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Niente Da Perdere di Delphine Deloget: recensione

Sylvie, ritenuta madre inadatta, lotta in solitudine contro la rigidità dello stato per ridisegnare lo spazio e il tempo del cuore insieme al figlio Sofiane. Esce il 24 aprile nelle sale italiane il primo film di Delphine Deloget interpretato da un'intensa Virginie Efira. Leggi la recensione in anteprima

Niente da Perdere Deloget recensione

Sylvie lavora dietro il bancone di un pub assecondando gli orari inumani che le spettano. Abituata a vivere la notte e a trattare con figure sul bordo, lascia il figlio a casa. Un figlio che ama profondamente ma che mantiene e cura come e quando può. Svegliatosi a tarda notte per gustarsi uno spuntino, il minorenne Sofiane accende i fornelli con conseguenze tragiche. La cucina mezza incendiata, le ustioni sul corpo, la corsa in ospedale con il fratello maggiore e subito dopo, la segnalazione ai servizi di protezione dell’infanzia. Ed è proprio questa che innescherà una visita dell’ispettorato a casa di Sylvie, la richiesta di affidamento e il calvario di Sylvie in contrasto con la rigidità assoluta del sistema.
Il primo film di finzione di Delphine Deloget esce il 24 aprile nelle sale cinematografiche italiane ed è uno straordinario corpo a corpo tra lo spazio del cuore e quello del diritto.
Michele Faggi ne parla approfonditamente da questa parte su indie-eyeRien à perdre è uno straordinario gesto anarchico contro la concezione penale del diritto, la violenza della psicoterapia di stato, la coercizione dell’assistenza sociale. Un film intenso e libero come il volto solare e inquieto di Virginie Efira

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