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Quaderni Ucraini – Diario di Un’invasione di Igort: recensione

Igort è interessato ai dettagli, agli oggetti, agli strumenti del lavoro, ai vestiti, agli elementi della vita quotidiana. Nature morte il cui processo di decomposizione non è quello biologico, ma un'aberrazione al lavoro. La recensione dello splendido "Diario di un'invasione", secondo volume dei Quaderni Ucraini pubblicato da Oblomov Edizioni

I Quaderni di Igort andrebbero letti in parallelo, non solo per il modo in cui si integrano a vicenda facendo reagire il passato sulla percezione del presente, ma anche per la capacità di definire i confini della Storia con un linguaggio poetico che diventa predittivo.

Diario di un’invasione è uscito alla fine del 2022, a breve distanza dalla ristampa del primo volume dei Quaderni ucraini, quello dedicato alle radici del conflitto, che l’artista cagliaritano ha concepito durante il corso di alcuni anni, con un lavoro di documentazione capillare in grado di elaborare le stratificazioni temporali di un martirio dalle radici profonde.

Il nuovo volume abita l’urgenza del presente e vive quindi apparentemente nel solco emotivo dell’opera istantanea. Un’apparenza che si dissolve immediatamente, perché da un lavoro all’altro il metodo non cambia e continua a mettere al centro il valore della testimonianza diretta, come propellente creativo per la trasfigurazione poetica.

C’è quindi un’aderenza maggiore alla forma del quaderno, con la narrazione scritta che occupa uno spazio più ampio e assegna al tratto l’interpretazione impressionista degli eventi.

La capacità di sintesi e la conoscenza della Storia gli consentono di consegnare un compendio utilissimo, a nostro avviso dal grande valore didattico, che veicola le testimonianze di vita della gente comune, all’indomani dell’invasione russa in Ucraina, grazie ai continui rimandi all’imponente lavoro documentale che precede questo lavoro e che intreccia l’esperienza personale e famigliare dello stesso Igort.

Diario di un’invasione si può allora leggere in due modi, il primo, che abbiamo già accennato, come resoconto puntuale e transtorico della strategia imperialista russa, praticata con la prassi brutale dell’annichilimento, lo sradicamento di culture, lo stupro sistematico, la cancellazione di tracce materiali e spirituali, la mistificazione costante della storia e dell’informazione tout court, la distruzione di ogni eccedenza.

Il secondo, sfogliando i disegni di Igort.

Se questi li affrontiamo, con una seconda lettura, disancorati dal testo, affioreranno in modo straniante come effetto della desolazione appena descritta.

Oltre alla capacità di cogliere il bello nella persistenza del tempo sulla scena della morte, Igort non associa quasi mai alla descrizione testuale delle atrocità analogie grafiche strettamente mimetiche. Lascia invece che gli agenti naturali, dalla pioggia alla neve, rivelino il nonsenso del vuoto prodotto dall’illogicità della guerra.

Un procedimento ellittico che rappresenta gli effetti e li trasfigura nell’immagine impressionista dell’orrore.

La famiglia in fuga da Kharkiv si ferma con la macchina in mezzo alla strada e nell’oscurità della notte ascolta le esplosioni poco lontane. Queste scandiscono i passaggi aurali delle vignette dove la vita è una luce nell’ombra e i bagliori lontani l’immagine delle distruzione.

Del teatro di Mariupol distrutto, disegna gli spazi vuoti e dilaniati.

Di Bucha gli edifici neri, già ridotti ad uno scheletro dall’artiglieria; l’ingresso di un seminterrato dove si sono consumate atroci torture; la vista della città annientata e immersa nella pioggia che tutto livella.

Sono quindi i dettagli, gli oggetti, gli strumenti del lavoro, i vestiti, gli elementi della vita quotidiana a interessarlo, come nature morte il cui processo di decomposizione non è quello biologico, ma un’aberrazione.

Persino la tricromia tende verso l’azzeramento quasi totale del colore, fino alla personale elaborazione di Guernica che emerge con il tratto semplice di uno schizzo, quasi fosse la risposta di uno street artist ad un orrore irrappresentabile e da elaborare con l’aggregazione furibonda di linee e corpi. Ma anche in questo caso dove il simbolo sostituisce una realtà non osservabile, la qualità dei disegni di Igort è legata ad un’elaborazione essenziale degli eventi. Il fatto non vive qui nell’ossessione dell’equitemporalità ipermediale, perché si confronta con la terra, il fango, le intemperie e la natura indifferente.

Lo fa anche quando distingue la forte componente iconologica utilizzata per preparare l’informazione globale alle esequie di Dar’ja Dugina. Quell’immagine, di bellezza squisitamente rappresentativa, quasi fosse desunta da un immaginario cinematografico noto, collide con tutto quello che abbiamo sfogliato fino a quel momento, dove l’ossessione complottista della pornografia negazionista non può niente, rispetto ad un occhio testimoniale immerso tra resti e macerie.

Quaderni Ucraini, Diario di un’invasione – di IGORT

EDITORE: OBLOMOV EDIZIONI
COLLANA: HERRIMAN
PAGINE: 168 / COLORI
FORMATO: 17×24 cm
RILEGATURA: BROSSURA
ISBN: 9788831459563
PREZZO: € 19,00
ACQUISTALO SUL SITO DI OBLOMOV EDIZIONI

Quaderni Ucraini. Diario di un’invasione è il secondo volume dei Quaderni ucraini, il racconto in diretta dell’aggressione dell’Ucraina da parte della Russia di Putin, un reportage disegnato che testimonia giorno per giorno, attraverso la viva voce dei civili, la vita sotto i bombardamenti, nelle città assediate.

Forte di una rete di testimoni sul campo, costruita nel tempo, a partire dal soggiorno di due anni in Ucraina e dalle lunghe permanenze nei paesi dell’ex Unione Sovietica, Igort registra quotidianamente decine di telefonate che raccontano la vita di stenti e privazioni della popolazione ucraina. L’evacuazione obbligata, la ricerca disperata dei parenti, del cibo, dell’acqua. Un affresco desolante e umanissimo in cui anche il sale o il pane diventano beni indispensabili per ritrovare una parvenza di umanità e normalità.

Dopo aver raccontato, nel primo volume dei Quaderni ucraini – best seller pluripremiato, pubblicato in tutta Europa, Stati Uniti e Asia – le radici di questo conflitto, Igort ritorna a scrivere dell’Ucraina per dare voce a chi solitamente rimane inascoltato: l’uomo comune che vive e soffre le conseguenze di una guerra insensata e brutale.

Quaderni ucraini. Diario di un’invasione registra dal basso l’incedere apparentemente inarrestabile di una guerra fratricida. La resistenza ucraina, la superiorità militare della Russia, la determinazione di un popolo che soffre ma non cede. Speranza, disillusione, orgoglio e solidarietà costruiscono la struttura drammatica ed emotiva di questo volume.

Igort, nome d’arte di Igor Tuveri, è personalità poliedrica di artista. Autore prolifico di graphic novel pluripremiati, regista, illustratore ed editore, è anche autore di racconti, romanzi e musiche.
È stato il primo occidentale a disegnare un manga in Giappone e ha pubblicato su tutte le più prestigiose riviste italiane e internazionali. Nutrendosi di lunghe permanenze in Giappone e nei paesi dell’ex Unione Sovietica, ha maturato uno stile espressivo che unisce le peculiarità del graphic novel, di cui è maestro riconosciuto, e del graphic journalism, diventando una voce tra le più originali del panorama artistico internazionale.
Ha debuttato alla regia con il film “5 è il numero perfetto”, tratto dall’omonimo fumetto. Premiato al Comicon come migliore disegnatore del 2016, a Lucca Comics come migliore autore 2016, Premio Napoli per la diffusione della cultura italiana. Premio Romics alla carriera 2017.



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Michele Faggi è il fondatore di Indie-eye. Videomaker e Giornalista regolarmente iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Toscana, è anche un critico cinematografico. Esperto di Storia del Videoclip, si è occupato e si occupa di Podcast sin dagli albori del formato. Scrive anche di musica e colonne sonore. Si è occupato per 20 anni di formazione. Ha pubblicato volumi su cinema e nuovi media.
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