Gianfranco Pannone, autore, documentarista, docente di grande sensibilità, aveva già raccontato Onde Radicali proprio ai microfoni della radio, lo scorso agosto nel format di Maria Antonietta Farina Coscioni noto come La Nuda Verità. Quaranta minuti di conversazione che consigliamo di ascoltare fino in fondo, e che descrivono un film ancora in fase di montaggio, ma già definito nelle sue linee fondamentali. Per Pannone è il segno di un’esperienza politica che in gioventù lo aveva avvicinato alle battaglie del Partito Radicale, ma che ovviamente oltrepassa l’aspetto personale e sentimentale grazie ad un lavoro di ricerca preciso, intorno alla fisiologia di Radio Radicale e ad alcune vicende chiave che ne hanno caratterizzato l’azione, per definirne l’importanza attraverso quella che è stata la narrazione del paese reale, lungo 45 anni di vicende politiche e sociali.
La Radio e l’archivio, sempre per Pannone, diventano luogo del possibile, dove viene ricostruita la Storia d’Italia, grazie alla costante presenza dell’emittente dove altri testimoni hanno invece preferito tradire la missione e il ruolo del servizio pubblico.
Scritto insieme a Marco Dell’Omo e Simonetta Dezi e prodotto da Mario Mazzarotto per Ganesh produzioni insieme alla Movimento Film, Onde Radicali viene presentato alla Festa del Cinema di Roma 2021 in questi giorni, ma sarà possibile vederlo durante l’autunno sui canali 122 e 402 di Sky Documentaries. Una dimensione corale, come ha raccontato Pannone a La Nuda Verità, che mette insieme sguardo autoriale e dimensione pop, cercando di instaurare un dialogo attivo con le nuove generazioni. Aspetto che nel film viene letteralmente incarnato da tre giovani redattori della rivista studentesca Scomodo, che in qualche modo commentano le voci più importanti che si sono avvicendate nella storia dell’emittente, da Leonardo Sciascia a Enzo Tortora, passando ovviamente per Marco Pannella e Massimo Bordin e dedicando un ruolo centrale alla storia politica e giornalistica di Antonio Russo, ucciso a Tbilisi, in Georgia e il cui corpo fu ritrovato senza vita e con segni di tortura, in una strada di campagna a pochi chilometri dalla città. Russo, inviato di Radio Radicale per documentare la guerra in Cecenia, è per Pannone il segno più evidente della capacità di allargare lo sguardo, raggiungendo luoghi che l’informazione pubblica non inserisce nella propria agenda. Oltre alla vicenda di Russo, i casi su cui Pannone si concentra sono quelli legati alla condanna di Enzo Tortora, l’omicidio di Giogiana Masi e il rapimento del giudice D’Urso. Anche Radio Parolaccia, l’esperimento estremo a microfoni aperti e senza censure, fortemente voluto da Marco Pannella e raccontato nel film da Rita Bernardini e Roberto Giachetti, serve a Pannone per spiegare un metodo. Senza alcun filtro, tra le bestemmie e l’odio di genere, l’Italia si rivelava prima ancora della sbornia social, prima che quella rabbia venisse sfruttata a fini elettorali dalle formazioni politiche più populiste, con spregiudicatezza nichilista.
Il film di Pannone da voce, tra i tanti, anche a: Paolo Vigevano, Pino Pietrolucci, Claudia Rittore, Emma Bonino Francesco Rutelli, Rita Bernardini, Marco Taradash, Gianfranco Spadaccia, Valter Vecellio, Roberto Giachetti, Valeria Ferro, Antonio Cerrone, Alessio Falconio, Paolo Chiarelli, Lorena D’urso.