Nelle interviste impossibili curate da Lidia Motta per La Rai tra il 1974 e il 1975, William Shakespeare non c’è. Eppure nell’incalzante e a tratti visionario incalzare di Arbasino, Calvino, Ceronetti, Eco, Manganelli, per citare gli intervistatori più frequenti nello storico doppio ciclo di trasmissioni, il Bardo dell’Avon avrebbe innescato interessanti cortocircuiti.
Ci ha pensato il gruppo di ricerca teatrale noto con il nome di Sotterraneo, nato a Firenze nel 2005 e composto da un nucleo fisso d’autori, spesso affiancati da una serie di collaboratori variabili.
Avant-pop è un termine a loro caro e designa una tendenza transmediale della scrittura, capace di attingere da molteplici piani culturali, per attivare un processo di contaminazione circolare tra ciò che definiamo come alto e basso.
Tra biografia e mito, il percorso di Shakespeare è una vera e propria costellazione di dubbi, teorie, studi specifici che si fanno a pezzi a vicenda, alla ricerca di una figura inafferrabile, ma che ha lasciato probabilmente tutte le risposte possibili in un corpus letterario ineguagliabile per mole e qualità.
Shakespearology è un’intervista condotta con le voci-off degli autori di Sotterraneo, mentre al centro del palco Woody Neri accoglie le domande nei panni di un Bardo post-moderno, costruito e immaginato da tutta quella convergenza ed equitemporalità di elementi che hanno riletto e interpretato le sue opere dalla sua morte, avanti per i 400 anni successivi.
Tra stand-up comedy esilarante, performance e pezzo di bravura, capillare analisi del testo e messa in abisso di frammenti che provengono dalla contemporaneità, Shakespearology gioca con le icone della rockstar, del poeta rivisto attraverso numerose lenti culturali, ma anche con l’immagine del teatro come spazio apolide e creativo, ancora capace di spezzare la relazione convenzionale tra testo e scrittura di scena.
“È da un po’ di tempo che volevamo usare il teatro come quella famosa telefonata – spiega la compagnia – per incontrare Sir William Shakespeare in carne-e-ossa e fare due chiacchiere con lui sulla sua biografia, su cosa è stato fatto delle sue opere, su più di 400 anni della sua storia post-mortem dentro e fuori dalla scena – come se accompagnassimo Van Gogh al Van Gogh Museum o Dante in mezzo ai turisti che visitano la sua abitazione fiorentina. Partiamo dall’immaginario collettivo per parlare con Shakespeare. Certo, non sarà il vero, autentico, originario William Shakespeare, ma se riusciamo a incontrare anche uno solo dei possibili Shakespeare, forse l’esperimento potrà dirsi riuscito”.
Sotterraneo teatro, le cui produzioni hanno ricevuto numerosi riconoscimenti fra cui è utile ricordare due Premi Ubu, il Premio Lo Straniero e il Premio Hystrio, sarà in scena per la rassegna “Un palco in Biblioteca” della Biblioteca Ragionieri a Sesto Fiorentino, domani 20 luglio 2023, ore 21:15.
L’ingresso è gratuito fino ad esaurimento posti ed è necessario prenotare attraverso il form preposto da questa parte: https://bit.ly/palco23
[Materiale fotografico per la stampa presente nell’articolo – concesso da ufficio stampa Marco Mannucci, foto in cover di Francesco Niccolai]