venerdì, Novembre 22, 2024

The Butler – un maggiordomo alla casa bianca: il film di Lee Daniels tra retorica e furbizia

Una cosa sembra certa: The Butler- Un maggiordomo alla Casa Bianca sarà tra i grandi protagonisti ai prossimi premi Oscar. Il film di Lee Daniels (Precious) che porta sul grande schermo la vita di Eugene Allen, maggiordomo di colore in servizio per più di trenta anni alla Casa Bianca, ha tutto per commuovere e per emozionare il grande pubblico. Partendo innanzitutto da un cast stellare, formato da Forest Whitaker, Oprah Winfrey, Cuba Gooding Jr, Lenny Kravitz e dai vari John Cusack, Robin Williams, Vanessa Redgrave, Jane Fonda, Alan Rickman, che si sono prestati per quelle che vanno considerate più di semplici comparsate. Poi, ovviamente, per l’importanza dei temi sociali e politici affrontati:  dallo sfruttamento nei campi di cotone nel sud degli Stati Uniti all’elezione di Barack Obama nel 2008, The Butler ripercorre attraverso gli occhi e le esperienze del suo protagonista (nel film con il nome di Cecil Gaines) la storia di quasi un secolo di lotte per l’affermazione dei diritti della comunità afro-americana. Tutto è incentrato sulla discriminazione razziale subita dai neri d’America. Storie di persecuzioni, di schiavismo, di Ku Klux Klan, di Martin Luther King, di Malcom X e di Pantere nere. Storia, soprattutto, di Cecil, una storia di riscatto, di orgoglio e di disciplina. Ma la vita, per Cecil, non è stata facile: dietro lo sguardo impassibile con il quale presta servizio ai vari Presidenti degli Stati Uniti, si nasconde una tensione che lo accompagnerà nel corso degli anni: dall’atroce distacco dai genitori al turbolento rapporto con il figlio maggiore, impegnato in prima linea nella lotta per i diritti, Cecil acquista consapevolezza solo nell’ultima fase della sua esistenza, segnata dal riavvicinamento con il figlio e dall’impegno nella campagna elettorale di Barack Obama.

The Butler scorre su due binari: il primo, completamente individuale e personale, è la vicenda di Cecil e la sua devozione al lavoro. L’immobilismo fisico e intellettuale di Cecil fa da contraltare al secondo binario, quello delle lotte che impazzano in tutta l’America, lotte che coinvolgono il figlio e che creano una coscienza che porterà alla lenta e inesorabile conquista dei diritti. I Presidenti si susseguono, nelle stanze ovali Cecil acquista considerazione ma fuori lo scontro diviene sempre più drammatico e nessuno riesce a trovare una soluzione. Il figlio maggiore viene continuamente arrestato mentre quello minore perderà la vita in Vietnam. La microstoria segna in modo indelebile la vita di Cecil, un nero che ha accettato di servire i bianchi per guadagnarsi da loro rispetto e gratitudine. Nel finale i due binari si allineano e lo scontro tra due generazioni diverse si ricompone nella speranza rappresentata da Obama e dalla sua politica.

Costruendo gran parte del racconto sul conflitto tra Cecil e suo figlio maggiore, il regista Lee Daniels realizza un affresco che sa di epopea popolare, intriso di retorica e buoni sentimenti. Come spesso accade alle grandi produzioni hollywoodiane, in cui la valenza artistica viene subordinata alle esigenze di botteghino, la forza di temi quanto mai fondamentali si perde dentro un’enfasi che rende la struttura debole e scontata. La macchina da presa di Lee Daniels sembra uscita da una lezione di puro accademismo e asseconda una retorica spicciola, che trova il suo culmine in una delle prime inquadrature, quando una bandiera degli Stati Uniti sventola alle spalle di due persone di colore barbaramente trucidate. Anche l’interpretazione di Forest Whitaker non convince fino in fondo (altri tempi quelli di Ghost Dog), mentre Oprah Winfrey, nella doppia veste di produttrice e attrice (è la moglie di Cecil), si candida con autorevolezza ad una statuetta.

Michele Nardini
Michele Nardini
Michele Nardini è laureato in Cinema, Teatro e produzione multimediale all’Università di Pisa e ha alle spalle un Master in Comunicazione pubblica e politica. Giornalista pubblicista, sta maturando esperienze in uffici stampa e in redazioni di quotidiani, ma la sua grande passione rimane il cinema

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