della Du Maurier, attraversata da una metafisica primordiale e totalizzante.
Hitchcock, più razionale, si occupa maggiormente della scomposizione e ricomposizione del nucleo famigliare, facendolo ruotare intorno ad un perno maschile, osservato da un prisma di ruoli e sguardi femminili.
La natura che risponde a logiche interne, nel superamento della dimensione religiosa e di quella scientifica, è un concetto meno accentuato in termini metafisici nel film di Hitchock, perché il regista inglese favorisce in un certo modo la resilienza della comunità, rispetto all’esplosione dell’irrazionale rappresentato dall’avifàuna impazzita.
Dimitri Milopulos ha affrontato il testo della Du Maurier per una versione teatrale prodotta dall’ass. cult. Teatro della Limonaia e interpretata da Gabriele Giaffreda, in scena per la prima volta a Firenze dal 5 al 7 maggio, presso il Teatro Goldoni, alle ore 20:30.
Nonostante l’incredibile stratificazione tecnica dell’adattamento Hitchcockiano, incluso l’utilizzo specifico del sound design e l’azzeramento della colonna sonora, il ricorso a volatili addestrati, meccanici e alla pittura per creare illusioni ottiche e prospettiche, “Gli Uccelli” è probabilmente tra i suoi film più concisi in relazione allo spazio drammaturgico, insieme a “La finestra sul cortile” e naturalmente a “Nodo alla gola”.
Sarà interessante capire da cosa si è fatto ispirare maggiormente Milopulos e quali piani sviluppa il suo lavoro, nella rappresentazione della nostra relazione, difficile e spesso inconciliabile, con “la marea montante” degli elementi.
A seguire (ore 22), sempre al Goldoni da venerdì a domenica, ma nei camerini del teatro, Marco Di Costanzo (Teatro dell’Elce) presenta il primo studio di “William Shakespeare’s half time job”, spettacolo per una persona alla volta (durata 15 minuti): un’immersione nell’opera dell’autore inglese attraverso una forma scenica fedele ai testi e allo stesso tempo irriconoscibile, contemporanea.
Biglietti da 5 a 15 euro (riduzioni per over 60, under 25, soci Coop, Arci, Uisp, ATC, residenti nei Quartieri 4 e 1, titolari Carta dello Studente e iscritti ai corsi di formazione del Teatro delle Donne). Info, prenotazioni e prevendite sul sito ufficiale www.teatrodelledonne.com (tel. 0552776393 – teatro.donne@libero.it), prevendite online anche su www.ticketone.it.
[Foto dell’articolo e informazioni istituzionali fornite da Ufficio Stampa Marco Mannucci]