sabato, Novembre 9, 2024

Alla ricerca di Van Gogh di Yu Haibo e Kiki Tianqi Yu: la recensione del DVD Wanted Cinema e CG Entertainment

Non soffocare la tua ispirazione e la tua immaginazione, non diventare lo schiavo del tuo modello

Il prezioso corollario epistolare tra l’artista Vincent Van Gogh e il fratello Theodore, oltre ad un profondo senso esistenzialista, ci fornisce un’ulteriore comprensione delle vicissitudini che hanno contribuito alla manifestazione di tale estro. Un impeto di immenso genio coronato da viscerale dolore che, nella sua fase creativa, sembra rivivere negli occhi di Zhao Xiaoyong, protagonista del viaggio documentarista di Yu Haibo e Kiki Tianqi Yu che ci porta nella metropoli cinese di Shenzhen, all’angolo di quel piccolo paesaggio umano che è il cuore del quartiere Dafen. Qui si ergono piccole catene imprenditoriali dedite alla manifattura, nella copia di opere dei più importanti pittori europei da esportare in tutto il mondo. Come per le grandi aziende di abbigliamento e oggettisca, anche l’arte viene sottoposta alla pressione della catena di montaggio, assecondando le richieste del mercato turistico. Una realtà che Zhao, dedito con famiglia e collaboratori a creare riproduzioni il più fedeli possibile, conosce solo parzialmente. L’avventura in Olanda, sulle orme dell’artista che imita da più di vent’anni, aprono un nuovo spaccato nella vita dell’uomo, ora pronto a confrontarsi non solo con Vincent ma anche, e soprattutto, con se stesso.

Haibo e Tianqi Yu con la pellicola Alla ricerca di Van Gogh, in selezione ufficiale all’IDFA 2016, condividono una devastante visione, toccante e realistica, di una “riserva” umana dai tratti drammatici e surreali. Una tinta suggestiva che assume le caratteristiche dello stesso pittore, il Van Gogh che Zhao riproduce da anni e che, povera fonte di guadagno, è il sostentamento della sua famiglia. L’incomprensione e le ristrettezze che colpirono il pittore olandese divengono flagranti, creando un legame sincero tra i due che oltrepassa il tempo e lo spazio.

Se la denuncia all’imperialismo commerciale cinese, fatto di catene umane dedite a ore di massacrante lavoro per pochi spiccioli, è uno degli argomenti più sentiti del film, altrettanto al centro è l’abuso che il mondo occidentale fa di esso, rendendosi complice dello stesso sfuttamento, per ragioni di opportunità, economia e realpolitik.
Zhao immagina i suoi sforzi esposti in grandi saloni d’arte, le decine di ordinazioni che pervadono le sue giornate come un dono fatto al mondo e premiato da apprezzamenti che, all’estero, sono certamente evidenti. La sua vita è permeata dalla visione di Van Gogh, dalla necessità di conoscerlo il più possibile, di apprenderne ogni dettaglio. Ed è questo viscerale desiderio a spingerlo a compiere un viaggio costoso, al fine di ammirare i colori degli originali dal vero e carpirne nuove consapevolezze: un sacrificio fatto a caro prezzo, ma al quale non può più rinunciare.

E’ un amaro risveglio dal sogno quello che tocca il protagonista. Messo piede ad Amsterdam, colmo di emozioni e aspettative, allungare le dita verso le proprie tele esposte con notevole sovrapprezzo (più di otto volte il costo di vendita) in uno dei tanti negozi di souvenir per turisti, lo spezza dall’incanto. Zhao si rende conto che l’arte destinata alla riproducibilità di opere note non è un elemento di conclamato apprezzamento ma un semplice ingranaggio monetario per alimentare la curiosità seriale, quella di visitatori interessati alla compravendita di un ricordo dell’originale, dove il ruolo di Zhao è quello del manifattore ignoto, di scarsa importanza.

Solo l’approccio concreto con i quadri conservati al Van Gogh Museum e il ripercorrere le tappe principali che toccarono la vita dell’artista aprono una nuova visione ai suoi occhi. Un contatto sentimentale ai limiti della catarsi totale, tanto intenso da sentire la presenza dell’amato Vincent vicina e tangibile. Come una luce che spezza ogni ombra, la percezione di Zhao subisce una mutazione incontrollabile che lo porta ad una definitiva decisione sulla sua vita: non essere più l’anonimo autore di una copia ma intraprendere una propria strada, con il coraggio che ha contraddistinto il suo principale ispiratore, nel rischio e nell’audacia delle idee.

Il ritorno a Dafen racconta un uomo nuovo, di aperte consapevolezze e inedito spirito. Un uomo ora pronto ad indagare se stesso e a catturare la sua personale visione del mondo, con la complicità di un maestro eccellente.

Un documentario irrinunciabile, manifesto sociale e artistico che ci immerge con forza totalizzante nel contesto vissuto.

Negli EXTRA del DVD solamente il TRAILER ufficiale del film accompagnato da quello di altre due pellicole targate WANTED CINEMA, Dancer di Steven Cantor e Robert Doisneau – La lente delle meraviglie di Clementine Deroudille.

 

 

 

Redazione IE Cinema
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