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III di Salomé Villeneuve: recensione, Journées du cinéma québécois 2023

III è il primo corto di Salomé Villeneuve destinato ad una circolazione festivaliera. Dopo Venezia approda alle Journées du cinéma québécois en Italie, nella selezione dei corti visibili gratuitamente su piattaforma OpenDB. Nella chiarezza adamantina di un cinema scritto attraverso i sensi, questo piccolo ma sorprenente film di 12 minuti, diventa a un certo punto misterioso come un rituale, proprio per la capacità della giovane regista di muoversi tra dolcezza e furia, con un cinema nuovamente immerso nel mondo.

Dopo una serie di film sperimentali realizzati nell’ambito dell’Università di Concordia a Montréal, Salomé Villeneuve realizza il suo primo effettivo cortometraggio destinato alla circolazione festivaliera.
Prodotto da quattro nomi noti del cinema canadese come Catherine Boily, Rosalie Chicoine Perreault, Sylvain Corbeil e Nancy Grant, che hanno lavorato in contesti diversi o comuni anche con Xavier Dolan, il film è stato presentato in prima mondiale al Festival di Venezia e approda adessp alle Journées du cinéma québécois en Italie, nella selezione degli otto cortometraggi visibili gratuitamente su piattaforma OpenDB fino al 9 marzo.

III si vede da questa parte in streaming gratuito, e in dodici minuti descrive la relazione viscerale di una bambina con i due fratelli quasi coetanei.

Immersi in una natura rigogliosa, si dedicano in modo diverso all’osservazione dei fenomeni e della fauna circostante. Il primo raccoglie anfibi nello stagno, il secondo gioca con gli artropodi che camminano sul suo corpo, la terza riposa sull’amaca, prima di esser svegliata per una spedizione di pesca in riva al lago.

Su quel confine tra terra e acqua Salomé Villeneuve azzera i dialoghi e determina tre modi diversi di percepire la natura esterna e le risonanze di questa sull’interiorità, con un cinema fatto di dettagli e di forti connotazioni sensoriali.

All’istinto predatorio di uno dei due fratelli, contrappone la pazienza entomologica del secondo e il rifiuto della bambina per la sofferenza. Il bottino della pesca innescherà la discordia e una reazione brutale che metterà tutti e tre di fronte alla prima esperienza con la violenza e le sue conseguenze.

III, nella chiarezza adamantina di un cinema scritto attraverso i sensi, diventa a un certo punto misterioso come un rituale, proprio per la capacità della giovane regista di muoversi tra dolcezza e furia in un ambiente famigliare e allo stesso tempo inconoscibile, come quello della campagna.
Senza dover per forza stabilire connessioni delimitanti, c’è tutta la libertà del cinema inglese degli anni sessanta, nel suo rapporto vitale con l’esplorazione di una natura radicalmente soggettivizzata, dove il tempo può essere dilatato oppure contratto con furibonda adesione ai sommovimenti dell’anima.

L’occhio femminile, concentrato nell’ultima splendida inquadratura come sguardo ampio e celebrativo che include tutte le antinomie, risorge dalla morte e spande vita sull’improvviso crepuscolo che ha sorpreso tutti e tre ai margini di una piccola, ma estrema esperienza di confine.

Violenza e abbraccio, terrore e meraviglia, sembrano le caratteristiche sulle quali potrebbe svilupparsi il cinema di un talento sedotto dalle possibilità di un mezzo immerso nuovamente nel mondo, dall’infinitamente piccolo ad un’ampiezza insondabile.

III di Salomé Villeneuve (Canada, 2022 – 12 min)
Interpreti: Anne Florence Lavigne-Desjardins, Eliott Desjardins Gauthier, Alexandre Dupras
Sceneggiatura: Salomé Villeneuve
Fotografia: Fred Gervais
Montaggio: Émile Vallée, Salomé Villeneuve

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Michele Faggi è il fondatore di Indie-eye. Videomaker e Giornalista regolarmente iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Toscana, è anche un critico cinematografico. Esperto di Storia del Videoclip, si è occupato e si occupa di Podcast sin dagli albori del formato. Scrive anche di musica e colonne sonore. Si è occupato per 20 anni di formazione. Ha pubblicato volumi su cinema e nuovi media.
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