«Venite senatori e deputati… c’è una battaglia là fuori che infuria» dice Bob Dylan, i tempi stanno cambiando anche a La paz ed è Erik Matti a scuotere i vetri delle finestre e far tremare i muri in questo grintoso e tentacolare dramma poliziesco che evoca i migliori thriller cospirativi degli anni Settanta.
Un affresco audace, sarcastico e brutale che si snoda attraverso le strade e le fogne di una città solo all’apparenza libera e purificata da un sistematico ricorso alla violenza per proteggere una comunità ormai umiliata e imbrogliata.
Il ricorso alla forza per annullare una minaccia porta alla scomparsa di otto persone, giornalisti e redattori dell’unica testata ancora indipendente presente nel paese. È a questo punto che molte storie parallele si snodano in un’unica grande cornice, dai detenuti costretti a compiere omicidi su commissione dagli stessi poliziotti che poi li riconducono dietro le sbarre, in una prigione che assomiglia più a un affollato mercato nei bassifondi, alla corruzione dilagante di politici egoisti e senza scrupoli.
Ma soprattutto seguiamo le gesta di un antieroe costretto a fare i conti con i propri ideali, con il senso di ineluttabilità che questa catastrofe fa emergere e un senso di estraneità durato troppo a lungo.
In ognuna di queste storie Erik Matti adotta più volte il meccanismo del cliffhanger, lasciandoci presumere che il personaggio sia sul punto di soccombere psicologicamente ed emotivamente ma non è mai così, reitera questo processo fino alla fine, mostrando quasi una tendenza seriale che in un film non siamo abituati a vedere.
Le sequenze d’azione sono tese ed eleganti, è estremamente abile nel coreografarle, la trama ben strutturata crea l’immagine di un ambiente in putrefazione e le musiche così allegramente pop forniscono un contrappunto alla genuina tensione nervosa che Matti va generando.
Non esalta mai la violenza né glorifica i suoi assassini, il suo sguardo si fa sempre più duro e disperato nel progredire di On the Job: The Missing 8 per un sistema che si perpetua con sanguinaria efficienza.
On the Job: The Missing 8 di Erik Matti (Filippine 2021 – 208 min)
Interpreti: John Arcilla, Dennis Trillo, Dante Rivero
Sceneggiatura: Michiko Yamamoto
Fotografia: Neil Derrick Bion
Montaggio: Jay Halili
Scenografia: Roma Regala, Michael Espanol
Costumi: Jac Pequena
Musica: Erwin Romulo
Suono: Corinne De San Jose, Wildsound Studios
Effetti visivi: Mothership