Nabat e suo marito Iskender, un ex forestale vecchio e malato, vivono in una casa isolata dal villaggio principale. La guerra che è durata a lungo si è portata via il figlio della coppia, ucciso al fronte, e il loro unico mezzo di sussistenza è il latte dell’unica mucca che posseggono e che Nabat porta al villaggio ogni due giorni. L’ombra della guerra avvolge tutta la regione, e il villaggio si è a poco a poco desertificato. Dopo la morte di Iskender, Nabat dovrà sopravvivere da sola in un villaggio praticamente abbandonato. “Quando l’URSS cade nel 1991” ha detto il regista azero Elchin Musaoglu al suo secondo film di finzione dopo “40 th Door” del 2009, “la guerra si è inghiottita il mio paese. Stavo lavorando come documentarista per un canale televisivo, e un collega mi ha raccontato la storia di cui era stato testimone. Mentre i combattimenti avevano forzato l’evacuazione di tutti gli abitanti del villaggio, solamente una vecchia donna si è rifiutata di lasciare i membri della sua famiglia che erano stati seppelliti in quel luogo. Mi sono detto che solamente una madre si sarebbe potuta comportare in questo modo, per questo ho deciso di fare un film proprio su una madre. In tutti i conflitti quelle che soffrono di più sono proprio le madri”.
Elchin Musaoglu presenterà il suo nuovo film nella sezione Orizzonti di Venezia 71. L’autore azero ha diretto più di 50 documentari ed è membro della Unione degli autori cinematografici dell’Azerbaijan e nell’unione documentaristi Turchi. È tra i fondatori della Società per il Supporto dei Documentari. I suoi film sono stati premiati in numerosi festival internazionali, tra cui Houston International Film Festival, Karlovy Vary, Cottbus International Film Festival.