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See You Next Tuesday, la recensione del film di Drew Tobia

Mona (Eleanore Pienta) è una giovane ragazza vicina al nono mese di gravidanza e nel pieno di un pesante esaurimento nervoso; una scissione con la realtà che ha origini ben più lontane e radicate nella sua famiglia. La madre May (Dana Eskelson) è un’ex alcolista ancora sotto controllo e sua sorella Jordan (Molly Plunk) è un’artista senza un impiego proficuo; vive alle spalle della fidanzata Sylve (Keisha Zollar) e il suo comportamento per certi versi si mantiene al di qua di quel limite che la sorella ha già superato. Mentre Jordan si rifiuta di comunicare da anni con la madre, Mona si trova quindi in una posizione intermedia e con tutta la sua follia estrema è l’unica che cerca ancora un contatto vitale tra i due mondi. Sola in una stanza disastrata, sarà costretta ad abbandonarla dopo aver mollato il lavoro, per entrare in modo distruttivo nella vita della sorella.
Drew Tobia, conosciuto nei circuiti underground per i suoi corti disturbanti, dopo il premio ottenuto all’Atlanta Underground Film Festival del 2009 con Leperfuck, piccolo horror prostetico e domestico,  gira con See You Next Tuesday il suo primo lungometraggio facendolo circolare attraverso numerosi festival come il Chicago Underground, il Boston Underground, il Sidewalk FF, L’Arizona Underground FF, l’indieMemphis FF e il Belfort IFF, ottenendo una serie di premi in tutti questi contesti.

Se la sensazione iniziale è quella di aver a che fare con una commedia disfunzionale per la “comunità” hipster, ci si ricrede dopo i primi minuti, da quando il volto inebetito e perso nel vuoto di Mona occupa un lungo primo piano sul quale scorrono i titoli di testa; scritto a quattro mani con la Pienta (The Unspeakable Act di Dan Sallitt), See You Next Tuesday è in realtà un film sudicio, sopra le righe, volutamente disturbante e orientato a rilevare un vero e proprio corto circuito tra le attitudini della contro-cultura “intelligente” e una realtà afflitta dalla demenza e dalla solitudine.
Quando i surrogati pop della realtà non saranno più sufficienti ad interpretare il mondo, quello interiore di Mona esploderà con una violenza talmente teatralizzata da manifestarsi come un atto ripetuto di ribellione “punk” contro un teatro molto più radicato, quello dei rapporti, delle feste che contano, dell’arena lavorativa, della deriva dei sentimenti.
La maternità della ragazza è un peso, non se ne conoscono le origini se non in termini negativi; come una bambina dal corpo eccedente Mona si porta dietro la mutazione del suo corpo irrompendo in un mondo sbilanciato attraverso il vomito, gli insulti, un comportamento distruttivo.
Una delle sequenze che più di altre mostrano la fisicità amorale del film di Tobia, è il lungo e disperato rientro di Mona verso casa dopo aver pestato una collega del supermercato dove lavora come commessa e tagliato un orecchio al capo del personale; Tobia la segue in questa corsa allucinata attraverso la città fino al rientro in casa poco dopo aver sorpreso un vicino che si masturba sulle scale; in preda a dolorose contrazioni, la ragazza sembra dover partorire da un momento all’altro; si stende tra il letto e il mobiletto di fronte e con uno sforzo atroce, espelle uno stronzo dall’ano, lo raccoglie e lo mette in un sacchetto di plastica per gettarlo dalla finestra.
Gli occhiali finti di Mona, quelli con le lenti disegnate, il giubbotto di pelle dai colori sparatissimi, i vestiti improbabili, il suo reclamare attenzione con un pianto fuori misura, hanno la forza distruttiva del travestimento esibito in un mondo di relazioni il cui limite viene costantemente dissimulato; tanto che alla festa lesbo dell’amica di Sylve, Mona sarà filmata da Tobia perfettamente a suo agio sul divano con i bambini, a dispetto di tutte le preoccupazioni della padrona di casa, che disturbata dal turpiloquio della ragazza, trasformerà la sua “correctness” middle-class in un’incapacità totale di accogliere la diversità.
See you Next tuesday è un piccolo film eccessivo, a tratti superficialmente estremo, ma popolato da un’umanità “scaracchiante” e recalcitrante come quella che vive nel mondo “derelitto” e senza compromessi disegnato da Robert Crumb e in quello “cattivo” raccontato nel cinema di Terry Zwigoff; Drew Tobia, affidandosi alla performance davvero notevole di Eleanore Pienta a metà tra fanciullezza e follia, disattiva ogni possibile scorciatoia cinica, abbracciando con sincero amore le creature di un mondo alla deriva.

See you next tuesday, il trailer

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