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Mona lisa and the blood moon di Ana Lily Amirpour: recensione, #Venezia78 – Concorso

Il film di Ana Lily Amirpour racconta una bruciante esplorazione che fornisce una quantità di suggestioni a chi voglia ragionare su cosa significhi ottenere una piena e assoluta autonomia attraverso la costruzione di stili culturali dissonanti

Nessuno dica di abbassare il volume ad Ana Lily Amirpour. Mona lisa and the blood moon sprigiona un’incontrollata energia selvaggia, con immagini gioiosamente e aggressivamente dirette, la regista ci fornisce la perfetta consapevolezza di cosa significhi vivere in uno stato di marginalità, di cosa voglia dire sfidare l’orizzonte etico dominante. Amirpour non ha paura di mescolare generi, abbinare concetti a più linguaggi visivi, lasciando che ogni scatto diventi straordinariamente eccentrico.

Mona Lisa, la giovane protagonista, interpretata da Jeon Jong-seo, è confusa, preoccupata, ammaliata, non ha idea di cosa la circondi, è scappata e l’unica certezza è quella di non voler tornare indietro. È puro istinto. Si muove per gli angoli bui di New Orleans ed entra a far parte di un corpo sociale per lei nuovo e particolare, è questo il suo atto di nascita effettivo, il suo battesimo emotivo.

Dotata di un insolito potere piega al suo volere chiunque, nessuno sa trovare i mezzi per reagire, trasformandosi in un burattino. Un’abilità troppo oscura e minacciosa, inadatta a una società che spaventata vuole sfruttarla o piegarla, condannandola all’incomprensione e all’emarginazione.

In un cammino di formazione progressivo Mona Lisa imparerà qualcosa in più da ogni persona che incontrerà sulla sua strada, trovando sollievo in chi scopre volersi prendere cura di lei.

Amirpour lascia che la sua storia non abbia confini ben definiti, è come fluttuare in una bolla, non ci sono fornite spiegazioni su chi sia davvero Mona Lisa, su cosa le abbiano fatto in passato, sulle origini di questa viandante in un mondo che non sembra appartenerle, ma solo sul viaggio che per un pezzo ci è concesso osservare. Una bruciante esplorazione che fornisce una quantità di suggestioni a chi voglia ragionare su cosa significhi ottenere una piena e assoluta autonomia attraverso la costruzione di stili culturali dissonanti.

Forse come a un certo punto osserva uno dei personaggi più belli ritratti da Amirpour, «ci rivedremo nel sequel» che come lui auspichiamo.

Mona lisa and the blood moon di Ana Lily Amirpour (USA 2021, 106 min)
Interpreti: Jeon Jong-seo, Kate Hudson, Craig Robinson, Evan Whitten, Ed Skrein
Sceneggiatura: Ana Lily Amirpour
Fotografia: Pawel Pogorzelski
Montaggio: Taylor Levy
Scenografia: Brandon Tonner-Connolly
Costumi: Natalie O’Brien
Musica: Daniel Luppi
Suono: Jacob Ribicoff, Frenchie Gaya, Chris Terhune
Effetti visivi:Brainstorm Digital

RASSEGNA PANORAMICA
voto
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Laureata nelle discipline delle Arti, della Musica e dello Spettacolo, ha frequentato un Master in Critica Giornalistica all'Accademia d'arte drammatica Silvio D'Amico e una serie di laboratori tra cui quello di scrittura cinematografica tenuto da Francesco Niccolini e Giampaolo Simi. Oltre che con indie-eye ha collaborato e/o collabora scrivendo di Cinema e Spettacolo per le riviste Fox Life, Zero Edizioni, OUTsiders Webzine
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