È un bel concorso quello dedicato dal Lucca Film Festival al cinema breve. Da quando a curarlo è Rachele Pollastrini ci sembra che la qualità sia ulteriormente cresciuta e che gli autori scelti per la competizione siano autori veri, di alto livello internazionale e che hanno fatto scelte ben precise, anche nei termini del formato fieramente praticato.
A questo proposito ci preme molto contrastare un cliché, tra l’altro dannosissimo, che accompagna la percezione dei Cortometraggi anche da parte di un certo tipo di spettatore critico.
Se ci è permesso, vorremmo sfruttare una riflessione di Luca Ferri, in concorso a Lucca con il bellissimo Colombi distribuito da Lab 80, dove il regista bergamasco chiarisce il concetto di durata in termini squisitamente temporali: “Non ci vedo niente di minore in un cortometraggio, per me è equivalente ad Abacuc (N.d.r. il primo lungometraggio di Luca Ferri). Di solito il corto è vissuto dallo spettatore quasi come un antipasto, ma io non mi pongo il problema della durata all’inizio. Per me è il tema che stai trattando che ti porta inevitabilmente verso una durata: è un caso che Colombi duri 20 minuti e che questa sia la durata massima consentita per entrare nella selezione di Venezia” (Fonte CarnageNews).
Chiaro quindi che stabilire la maggiore o minore importanza di un concorso in termini di durata sia purtroppo un equivoco frequente oltre che una colossale sciocchezza.
La giuria di qualità del concorso cortometraggi del Lucca Film Festival era costituita da:
Cristina Picchi, talentuosa regista e visual artist italiana che con i suoi lavori ha partecipato a festival come Venezia, Locarno, San Francisco, Clermont-Ferrand , Thessaloniki, oltre ad ottenere il premio per il Miglior Cortometraggio agli European Film Awards nel 2013. Il suo ultimo lavoro è Champ des possibles, del 2015, una sinfonia urbana contemporanea.
Claudio Capanna è un documentarista italiano attivo dalla fine degli anni novanta. Oltre ad aver partecipato a festival importanti come il Palm Spring Short International Film Festival, il Syracuse International Film Festival e altre rassegne internazionali, ha lavorato per Arte Francia realizzando numerosi reportage. Vive e lavora a Bruxelles.
Cristina Grosan, di nazionalità ungherese, ha studiato all’università di Babes-Bolyai a Cluj, Romania per poi specializzarsi a Budapest. Ha diretto numerosi cortometraggi, circolati attraverso i principali festival internazionali. Sta lavorando al suo primo lungometraggio, “A Coast of Gold”, attraverso il supporto di Berlinale Script Station e Sources 2. L’ultimo suo lavoro breve si intitola “Night Painting” ed è stato presentato in anteprima al Palm Springs Short Fest in California.
La sera dell’8 aprile 2017 alle ore 20:30, durante la serata di cerimonia tenutasi presso il cinema Astra di Lucca, la giuria così composta e rappresentata da Cristina Picchi e Claudio Capanna, presenti sul palco insieme alla curatrice della sezione Rachele Pollastrini e il direttore del LFF Nicola Borrelli, ha assegnato il primo premio del concorso corti dell’ LFF 2017 costituito da 500 euro in denaro, al bel film della cinese Lin Wang intitolato Death in a Day.
La motivazione, letta in sala da Cristina Picchi: Viene rappresentato un universo altamente simbolico e profondamente fisico, in cui i dettagli del quotidiano diventano astrazione e poesia e vita e morte si mescolano fino a confondersi.
Al corto vincitore è stata assegnata anche una targa realizzata dall’artista del Trentino Alto Adige Aaron Demetz
Oltre al corto vincitore, la giuria costituita da Picchi, Capanna e Grosan ha deciso di assegnare una menzione speciale al giapponese Masahiro Tsutani per il suo davvero incredibile Movements Arising from Different Relationships / Between Regularity and Irregularity II
La motivazione, letta in sala da Claudio Capanna: Gli elementi primordiali della natura diventano segno e cifra stilistica e ancora poesia. Questi organismi elementari si fondono per rappresentare creazioni e disfacimenti di universi, con quel fascino organico che solo il cinema può trasmettere.