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Paradise is Burning, la recensione in anteprima del film di Mika Gustafson

La sorellanza anarchica è il cuore del primo film di finzione diretto dalla svedese Mika Gustafson. "Paradise is burning" esce nelle sale italiane il prossimo 29 agosto. La recensione in anteprima

Il primo lungometraggio di finzione di Mika Gustafson arriva nelle sale italiane il 29 di agosto grazie a Fandango distribuzione. Presentato nell’ambito di Venezia 80 nella sezione orizzonti. La regista svedese espande l’universo anarco-punk dei suoi cortometraggi e lo lega ad un racconto di formazione urgente, attraversato da un femminismo radicale.

Laura (sedici anni), Mira (dodici anni) e Steffi (sette anni) se la cavano da sole a causa di una madre assente. Conducono una vita selvaggia e senza regole dove l’anarchia adolescenziale vive sovrana, nonostante il controllo serrato dei servizi sociali. Euforia e libertà, assenza di regole o integrazione sociale. Questa la linea sulla quale si muove il film della Gustafson.

Gustafson preferisce allora il ritratto al racconto, così come l’energia creativa del movimento ludico allo sviluppo. Intorno a questa reinvenzione del tempo, tutto quello che accade ha una forma episodica emersa dalla morfologia del quartiere e dal modo in cui le ragazze fanno esperienza di spazi e persone […] I confini della sorellanza sono quindi determinati da un’energia amorale contemplata nella sua esplosione più intensa, ed è in quest’apice che il film scorre come l’esperienza. ” (Michele Faggi)

Leggi la recensione completa del film a cura di Michele Faggi

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