giovedì, Febbraio 20, 2025

La tour de glace (The Ice Tower) di Lucile Hadžihalilović: recensione – Berlinale 75 (Concorso)

Favola crudele, film di montagna, mondo a sé: la nuova, ipnotica opera di Lucile Hadžihalilović in concorso a Berlino.

Non c’è coming of age più appassionante e crudele di quello offerto dalle favole, e Lucile Hadžihalilović lo sa bene.

In questo “Bergfilm” fotografato attraverso cristalli, vetrini e un glass darkly, l’autrice di Earwig adatta a modo suo La regina delle nevi di Andersen, sostituendo il bimbo con la diciassettenne Clara Pacini.

La regina, reginissima e terrorizzante, è nientemeno che Marion Cotillard. La fotografia livida di Jonathan Ricquebourg fa miracoli nell’impregnare di mistero questo racconto altoatesino (ma francofono) ambientato nei primi anni Settanta.

Le riprese montane sono da brividi. Hadžihalilović a sua volta azzarda una magia complicata che può anche non arrivare, cioè la metamorfosi di una narrazione sognante, misteriosa nel senso più astratto e assoluto del termine, in una storia concreta, vera, durissima. Qualcuno dirà che così facendo il sortilegio s’infrange e il cristallo diventa un ninnolo. Ma il film regge, diventando sempre più una storia di resistenza – oggigiorno si direbbe: resilienza – e di traumi superati.

La tour de glace regala sequenze hitchcockiane a base di corvi, fughe nell’immaginario degne di Heavenly Creatures (1993) e una scena di pattinaggio sul ghiaccio con It’s 5 O’Clock interpretata dagli Aphrodite’s Child che è ipnosi pura.

C’è anche tanto cinema nel cinema, con Gaspar Noé (compagno di Hadžihalilović) imparrucchinato e intento a girare pellicole di genere. Il suo personaggio si chiama “Dino”. Magnifico e dolente anche August Diehl in un ruolo dimesso da medico, maggiordomo, ex amante della Gloria Swanson incarnata da Cotillard.

Un film lineare malgrado tutto, potentemente femminile, capace di creare un mondo tutto per sé. Chapeau.

The ice tower di Lucile Hadžihalilović (La tour de glace – Francia, Germania 2025, 118 min)
Interpreti: Marion Cotillard, Clara Pacini, August Diehl, Gaspar Noé
Scenggiatura: Geoff Cox, Lucile Hadžihalilović
Fotografia: Jonathan Ricquebourg

Simone Aglan-Buttazzi
Simone Aglan-Buttazzi
Simone Aglan-Buttazzi è nato a Bologna nel 1976. Vive in Germania. Dal 2002 lavora in campo editoriale come traduttore (dal tedesco e dall'inglese). Studia polonistica alla Humboldt. Ha un blog intitolato Orecchie trovate nei prati

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