William Friedkin non girava un film di finzione dal 2011, quando proprio in laguna presentò Killer Joe, tratto dalla piece teatrale di Tracy Letts. Ha un’origine simile The Caine Mutiny Court-Martial, tratto da un’opera in due atti di Herman Wouk, adattata per il palco nel 1954 e tratta dal suo stesso romanzo pubblicato tre anni prima.
Il romanzo del premio Pulitzer aveva già ispirato un film di Edward Dmytryk e uno di Altman prodotto per la televisione nel 1988.
La vicenda viene aggiornata e invece della Seconda Guerra Mondiale, il processo per ammutinamento che coinvolge un membro della Marina statunitense, è ambientato ai giorni nostri e riguarda il tenente Stephen Maryk, interpretato da Jake Lacy, convinto di dover sollevare dal suo ruolo di comandante il superiore Philip Francis Queeg, interpretato da Kiefer Sutherland. Il primo è convinto che Queeg sia instabile e dannoso per gli uomini dell’equipaggio
Friedkin, che non ha trovato stimoli rilevanti negli ultimi dieci anni, ha deciso di adattare il lavoro di Wouk per la sua attualità e per l’alto potenziale drammatico. Quello che per il regista americano è uno dei migliori courtroom drama in assoluto, viene infatti trasposto nel contesto del Golfo e dello stretto di Hormuz che conducono in Iran. Il perfetto meccanismo ad orologeria di un ammutinamento totalmente inventato, interessa a Friedkin in termini strutturali, di accuratezza e organizzazione dello spazio filmico.
Il film sarà presentato fuori concorso all’ottantesima Mostra Internazionale D’Arte Cinematografica di Venezia, in programma dal 30 agosto al 9 settembre 2023
[Materiale stampa e foto, ufficio stampa La Biennale di Venezia]