Bence Fliegauf torna alla Berlinale a cinque anni da Liliom ösvény, a quasi dieci dallo splendido Just the Wind e a quasi venti da Rengeteg (Forest), il film che l’ha fatto conoscere al pubblico dei cinefili.
Lo fa, sulla carta, con un seguito di Rengeteg. Operazione concettuale a cominciare dalla pretesa, stimolante in quanto mera provocazione, di riallacciarsi alle microstorie di quel gruppo di personaggi che s’incrocia, senza saperlo, all’uscita di un centro commerciale di Budapest.
Quella di Forest non è e non potrà mai essere una saga. I suoi zoom estremi nella vita di persone in crisi, riprese tra quattro mura, a luci basse e in primissimo piano, valgono come uno statement cinematografico fine a sé stesso. A Fliegauf interessa l’atmosfera che permea le sue vignette quasi improvvisate. Solo di rado (Womb, Just the Wind) oltre al mood c’è anche una trama.
Rengeteg – mindenhol látlak propone sette nuove piccole storie raccontate tutte alla stessa maniera, con l’eccezione di quella che apre e chiude e il film. Ogni volta si parte dalla fine in forma di prolessi, poi si torna indietro e il dialogo conduce fino a quella scena già vista, riproponendola.
I temi non sono il massimo dell’originalità: una coppia infertile con una bambola nell’armadio, una donna scomparsa dopo essersi sottoposta a un detox digitale, un incidente d’auto che uccide una madre e menoma una giovane atleta, un uomo che raggira famiglie afflitte da casi di tumore.
S’instaura un clima luttuoso che non riesce tuttavia a creare un legame empatico coi protagonisti. Come nel caso di Liliom ösvény, il film è nei movimenti della camera digitale, persino udibili nella loro scattosità, nel precipizio spiraliforme in una dimensione privata, sussurrata, quasi spiata.
Un esperimento paradossalmente tecnocratico. Rispetto al Rengeteg originale resta un solo attore, Lázló Cziffer, presente anche in Just the Wind.
Per completisti fliegaufiani.
Rengeteg – mindenhol látlak di Bence Fliegauf (Forest – I See You Everywhere, 112 min, Ungheria 2021)
interpreti: Juli Jakab, Lázló Cziffer, Lilla Kizlinger