lunedì, Novembre 4, 2024

Middle East Now 6 – dall’8 al 13 aprile, il secondo Festival della Primavera Orientale

È la sesta edizione per il Middle East Now, festival fiorentino dedicato ad una visione del medioriente non convenzionale, che come ogni anno include, oltre alla programmazione cinematografica una serie di eventi collaterali e integrati tra musica, incontri, eventi speciali, convegni, installazioni e tradizioni culinarie. Il festival, organizzato e ideato dall’associazione culturale no profit Map of Creation, attiva nella produzione di eventi culturali e di documentari, vede la direzione artistica attenta e competente di Roberto Ruta e Lisa Chiari e si svolgerà nel capoluogo toscano tra il Cinema Odeon e il Cinema Stensen per quanto riguarda le proiezioni e in altri spazi della città coinvolti per tutti gli eventi speciali in cartellone.

I film in programma quest’anno includono 43 titoli, tutti in anteprima Italiana ed Europea e passano in rassegna la recente produzione mediorientale tra documentari, lungometraggi, animazione e corti. I paesi coinvolti sono Iraq, Kurdistan, Libano, Israele, Palestina, Egitto, Giordania, Emirati Arabi, Yemen, Afghanistan, Siria, Bahrein, Algeria e Marocco accomunati da un tema che quest’anno è dedicato al viaggio come conoscenza, occasione lavorativa e culturale, visto attraverso la lente di chi conosce bene questi paesi.

Tra gli ospiti di punta, l’attrice iraniana Fatemeh Motamed-Arya nota come “Simin” e una delle attrici più importanti del cinema iraniano degli ultimi decenni; ha lavorato in più di 50 titoli e oltre alla sua carriera è impegnata in un’organizzazione nota come Charity. Al Middle East Now si potranno vedere alcuni tra i film che ha interpretato tra cui “Tales” l’ultimo film della regista Rakhshan Banietemad, miglior sceneggiatura allo scorso festival di Venezia. Oltre a questo film saranno proposti due classici del cinema iraniano, “The Blue Veiled“, titolo del ’95 diretto sempre da Rakhshan Bani Etemad e “Once upon a time, Cinema” del grande Mohsen Makhmalbaf,

Per rimanere in ambito Iraniano, il festival propone anche “Fest of Duty” documentario diretto da Firouzeh Khosrovani, “No Land’s Song” di Ayat Najafi, “Life May Be” dei due autori Mania Akbari e Mark Cousins.

Tra le novità del festival, il nuovo cinema dalla Turchia, new entry per il Middle East Now, che per l’occasione ospiterà due titoli della giovane regista Emine Emel Balci, l’anteprima italiana di “Until I Lose My Breath” presentato recentemente alla Berlinale e il suo precedente film, il documentario intitolato “Ich Liebe Dich” viaggio nella Turchia più povera e difficile dove si sogna un visto per la Germania.

Untiil i Lose My breath di Emine Emel Balci
Untiil i Lose My breath di Emine Emel Balci

Dall’Afghanistan sono previsti tre titoli in anteprima per l’italia tra cui il lungometraggio “A Few Cubic Meters of Love” di Jamshid Mahmoudi storia d’amore tra una profuga afgana e un operaio iraniano nella periferia di Tehran, il corto “Angelus Novus” di Aboozar Amini, storia di due piccoli lustrascarpe.

The Wanted 18” di Amer Shomali e Paul Cowan è uno dei titoli provenienti dalla Palestina, il film ha ottenuto il premio come miglior documentario al festival di Abu Dhabi, sulla caccia imbastita da Israele contro le 18 mucche considerate una minaccia nazionale ai tempi della Prima Intifada. Ospiti d’eccezione per la sezione Palestina i due talentuosi Tarzan e Arab, artisti eclettici cresciuti a Gaza, che con l’ultimo corto “Condom Lead” sono arrivati a Cannes ottenendo numerosi riconoscimenti; il festival presenterà un’opera documentaria realizzata dall’americano Paul Fischer e che tratteggia le tappe principali della loro carriera. A Firenze, sempre di Tarzan & Arab saranno presentati l’ultimo “Apartment 10/14” e il precedente “Premeditation”.

Tarzan & Arab
Tarzan & Arab

La Siria è protagonista del festival con il documentario di Mohammad Ali Atassi intitolato “Our terrible country” film acutissimo sul rapporto tra gli intellettuali siriani e le istanze della rivoluzione; mentre From My Syrian Room è il documentario del regista Hazem Alhamwi

Mor Loushy è la giovanissima regista israeliana che ha firmato il documentario “Censored Voices” che svela le voci censurate dei soldati rientrati dalla guerra dei sei giorni del 1967, su materiale registrato da Amos OZ e Avrahim Shapira; sempre per quanto riguarda Israele, “This is My Land” è il documentario di Tamara Erde dove si esamina l’insegnamento della storia in sei scuole indipendenti situate nelle zone occupate. “Almost Friends” di Nitzan Ofir & Barak Heymann, e “Turning Thirteen” di Dana Idsis sono altri due titoli provenienti da Israele. Nella sezioni sono inclusi anche “Shouk” di Dotan Moreno, film d’animazione vincitore al Festival di Gerusalemme; “Maternity Leave” di Moran Ifergan e “High Hopes” di Guy Davidi, sul trasferimento forzato dei beduini nella West Bank, il film è accompagnato dalla musica dei Pink Floyd.

In the Sands of Babylon” del palestinese Mohammad Al Daradji è presentato in anteprima italiana , mentre dal Kurdistan è in programma “Memories on Stone” film di chiusura del festival diretto dal kurdo Shawkat Amin Korki, storia della difficoltà di realizzare un film sul genocidio curdo. Ed è proprio il cinema Curdo ad essere omaggiato dal Middle East con la proiezione speciale di uno dei capolavori di Yilmaz Güney, “YOL“, a cui lo stesso “Memories on Stone” rende un omaggio esplicito.

The Valley” di Ghassan Salhab, regista di punta dell’attuale cinema Libanese, è un dramma interiore sull’instabilità del Libano odierno, mentre la regista Sara Ishaq dallo Yemen è presente al festival con “The Mulberry House”.

Dagli Emirati Arabi una sezione specifica chiamata Window on Eau, con cinque corti che raccontano il paese e un lungometraggio intitolato “Hamama” diretto da Nujoom Alghanem , sul viaggio della nota sciamana. Tra le sorprese, la serie televisiva “Freej” con alcuni episodi che saranno proiettati in sala, per la prima volta in Europa, e sulla scia del successo che queste “nonnine” degli Emirati stanno riscuotendo.

Il focus Travel Marocco propone una serata speciale dedicata al paese con il lungometraggio “The Narrow Frame of Midnight” di Tala Hadid mentre il documentario “Private Revolutions: Young, Female, Egyptians” della regista egiziana Alexandra Scheider , racconta il viaggio di quattro donne dopo la rivoluzione.

10949 Women” è l’opera prima della documentarista algerina Nassima Guessoum, che racconta un’eroina dimenticata della rivoluzione.

I corti brevi intitolato “Tripoli Stories” realizzati da giovani filmmakers libici e prodotta dallo Scottish Documentary Institute introduce il panorama cinematografico libico per la prima volta al Middle East, mentre la Tunisia è presente con “Kaouther Ben Hania, Peau de Colle” corto su una bimba di cinque anni che non vuole andare a scuola.

Everyday Middle East
Everyday Middle East

Tra gli eventi speciali del festival, segnaliamo “Everyday Middle East” reportage fotografico nato su Instagram grazie ad un network di fotografi che lavorano in Medio Oriente e Nord Africa, un collettivo che ha documentato incessantemente la vita in medio oriente, fuori dalle banalizzazioni dei media.
Protagonista anche l’urban drawing di Bahrain NASSER AL ZAYANI che con “Finding the Middle East in Florence” grazie ad un progetto di residenza su invito del festival ha esplorato e mappato Firenze seguendo nascosti stimoli mediorientali. I due eventi saranno presentati alla Galleria Etra – Studio Tommasi, dall’11 aprile al 10 maggio il primo e dal 10 aprile al 10 maggio il secondo.

The Narcicyst
The Narcicyst

Anche quest’anno la musica è protagonista di uno degli eventi speciali di punta del festival, dopo il successo dei Mashrou Leila, quest’anno è il turno di The Narcicyst, per la prima volta in Italia, uno dei nomi di punta dell’Arab Hip Hop, talentuoso artista di origini irachene che per l’opening del festival presenterà uno cortometraggio musicale dal titolo “Rise” e sarà protagonista di un concerto evento Venerdi 10 aprile all’Auditorium Flog insieme a Dre Love ad aprire le danze e Shantel, dj beat box, a chiuderle. Organnizza il concerto Oxfam Italia, MusicPool, La Scena Muta e Gold. Il ricavato dell’evento sarà devoluto a sostegno dei progetti di Oxfam per i profughi siriani.

Segnaliamo, tra le installazioni e altri eventi collaterali, quello curato da Leila Sajjadi intitolato Soundscape of Tehran, mappatura sonora della metropoli iraniana tra rumori industriali e suoni della tradizione; i Middle East Talks, conversazioni con giornalisti, scrittori, esperti di cultura mediorientale, tra cui segnaliamo quello di Patrick Cockburn, giornalista di The Independent che parlerà di “L’ISIS, il grande gioco della disinformazione” (Sabato 11 aprile, ore 19.30, Cinema Odeon); il corso di cucina “Pop Palestine Cuisine” con la chef-blogger Fidaa, tra ricette tipiche, regole dell’accoglienza, menu delle feste e tradizioni dolciarie; la cucina del resto torna con un secondo appuntamento a tema chiamato “La Cucina del Sultano” (giovedì 9 aprile, ore 20 Cinema Odeon) e dedicato alle specialità della cucina turca.

Michele Faggi
Michele Faggi
Michele Faggi è il fondatore di Indie-eye. Videomaker e Giornalista regolarmente iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Toscana, è anche un critico cinematografico. Esperto di Storia del Videoclip, si è occupato e si occupa di Podcast sin dagli albori del formato. Scrive anche di musica e colonne sonore. Si è occupato per 20 anni di formazione. Ha pubblicato volumi su cinema e nuovi media.

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