venerdì, Novembre 15, 2024

Twin Peaks 2017: Sta per succedere di nuovo ( #damngoodcoffee )

Ci siamo, manca poco, il countdown con Laura Palmer nella Loggia nera che campeggia sul fan site Welcome to Twin Peaks sta raggiungendo sgoccioli da cardiopalma. Ma cosa ci aspetta esattamente? Qui su Indie Eye contiamo di tenervi informati su tutto ciò che del nuovo Twin Peaks è lecito sapere. Niente spoiler, niente teorie nerd, niente fake news. Cominciamo.

David Lynch e Mark Frost hanno trovato la nuova entrata per il «passaggio a nord-ovest» nel 2011, esattamente venticinque anni dopo l’abortito progetto televisivo su Marilyn che li spinse, per serendipity, a stendere in dieci giorni lo script del pilot con Dale Cooper.

La nuova sceneggiatura, scritta a quattro mani, è quella della stagione 3. Si riparte quindi dal caos dionisiaco e demoniaco dell’ultimo episodio (che esordì il 10 giugno 1991), con un salto temporale di un quarto di secolo. Questa terza stagione si comporrà di 18 episodi di un’ora l’uno – i vecchi episodi duravano 47’ – e la data fatidica è il 21 maggio ore 21 (fuso orario orientale) su Showtime, quando saranno resi disponibili i primi due episodi. In Italia, il nuovo Twin Peaks passerà su Sky Atlantic a partire dal 26 maggio. Il titolo del doppio episodio sarà “The Return”, i sottotitoli “My Log Has A Message For You” e “The Stars Turn And A Time Presents Itself”. “The Return” beneficerà anche di un passaggio cannense. Gli episodi tre e quattro dovrebbero intitolarsi “… Brings Back Some Memories” e saranno proposti il 28 maggio, uno di seguito all’altro. La programmazione proseguirà a cadenza settimanale, un episodio ogni domenica, fino al 3 settembre, data di trasmissione della finale (anche in questo caso una doppia razione). Dal 6 agosto, l’orario di trasmissione slitterà dalle 21 alle 20.

Il regista dell’intera stagione è uno e si chiama David Lynch. Già a suo tempo, il passaggio alla televisione dell’autore di “Eraserhead” e “Blue Velvet” rappresentò una notizia sconquassante. Negli anni Ottanta tra cinema e tv c’era ancora una linea netta, ed erano pochi i registi affermati disposti a «sporcarsi le mani» col catodo e l’anodo, arrivando a creare una serie. John Landis, per dirne una, iniziò con “Dream On” solo nel 1990.

Twin Peaks 2017: Coming Soon

Sul fatto che Lynch torni alla televisione nel 2017, a undici anni da “Inland Empire”, con 18 ore di materiale nuovo di trinca è superfluo fare considerazioni che vadano al di là del quantitativo: così facendo, la produzione lynchiana si spacca esattamente a metà tra cinema e piccolo schermo, per quanto questa differenza si stia assottigliando negli ultimi anni. Diciamo che il mastodonte Twin Peaks, da intendersi come racconto continuativo e seriale spalmato su trent’anni di lavoro, arriverà a occupare una fetta considerevole della sua filmografia.

O forse si può fare una considerazione diversa, l’unica sensata in questa fase di attesa iniziata il 3 ottobre 2014 con un tweet lynchiano e, dopo un periodo di straziante incertezza, sempre più gravida di aspettative a partire dal maggio 2015, quando venne confermata la sua partecipazione al progetto. Questi due anni e mezzo hanno già prodotto una serie, ed è una serie social, collettiva, rizomatica, composta da tutto il materiale che i fan hanno imbastito per omaggiare il mondo di Twin Peaks ed espanderlo di sinapsi in sinapsi, di suggestione in suggestione, arrivando a immaginare un agente Philip Jeffries (David Bowie) impegnato in un’operazione Blue Rose nella Berlino del Muro. Qualunque cosa succeda davvero nella nuova serie, qualunque sia il grado di soddisfazione, delusione o stupore bambino, tutto questo lascerà una traccia. Due anni e mezzo intensissimi di attesa e creazione da parte del pubblico.

Sul fronte dei contenuti, nel frattempo, si è espresso il razionalissimo Mark Frost, con la pubblicazione (prevista per l’autunno 2015 e slittata di un anno) del librone coffee table “The Secret History of Twin Peaks”. Venduto come un romanzo, trattasi in realtà di un volume che assembla ritagli di giornale e documenti di varia natura riguardanti il passato (anche molto lontano) della cittadina nello Stato di Washington, fino all’apertura dei casi Banks e Palmer. Del tomo è stato anche preparato un audiolibro letto da molti attori del cast originale, e nel settembre del 2017 – a serie conclusa – uscirà un secondo volume evidentemente simile, dal titolo “The Final Dossier”. In Italia i diritti sono stati acquisiti da Mondadori.

Le riprese si sono svolte tra l’autunno del 2015 e il 15 aprile 2016 in varie location statunitensi (a partire dalla cittadina di Snoqualmie, quella con le cascate, e North Bend, dove si trova l’RR Diner) e non solo. Pare che l’ultimissimo ciak sia scattato a Parigi, nel club Silencio. Probabile, ma non certo, che la nuova serie sia stata girata in digitale. Dietro alla macchina da presa c’è lo storico collaboratore di Lynch Peter Deming, in sala di montaggio lo stesso Lynch coadiuvato dalla vecchia conoscenza Duwayne Dunham (che diresse, tra l’altro, l’episodio 1 della prima serie).

Il cast è sconfinato (circa 220 parti parlanti). Per sfogliarlo basta fare un salto su imdb, ma in questa sede può essere interessante sottolineare alcune assenze, e alcune presenze. Tra gli attori della vecchia serie ci sarà Catherine E. Coulson (Margaret Lanterman, la Log Lady), che a quanto pare è riuscita a girare qualcosa prima del decesso nel settembre del 2015, così come Warren Frost (il dottor Hayward) e Miguel Ferrer (Albert Rosenfeld), entrambi scomparsi nel 2017. Ci saranno Phoebe Augustine (Ronette Pulaski), David Patrick Kelly (Jerry Horne), Julee Cruise (la cantante del Roadhouse), Everett McGill (Big Ed) e Wendy Robie (Nadine), Al Strobel e Carel Struycken (rispettivamente l’uomo senza un braccio e il gigante), Ray Wise (Leland Palmer, direttamente dalla Loggia Nera), Harry Dean Stanton (il Carl Rodd di “Fire Walk With me”)… e David Lynch nei consueti, esilaranti panni di Gordon Cole, l’agente dell’FBI sordo come una campana.

Non ci saranno: né Lara Flynn Boyle né Moira Kelly (quindi niente Donna), Michael J. Anderson (il nano danzante), Eric DaRe (Leo Johnson), Michael Ontkean (lo sceriffo Harry Truman sarà interpretato da Robert Forster!), Joan Chen (Josie Packard imprigionata nel cassetto), Piper Laurie (Catherine Martell), Chris Mulkey (Hank Johnson), Kenneth Welsh (Windom Earle), Heather Graham (Annie). Tutti gli altri protagonisti del cast originale – vivi al momento delle riprese – sono confermati.

Tra i tantissimi nomi nuovi, sui quali è inutile speculare, citiamo almeno Laura Dern, Jim Belushi, Michael Cera, Richard Chamberlain, Balthazar Getty, Jennifer Jason Leigh, Tim Roth, Tom Sizemore, Amanda Seyfried, Naomi Watts, Trent Reznor, Eddie Vedder, Chrysta Bell.

Menzione d’onore per David Duchovny, che rivestirà i panni – femminili – di Denise Bryson. La partecipazione del giovane Duchovny pre-X-Files alla seconda stagione della serie resta memorabile, anche se il suo personaggio trans* venne normalizzato nel terzo e ultimo episodio in cui apparve (il 20), lasciando la cittadina in giacca e cravatta e facendosi di nuovo chiamare Dennis. Tra le pochissime foto di scena divulgate si vede proprio lei, Denise, in un’aula di giustizia. Vestita come si deve e con la chioma fluente. Attesa alle stelle.

David Duchovny – Denise

Quanto alla colonna sonora, è ufficiale il ritorno di Angelo Badalamenti col vecchio tema, che in più di un teaser appare rielaborato e rallentato. Probabile che le succitate Julee Cruise e Chrysta Bell diano il loro apporto, mentre è sicuro il coinvolgimento delle band indie Chromatics e The Veils, oltre che di Johnny Jewel (membro dei Chromatics). Il brano strumentale “Television Snow” di Jewel, tratto dall’album “Windswept”, farà parte del soundscape della serie.

Angelo Badalamenti: Twin Peaks 2017

I primi teaser mostrano un Kyle McLachlan sbucare dal buio (un’immagine presente in quasi tutti i film di Lynch), Michael Horse – il vicesceriffo Hawk – che parla del paesaggio come se fosse un personaggio e Lynch, fuori fuoco, che si riprende scuotendo una videocamerina. Teaser successivi mostrano rapide inquadrature con alcuni luoghi chiave rivisitati (tra cui il trailer park Fat Trout di “Fire Walk With Me”) e cinque personaggi venticinque anni dopo (l’unico ad aprire bocca è Hawk: “Really?”). Le immagini ricorrenti riguardano la foresta: dall’alto, brumosa, a volo d’uccello, e una panoramica silvana commentata da suoni di sintesi, droni nervosi, frustate elettroniche. Si intuisce un’atmosfera umida e autunnale, dolente, molto buia. Bello, infine, e non scontato, un video in cui Laura Dern elenca le domande più pressanti che la cancellazione dello show nel 1991 ha lasciato senza risposta. La decima recita: chi è Bob?
O meglio: chi sarà Bob?

Laura Dern: Twin Peaks 2017

In the meanwhile… May the forest be with you.

Simone Aglan-Buttazzi
Simone Aglan-Buttazzi
Simone Aglan-Buttazzi è nato a Bologna nel 1976. Vive in Germania. Dal 2002 lavora in campo editoriale come traduttore (dal tedesco e dall'inglese). Studia polonistica alla Humboldt. Ha un blog intitolato Orecchie trovate nei prati

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