domenica, Dicembre 22, 2024

Dragged a cross concrete di S. Craig Zahler – la conferenza stampa a Venezia 75

Dragged a cross concrete raccontato in conferenza stampa a Venezia 75

Un poliziesco carico di suspence, emozioni e sostanza, in cui Zahler è voluto intervenire in prima persona su tutti gli aspetti fondamentali, oltre che alla regia, ha curato la sceneggiatura e la musica. Ne emerge una storia originale vista da una prospettiva insolita come quella dei poliziotti che amareggiati decidono di passare dall’altra parte della barricata. Infatti, a causa di un video scandalo diffuso dai giornali che li vede protagonisti di episodi di violenza due ispettori vengono sospesi dal servizio e restano per questo senza lavoro. La precaria situazione economica priva di prosettive porta loro oltre che alla frustrazione anche un inaspettato avvicinamento al mondo della criminalità, dove scopriranno nascosti ad aspettarli personaggi e situazione ben oltre la loro immaginazione.

Un film “epico” con tanti dettagli raccontaci cosa volevi fare e cosa significa.

risponde il regista S. Craig  Zahler:

“Se entrate nel mio appartamento vedrete tanti film di Kubrik, regista che amo molto. Parto sempre da ciò che amo perché il mio lavoro è dettato da passione, era tanto che pensavo di fare un film come questo. Mi piace molto fare film in cui la storia è importante ma dove viene rappresentato anche un “mondo piu’ vasto‘ mi piace raccontare le vite dei personaggi che attraversono il film”.

Gli attori parlano della loro esperienza con  il cineasta.

Come è stato lavorare con Zahler?

risponde Tory Kittles

“E’ un regista molto originale. In un mondo in cui tutti cercano di replicare i successi del passato, Zahler invece ama sempre le novità. Quando ho iniziato a leggere la sceneggiatura mi è piaciuto subito. Ho desiderato intensamente lavorare in questo film. Come attore ho avuto la vita facile perché il materiale su cui ci si basava è davvero ottimo”.

risponde Michael Jai White:

“Lo confesso sono un fan di Zahler, ho visto i lavori precedenti e quando ho letto la sceneggiatura ho pensato, sei sicuro che devo lavorare in questo film? Zahler mi ha subito rassicurato, è stato bello averlo come regista. Ha una visione molto potente”.

In questo film ho trovato molto interessante il dialogo che mostra come tutti i personaggi del film sono istruiti, può parlarci della scrittura che ha usato…

“Il processo di scrittura, della sceneggiatura, si basa sulla “sorpresa“, vivo il processo in modo molto diretto cercando di diventare parte della storia. Il film fa seguito a quanto ho scritto in passato, mi piaceva rappresentare un pò tutti i gruppi in america. Mi piace trovare vari modi per dire le stesse cose e dare un dialogo particolare e studiato, complesso, persone che danno risposte molto articolate che rispecchiano quello che hanno dentro, per questo ho bisogno di grandi attori”.

Questo film ha uno sfondo sociale? Ci sono anche questioni che riguardano la vita quotidiana?

“Si è vero. Mi sono ispirato a tanti film polizieschi. Non mi piacciono troppo i film con un messaggio preciso. Voglio dare piu visioni, dare una varietà di punti di vista, mostrare la complessità dell’umanità, personaggi che per vincoli finanziari od altri obblighi sono con le spalle al muro e devono fare per forza determinate cose. Volevo poi lavorare bene sull’aspetto visivo. Dare personaggi vari ed anche al di fuori della trama principale”.

Ha preso in considerazione finali diversi come epilogo del film..

“Ora per quanto riguarda il lieto fine o meno, ho scelto di non dare un lieto fine per tutti i personaggi, via via che andavo avanti sulla sceneggiatura ho cambiato ed affinato le cose ma mi picciono i finali aperti e complicati così da poter lasciare gli spettatori di dare la loro libera interpretazione”.

Nel film la moglie di Mel Gibson dice “sono una vipera e questo mi fa sembrare razzista” ed anche i personaggi fanno varie battute razziste. E’ delicato toccare questo tema, può darci il suo punto di vista…

“Io scrivo secondo il mio gusto. Non penso alle reazioni delle persone. Alcuni penseranno una cosa, altri un’altra, non cerco il pubblico. Sono battute spesso scivolose non politicamente corrette ma non penso a questo quando scrivo la sceneggiatura, alcuni mi odieranno per questo, pazienza, io uso solo il mio gusto come bussola quando faccio il film non amo schemi preconfezionati o seguire convenzioni o mode”.

Mi piace catturare un mondo, dare vita anche a personaggi che non necessariamente entrano nel filone principale della storia. Descrivo una varia umantià, mi piace paragonarmi ad un pittore che dipinge una tela e rappresenta, oltre al tema centrale del quadro, anche altri particolari.

Avere la possibilità di lavorare con Mel Gibson e con un buduget migliore cosa ha rappresentato per lei…

“Si è una produzione piu ampia, il film dura anche tanto, ci sono tante riprese difficili con macchine, molti personaggi, il budget migliore mi ha dato la possibilità di avere piu tempo per girare e per approfondire le storie dei personaggi ma anche dovermi confrontare impegni e responsabilità maggiori. Ho impiegato ad esempio 2 settimane di riprese sono per girare l’ultima scena”.

Alessandro Allori
Alessandro Allori
Dal 2003, anno della sua Laurea in Scienze Politiche Alessandro Allori si è dedicato dedicato al campo della comunicazione, del marketing e del giornalismo. Ha collaborato con numerosi settimanali e si occupa di maketing e contenuti redazionali per alcune agenzie di comunicazione.

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