lunedì, Novembre 18, 2024

Nuestro Tiempo di Carlos Reygadas – #venezia75 – Concorso: recensione

L'ultimo film di Reygadas in concorso a Venezia 75, la recensione.

Il cinema di Carlos Reygadas è volto da sempre alla dissezione della realtà interiore dei personaggi, messa a nudo da una regia che talvolta incanta con immagini delicate, ma che riesce anche a evocarne di crude, capaci di oltrepassare lo schermo stesso. Reygadas ama appellarsi alla sua immaginazione, inserendo in queste storie intrise di realismo elementi talvolta surreali che portano la visione su tutto un altro livello, non sempre di facile assimilazione.

L’ultimo film di Reygadas Nuestro tiempo, in concorso nella 75° Mostra del Cinema di Venezia, continua a riproporre questa linea estetica che, combinata a una durata importante, rende la visione un’esperienza cinematografica non adatta agli spettatori meno pazienti. Per costoro un film come Nuestro tiempo, al pari dei precedenti lavori del regista messicano, può risultare davvero una visione difficile. Nel film di cui parliamo, è proprio la durata a costituire un primo importante ostacolo: gli oltre 170 minuti sono troppi si fatica a tenere il ritmo di una narrazione a suo modo ripetitiva. La storia ripercorre infatti la crisi sentimentale tra i protagonisti, proprietari di un ranch nella campagna texana; lui, Juan, alleva le bestie, mentre la moglie Esther si occupa del ranch assieme all’addestratore di cavalli Phil. La relazione tra Juan e la consorte inizia a vacillare proprio per colpa di questo Phil, con la quale la donna inizia una storia alle spalle del marito. Ma Juan inizia presto a intuire la presenza di un amante, osservando il comportamento schivo della moglie nei suoi confronti e l’attività del suo cellulare.

La trama è tutta nell’evolversi di queste premesse, sviluppate lentamente con un crescendo di intensità della crisi di coppia, dall’ammissione del tradimento fino all’isteria. Reygadas mette in scena un dramma romantico dall’intenso realismo, per la spontaneità della recitazione e la completezza della sceneggiatura; il senso di veracità della storia è marcata ancor di più dalla presenza tra gli attori protagonisti dello stesso Carlos Reygadas e di sua moglie, Natalia López. Nuestro tiempo, in perfetto stile Reygadas, è poi immerso in un suggestivo mondo naturale, brutalmente terreno, in cui gli istinti e le pulsioni degli uomini sono accostate visivamente a quelle delle bestie, in un gioco simbolico suggestivo che può fungere assieme da commento ironico su questa turbolenta vicenda coniugale: in sostanza, quello di Reygadas è un racconto di bestie, di tori che vediamo “dibattere” a suon di corna e di uomini…cornuti che litigano.

Carnale, allusivo, disperato, spietato: Nuestro tiempo è un film senza freni inibitori, il ritratto di una crisi coniugale in cui tradito e amante sentono la necessità di confrontarsi, di affrontare la crisi su un piano innanzitutto verbale, che non prevede violenza ma solo dialogo (sono molte le scene dedicate agli scambi di mail o di sms tra le tre parti di questo triangolo amoroso). La donna partecipa in questo quadro selvaggio, nel quale uomini e animali vanno a formare nel ruvido micromondo rurale una fauna unica, fino a sentirsi manipolata, come un burattino abbandonato in mani maschili. Un gioco complesso di sentimenti ed erotismo che vede come vittima principale l’onestà dell’amore stesso; è forse l’amore un sentimento relativo? Questo si è chiesto il regista e il film è in sostanza l’elaborazione della sua risposta.

Michele Bellantuono
Michele Bellantuono
Veronese classe '91, laureato in Filologia moderna e studioso di cinema autodidatta, svolge da alcuni anni attività di critica cinematografica per realtà online. Ha un occhio di riguardo per il cinema di genere e dell'estremo oriente

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