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#karmaticket l’iniziativa di Cinema Beltrade che regala un biglietto a migranti e richiedenti asilo: l’intervista

Chi l’ha detto che l’alternativa alla piattezza dei grandi multiplex sia rappresentata dal sistema altrettanto omologato dei salottini buoni e alla moda; quelle case del cinema in mano ad un solo soggetto?
Il milanese Cinema Beltrade è un pezzo di storia che resiste e che senza adattamenti forzati, porta avanti un’idea di fruizione più vicina alle persone e allo stesso tempo attentissima ai mutamenti culturali e sociali. Ubicato in via Nino Oxilia, quello di “Rapsodia Satanica”, è vicinissimo alla storica via Soperga, la cosidetta “via del cinema” milanese, dove per decenni si sono concentrate le maggiori case di distribuzione, noleggio e tutte quelle aziende adibite alla fornitura di materiali e dispositivi per il cinema.
Per i gestori della piccola sala, luogo e dimensioni della stessa sono adatte a favorire l’incontro, lo scambio e la riflessione. Una filosofia che viene applicata attraverso strumenti e iniziative di supporto alle semplici proiezioni, ma che sostanzialmente si integra nel tessuto urbano come elemento vivo, capace di registrare e restituire tutte le vibrazioni che animano la vita di un quartiere.
Al Beltrade resiste anche la storia della visione, perché nonostante il passaggio forzato di tutte le sale al DCP, l’attenzione ai formati consente a questa straordinaria realtà di proporre pellicole in 16mm e 35mm  per occasioni speciali.
Questa attenzione al film, alla sua storia e a chi lo guarda si è recentemente allargata all’idea migliore di multiculturalismo, quella che tra convivenza e identità, trova l’unica terra di mezzo possibile. Si chiama #karmaticket la nuova iniziativa della sala milanese e oltre al biglietto standard, consente di acquistarne uno al prezzo ridotto di 3 EURO per un migrante o un richiedente asilo. Il Biglietto aggiuntivo verrà infatti donato agli Studenti della Rete Scuole Senza Permesso e ai centri di accoglienza del quartiere.
In un periodo in cui si usano le ruspe, da destra a sinistra, l’idea del Beltrade ci è sembrata folgorante come tutte le idee semplici, quelle che allo svuotamento di senso della comunicazione “smart”, antepongono l’azione diretta.
Per saperne di più, li abbiamo intervistati.

Come è nata l’idea di #karmaticket?

Nel 2016 abbiamo frequentato un’edizione degli “Innovation Labs” organizzati da Europa Cinemas (Un network di sale che mirano a favorire la circolazione del cinema europeo, nato con il supporto del programma Creative Europe / MEDIA. ) per gli esercenti cinematografici e lì abbiamo conosciuto persone che come noi gestiscono sale in giro per l’Europa, tra loro anche molto diverse ma spesso unite da un simile spirito di passione e creatività. Tra loro anche Franziska Rummel, che ha raccontato alcune delle esperienze e iniziative del Kino Moviemento. Nel 2017 eravamo a Berlino per il festival e abbiamo visitato alcuni cinema tra cui appunto la piccola multisala di Kreuzberg, che Franziska ci ha mostrato. Da loro abbiamo rubato un paio di idee: le slide che ora anche noi utilizziamo in parte al posto dei trailer e il karma ticket.

Avete avuto modo di testare da vicino il funzionamento al Kino Moviemento di Berlino?

Non abbiamo constatato di persona come funziona, ma Franziska ci ha spiegato senso e funzionamento della cosa.

Quali differenze e similitudini ci sono tra il Beltrade e il Moviemento?

Il Moviemento è un cinema antico che ha attraversato molte fasi diverse, si trova in un quartiere multiculturale per eccellenza e appare molto radicato nel territorio, gestito come uno spazio culturale aperto e attivo, non pretenzioso: in alcune cose ricorda quasi un centro sociale, e anche se il Beltrade è una realtà diversa abbiamo comunque sentito subito simpatia e affinità. Rispetto al Beltrade è uno spazio più grande e complesso, ha tre sale, più un bar e altri spazi, ma nel tipo di programmazione e nello spirito con cui è gestito ci sentiamo vicini. La storia è diversa, alle spalle non c’è un cinema parrocchiale gestito dai volontari ma una sala antica che ha avuto fasi quasi leggendarie, e questo genera sicuramente delle differenze e un diverso modo di radicarsi nel tessuto locale e cittadino. Insomma, è un progetto più ‘grande’, ma anche per questo ci ha colpito favorevolmente il fatto che mantenga la sua ‘purezza’, cioè che non si abbia affatto l’impressione che qualcuno lì dentro voglia lucrare sullo spazio né trasformarlo in un luogo leccato e di moda.

Chi saranno i beneficiari dell’iniziativa del Beltrade, ci raccontate un po’ il quartiere dove si trova il cinema, marginalità incluse, se ce ne sono?

I beneficiari saranno anzitutto gli studenti della “Rete scuole senza permesso“, con cui abbiamo già collaborato con proiezioni dedicate e abbiamo in essere già delle convenzioni (riduzione extra per gli studenti). Sopra il cinema, nelle sale dell’oratorio, ha sede una scuola di italiano per stranieri che aderisce alla rete e con la quale abbiamo avuto il primo contatto anni fa, per poi realizzare appunto progetti insieme alla rete. In via Sammartini ci sono dei centri di accoglienza per migranti che abbiamo contattato già in passato e infine c’è la Casa della Carità con cui abbiamo già avviato una collaborazione per favorire l’accesso alle persone da loro ospitate. Nel quartiere le occasioni di stringere collaborazioni con associazioni che si occupano di stranieri sono piuttosto frequenti. Insomma, si tratta di un nuovo passo in un percorso già avviato, che mira a rendere partecipe il nostro pubblico di queste iniziative, a renderle più visibili, più ampie e strutturate e più stabili nel tempo.
La scelta degli stranieri come destinitari segue insomma un percorso tracciato in seguito a relazioni che si sono instaurate in modo naturale con realtà di zona e non vuole essere discriminatoria. In sala accogliamo già ragazzi italiani e non provenienti da cps anche in forma totalmente gratuita e ci capita di fare biglietti extraridotti a persone che si dichiarano in difficoltà economiche. Per la stessa ragione diamo accesso alla riduzione ai giovani fino a 25 anni e ultimamente abbiamo aderito al “piano anticaldo” del Comune offrendo 60 biglietti gratuiti agli anziani della zona. In generale, il Beltrade fa una politica di prezzo bassi soprattutto per gli spettatori abituali, che possono acquistare tessere con biglietti prepagati molto convenienti o la tessera fedeltà che costa poco e dà diritto al ridotto per tutte le proiezioni.

Quanto è importante per voi il cinema dal punto di vista formativo?

Lo è stato per noi, pensiamo che possa esserlo per tutti. Il cinema è molte cose e può essere utilizzato in molti modi, può rispondere a diversi scopi e può accontentare gusti e culture diverse. Forse anche per questo ci piace presentare al Beltrade un cinema multiforme e lasciare che registi, interpreti, ma anche lavoratori, docenti, artisti, attivisti, poeti, professionisti, giornalisti eccetera approfittino, insieme al pubblico, dei film per creare con noi delle occasioni di condivisione.

Ci sono altre iniziative a carattere sociale che il Beltrade veicola durante l’anno?

Ci sono state iniziative fatte in collaborazione con associazioni di molti tipi diversi (ogni film può diventare un pretesto per parlare di un tema, discutere e perfino per avviare progetti e raccogliere fondi, soprattutto i documentari), con il quartiere (Festival di Sannolo), e da un anno circa, dopo qualche ricerca, abbiamo trovato una persona disponibile ad aprire un “Alveare che dice sì” che si chiama Alveare Beltrade ed è un punto di riferimento nel quartiere per una spesa etica a km 0: gli iscritti acquistano online e una volta alla settimana vengono a ritirare la spesa sotto il portico dell’oratorio attiguo al cinema direttamente dai produttori.

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