venerdì, Novembre 22, 2024

Black Moon di Louis Malle (DVD – Criterion Collection – Giugno 2011)

Sud-ovest della Francia, Causses, vicino a Figeac, location di Lacombe Lucien, 1973. Due anni dopo Sven Nykvist, spesso partner di Bergman per la fotografia, colora con tonalità ora livide, ora tenui e calde, uno scenario che Malle volle sempre ripreso all’alba e al tramonto per accentuarne le valenze oniriche, costruendo un sogno in cui sembra tutto molto reale, come nei sogni, a patto di non cercare nessi logici. Da Lewis Carroll al ricco repertorio di simboli freudiani e junghiani, tra suggestioni surreali e citazioni cinefile (Erich von Stroheim di Queen Kelly per le mutandine perse da Lily, George A. Romero e le maschere anti-gas de La città verrà distrutta all’alba, Robert Altman e l’unicorno di Images) si snoda una rêverie che attinge anche a frammenti del mito greco, mentre il duetto d’amore del II atto del Tristan un Isolde nel finale evoca le atmosfere notturne che ispirarono Wagner affacciato sulla laguna: “In una notte d’insonnia, affacciatomi al balcone verso le tre del mattino, sentii per la prima volta il canto antico dei gondolieri. Mi pareva che il richiamo, rauco e lamentoso, venisse da Rialto…”, ma le voci dapprima infantili, poi vigorosamente wagneriane dei due eterni amanti, collaborano allo straniamento che è la cifra stilistica dominante del film. Lily (Cathryn Harrison) cappotto e cappello di feltro che la fanno sembrare più grande della ragazzina quasi asessuata che apparirà poi, alla guida della sua piccola Honda Z600 investe un tasso che bruca tranquillo sull’asfalto di una strada fra i campi.
Frena, scende, si guarda intorno, sembra immune da reazioni emotive.
Riparte decisa e continuerà a guidare con indubbia perizia in mezzo a zone di guerra, esecuzioni sommarie di donne guerrigliere, percorsi sterrati fra sassaie e sterpi, fino all’arrivo al casale popolato da animali parlanti (un unicorno sapiente che rumina senza sosta e sputa sentenze con ironico distacco, rosei maialini che protestano se Lily beve il loro latte in cucina, un enorme ratto che scambia squittendo battute incomprensibili con la vecchia distesa nel letto).

Un mondo dove gli esseri umani sono muti ed enigmatici (brother e sister Lily, lui, Joe Dallesandro, bello e dannato, da poco reduce dalla factory di Andy Warhol, lei, Alexandra Stewart, fascino androgino e scostante, e un nugolo di bimbetti nudi e rosei come il maialino che inseguono continuamente) o parlano strani linguaggi, l’esperanto dei sogni che sottrae le parole al dominio della ragione, ed è quello della vecchia Therese Giehse, morta prima che il film uscisse nelle sale e a cui Malle dedica l’opera.
É una Gran  Madre che succhia il latte dei suoi figli, grand-mère bizzosa e all’improvviso dolcissima, ironica e rabbiosa, sulle sue labbra scorrono versi d’amore in un mieloso canto amebeo con Lily: “Notte d’amore…e noi…occhi, giorni, stelle che brillano per essere ricordate da un’unica anima, fusi in un unico respiro sbiadiscono insieme al loro scintillio, potente morte, magica morte che minaccia la mia vita, come può perire ciò che vive senza fine anelando alla cecità eterna dove infinito amore ed estasi attendono?
Cuore contro cuore, labbra contro labbra, tutto è illusione, prigione di questo mondo…”,
ma l’attimo dopo la deride impietosa per le mutandine che cadono a terra due volte.

Malle dice di essersi ispirato ai suoi sogni, il brief candle macbettiano  che galleggia improvviso nell’aria sottolinea la chiave metaforica di lettura, la Luna Nera è quel punto fittizio dell’orbita lunare, the dark side of the moon, che l’astrologia indica come sede della sensualità più nascosta e torbida, e Lily, il nome dell’eroina, sembra la riduzione del misterioso, biblico Lilith, “demone delle tempeste, prima moglie di Adamo e insidiatrice di uomini”.

La distanza dall’infantile onomatopea del nome Zazie, che quindici anni prima evocava monellerie e lunghi scivoloni su pavimenti incerati, è così segnata, ma questo angelo biondo non ha nulla di torbido, è la farfalla che esce dal bozzolo, ha la leggerezza e l’innocenza che accompagna la scoperta dell’Eros. Racconto ipnotico dalle molteplici chiavi di lettura, Black moon è “una fiaba mitologica ambientata nel futuro”- così l’ha definita l’autore, o, ancora,  (correva l’anno 1974, e in Francia saliva la seconda ondata del femminismo) “l’ultima guerra civile … la guerra tra uomini e donne … il culmine e il grande momento di liberazione delle donne”.

Ma forse Black moon è anche il bisogno di raccogliersi in quella grande  anima mundi  che trova nella proiezione mitica il mezzo per diventare immagine. Infanzia, maturità e morte, amore/odio, rimozioni dell’es che s’incarnano nel sogno sotto forma di monstrum, pulsioni libidiche, esplodere di istinti ancestrali, tabù accuratamente tenuti a bada, tutto esplode nel passaggio, ora frenetico, ora lento e ieratico, delle scene. Eros e Thanatos giocano la loro eterna partita, Lily è un’Alice post-moderna adeguatamente disincantata, Malle la filma con tocchi di umorismo nero che non chiedono interpretazioni, piuttosto invitano a gettare all’aria le tessere del puzzle per scoprirne le infinite combinazioni. Primo film in inglese del regista, uno script  ridotto all’essenziale a cui collaborò Joyce Buñuel, nuora del grande Luis, nonostante due Premi César 1976, di cui uno per la fotografia, fu un clamoroso insuccesso che, alla distanza, rivedica tutti i suoi diritti di opera sconcertante, surreale, densa e misteriosa come un sogno di cui, al risveglio, sfumano i contorni ma resta l’emozione nel profondo. Dalla morte alla vita, il tasso schiacciato e il sangue dei cadaveri all’inizio, Lily che si prepara ad allattare l’unicorno alla fine.

Black Moon – DVD – Criterion Collection – Giugno 2011 (DVD & DVD Blue Ray 1 disco)
–  Nuova versione in alta definizione, con audio originale mono, non compresso, nella versione Blue-Ray
– Video interviste d’archivio con il regista Louis Malle
– Foto Galleria dietro le quinte
– Audio alternativo doppiato in francese
– trailer originale
– Booklet con un saggio di Ginette Vincendeau

Paola Di Giuseppe
Paola Di Giuseppe
Paola di Giuseppe ha compiuto studi classici e si occupa di cinema scrivendo per questo e altri siti on line.

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