domenica, Dicembre 22, 2024

The Marvel Age of Comics 1961-1978 di Roy Thomas: Taschen pubblica un volume fondamentale

Marvel Comics, le origini di un fenomeno popolare

La popolarità dell’universo Marvel, grazie anche al fecondo scambio tra cinema e fumetto, ha raggiunto livelli mai visti negli ultimi anni. Comprendere l’origine di un fenomeno senza precedenti nell’ambito della cultura popolare diventa essenziale alla luce di quel cambiamento che ha coinvolto la qualità e la densità dei media, ma anche le prassi creative degli autori coinvolti.

Taschen e l’universo Marvel

È un mondo distante più di mezzo secolo quello esaminato dal grande volume Taschen intitolato “The Marvel Age of Comics – 1961-1978“. Il libro, curato da Roy Thomas è disponibile anche in lingua italiana e non è il primo dedicato al mondo dei supereroi dalla casa editrice tedesca.
Per quanto riguarda l’universo Marvel, il titolo si integra con il volume extra large 75 Years of Marvel Comics. From the Golden Age to the Silver Screen, mastodontica opera illustrata, pubblicata tre anni fa e ancora disponibile in lingua Inglese e Francese.

The Marvel Age of Comics – 1961 -1978, acquista il libro in lingua italiana a prezzo scontato sul sito di Logos Edizioni, distributore di Taschen per l’Italia

The Marvel Age of Comics 1961-1978 di Roy Thomas

Nel volume in oggetto vengono esaminati due decenni di furiosa creatività attraverso i nomi di quegli autori considerati fondamentali: Stan Lee, Jack Kirby, Steve Ditko e i disegnatori John Romita Sr., John Buscema, Gene Colan e Jim Steranko.

Roy Thomas, vero e proprio successore di Lee alla Marvel Comics e autore di numerosi successi (Conan Il Barbaro, il genere Sword and Sorcery, I Vendicatori, Mystic Arcana), oltre a mettere insieme il volume, offre le sue testimonianze insieme agli autori citati e ad altri sceneggiatori come Len Wein, Mary Wolfman e Jim Starlin, tutti notissimi negli anni settanta. 

La prime due pagine e le ultime due del volume, ospitano una cronologia illustrata dal 1961 al 1978, così da aprire e chiudere l’intera opera con un’infografica utile e veloce da consultare. 

Il volume di Roy Thomas curato da Josh Baker è costituito da 396 pagine ed è introdotto da una descrizione della copertina a colori del primo “The Fantastic Four” pubblicato nel novembre del 1961 e riprodotta a grandezza naturale a fianco del testo.

La Marvel Comics, le origini del mito editoriale dal 1961 al 1964

Il mondo non sarebbe stato più lo stesso! , La prima ondata 1961-1964  è la prima sezione del libro e occupa le prime 108 pagine, raccontando puntualmente le origini e lo sviluppo della Marvel Comics a partire dalla leggendaria partita di  golf tra Martin Goodman e un dirigente della DC comics, incontro che spingerà l’editore a cambiare l’attitudine della Timely Comics di cui era proprietario, convincendo l’impiegato e talentuoso Stan Lee a resuscitare alcune figure Timely  nate due decenni prima (la Torcia Umana, Capitan America) per creare una squadra di supereroi. 

Dal decollo dei Fantastici Quattro ai primi notevoli risultati in termini di vendite, passando per la creazione di Ant-Man (1962) reso vivo dalle prospettive ardite di Jack Kirby, fino ad arrivare alla storia di Lee e Ditko che racconta le origini di Spider-Man, questa sezione analizza le origini del mito editoriale, descrivendo le prime uscite con la dicitura “Marvel Comics” (un recupero della Timely delle origini in realtà) a partire dall’aprile 1963 e l’inizio di un’era che comincia ad introdurre storie più realistiche basate sulla psicologia dei personaggi, dinamismo maggiore nei disegni. Sono questi gli anni in cui esordiscono Daredevil, ma sopratutto The X-Men, il gruppo di supereroi colpiti dalle radiazioni mentre lavorano al progetto Manhattan e che Lee voleva originariamente chiamare “The Mutants“. 

Questa prima sezione comprende ben 70 pagine di immagini, con tavole originali a colori, copertine storiche, in una ricognizione grafica completa corredata di box informativi che raccontano gli stili delle principali matite in relazione alle scelte grafiche e narrative. 

L’universo Marvel prende Forma. La fine degli anni sessanta e i primi anni settanta

Make Mine Marvel, l’universo Marvel! 1964-1970 occupa le successive 166 pagine del volume e racconta la crescita di un universo creativo attraverso i successivi assestamenti creativi e di stile, esaminando l’ingresso di nuovi disegnatori come Wallace (Wally) Wood, che dettero un impulso notevole ad uno stile in divenire, oltre all’acquisizione di nuovi autori, come lo stesso Roy Thomas che entrerà in Marvel nel 1965.

Il 65 è un anno epocale anche per l’attenzione dei media al fenomeno Marvel, mentre il 66 è il periodo  di alcuni cambiamenti epocali. Il tratto di Ditko lascia il posto a quello di Romita, specializzato in fumetti rosa, che cambia e rende più glamour i personaggi di Spider-Man, mentre altre “pietre miliari” faranno il loro ingresso tra recuperi degli anni 40 (Red Skull) , la nuova serie dello S.H.I.E.L.D. affidata a Jim Steranko, disegnatore che introduce bellissimi elementi pop e optical, fino alla creazione ex novo di Captain Marvel, supereroe appartenente alla razza aliena dei Kree.

I Guardiani della Galassia, recuperati recentemente dai film di James Gunn, fanno il loro ingresso nel 1969 con un episodio pilota in “Marvel Super Heroes-18“, testata che era formata per lo più da ristampe.

Come nella sezione precedente, quasi 150 pagine sono dedicate interamente alle tavole, ai bozzetti, all’advertising dell’epoca, commentate in dettaglio da alcuni box informativi. Segnaliamo il riferimento alle storie romantiche della Marvel, destinate tra la fine dei sessanta e il 1970 al pubblico femminile, un’avventura destinata a fallire e a chiudersi proprio quell’anno, ma che comprende alcuni capolavori, illustrati con alcune tavole bellissime nel volume Taschen, tra cui “My Heart broke in hollywood” creata da Stan Lee e con i disegni di Jim Steranko, che applica la sua arte ottica e la conoscenza dell’advertising dell’epoca al racconto romantico, costruendo delle magnifiche fantasie pop che ricordano gli artwork e l’animazione legate all’universo musicale popolare dell’epoca. A questo proposito, sono numerosissime le tavole che documentano il dialogo tra musica rock e l’universo Marvel, tra cui la parodia di Cheap Thrills di Janis Joplin – Big Brothers and The Holding Company, dove le matite di Herb Trimpe imitano lo stile di Robert Crumb che di quel disco aveva disegnato la copertina, mentre la Joplin è contornata da super-eroi.

La Marvel si contamina con altri mondi dalla musica a Hollywood, passando per l’universo dei giocattoli

La terza e ultima sezione del volume occupa le successive 123 pagine, di cui 91 sono dedicate alle tavole illustrate, ai bozzetti e al materiale grafico, oltre alle brevi biografie di tutti gli autori e i disegnatori principali che sono collocate nelle ultime quattro pagine, prima dei crediti e della cronologia. 

L’era della Marvel Fase Due, l’alba della bronze age 1970-1978, racconta della rinascita del genere Sword and Sorcery con la nuova concezione alla base di Conan il Barbaro, le cui storie prendono le mosse dai pulp di Robert E. Howard pubblicate negli anni 30. Anche il soprannaturale segna i primi anni settanta, è il momento di Morbius il vampiro, antagonista di Spider-Man, ma anche di Licantropus, della testata Tomb of Dracula, una delle più belle di quegli anni. Il dialogo con il cinema quindi diventa sempre più serrato e  la diffusione della cultura blaxploitation favorisce la creazione di un eroe come Luke Cage in “Hero for hire“, detenuto innocente, evaso dal carcere di massima sicurezza e che ultimamente è stato recuperato da alcuni serial Marvel/Netflix, a partire da Jessica Jones. Le chine del progetto sono di un giovane disegnatore di colore, Billy Graham. Autrici femminili in questo periodo danno vita a personaggi come The Cat, Shanna the She-devil, Night Nurse, tutte bilanciate tra avventura, fumetto rosa e seduzione. 

Nei settanta il nuovo direttore editoriale della Marvel diventa Roy Thomas, promosso da Stan Lee insieme a John Romita che diventa direttore artistico del team; questi sono anche gli anni in cui il cosiddetto crossover tra storie, personaggi, team e uscite seriali comincia ad emergere come una novità importante per tutta la storia del fumetto, costruendo una continuity di scontri che salta da un albo all’altro. 

Personaggi marginali, come Howard il papero, nato tra le pagine di Dr. Strange, guadagnano intere testate dedicate. Escono i formati Giant-Size e tra questi, a sancire il ritorno di Kirby in scuderia, uscito alla fine dei sessanta, un bellissimo adattamento di 2001 odissea nello spazio di Stanley Kubrick pubblicato nel dicembre del 1976. 

L’ultima sezione si chiude quindi in modo predittivo su quello che, tra il 76 e il 78, si può considerare come il primo e continuativo scambio tra Hollywood e l’universo Marvel, con l’acquisizione continua di diritti per promuovere l’uno e l’altro mondo. È il caso di “Star Wars“, il cui fumetto voluto da George Lucas, viene pubblicato per i primi tre numeri prima ancora dell’uscita in sala del film. Uno scambio che si ripete con l’acquisizione dei diritti per adattare “Battlestar Galactica“, serie televisiva di buon successo.

 Marvel Comics Super Special trasforma i Kiss di Paul Stanley e Gene Simmons in supereroi per la prima volta, un anno prima che Gordon Hessler dirigesse il film Kiss – The Phantom of the park, riprendendo sostanzialmente gli stimoli della Marvel. Ai membri della band fu prelevato un campione di sangue versato poi nella vasca per le inchiostrature rosse, una specie di patto diabolico insomma, che assicurò una bella impennata in termini di vendite, il momento è documentato nel libro con l’inserimento di una bella foto in bianco e nero scattata da Bob Gruen dove i rocker si preparano a versare il loro liquido ematico nel recipiente per l’inchiostro. 

La fine del decennio quindi, profeticamente, indica la strada di nuove contaminazioni con universi creativi eterogenei e transmediali, molto prima di ciò a cui assistiamo a partire dagli anni zero del nuovo millennio. Basta pensare agli albi ispirati ai giocattoli Micronauts, che uniscono definitivamente merchandising e fumetto. E come dice Roy Thomas, a conclusione della sua splendida storia, il consolidamento tra “Marvel e Show-business” crescerà esponenzialmente fino al XXI secolo, quando “sarebbe stata Hollywood a bussare alla porta della Marvel e non il contrario

Michele Faggi
Michele Faggi
Michele Faggi è il fondatore di Indie-eye. Videomaker e Giornalista regolarmente iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Toscana, è anche un critico cinematografico. Esperto di Storia del Videoclip, si è occupato e si occupa di Podcast sin dagli albori del formato. Scrive anche di musica e colonne sonore. Si è occupato per 20 anni di formazione. Ha pubblicato volumi su cinema e nuovi media.

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