mercoledì, Novembre 6, 2024

Bloodline di Edo Tagliavini

Due giovani giornalisti, Sandra (Francesca Faiella) e Marco (Marco Benevento), si ritrovano inviati loro malgrado, per rimediare ad un errore fatto e per non essere licenziati, sul set di un film hard per una piccola inchiesta sulle luci rosse. Il caso vuole, però, che la location, una villa isolata in campagna, sia non distante dai luoghi che quindici anni prima hanno fatto da scenario all’omicidio della sorella della stessa Sandra, per mano di un serial killer conosciuto come “Il Chirurgo”.

Alle premesse già poco incoraggianti, faranno seguito una sequela di eventi terrificanti: la manifestazione del fantasma della piccola; la presenza di un serial killer che sembra in tutto lo stesso Chirurgo ed una serie di morti zombificati ed assetati di sangue.

Bloodline rimpolpa il sempre più fitto sottobosco dell’horror indipendente italiano, affiancando il nome di Tagliavini a quello dei vari Picchio, Bianchini, Albanesi, Zarantonello, Cristopharo, Araneo, Zampino, per dirne solo alcuni e non necessariamente i migliori. Piccoli autori che, facendo fronte ad ogni sorta di ristrettezza, soprattutto economica, con grande impegno e forza di volontà, hanno riportato in vita, lentamente e dal basso, un genere che in Italia era progressivamente quasi del tutto scomparso.

Le critiche che generalmente vengono mosse nei confronti di questi giovani registi (pressapochismo, dilettantismo, impresentabilità sul piano internazionale), seppur spesso realmente motivate, non rendono conto degli sforzi, della passione, dei tentativi di chi investe tutto mettendosi completamente in gioco, ad onta di produzioni poverissime e distribuzioni praticamente nulle. Piuttosto sarebbe da invocare l’interesse di investitori più grandi, che possano garantire un rilancio in grande stile della new wave tricolore. L’horror è cinema politico per definizione: è il cinema della crisi e descrive la propria contemporaneità in modo complesso e stratificato, non di rado più di quanto non faccia il cosiddetto “cinema d’autore”. Va incoraggiato, promosso, perché è storia contemporanea; perché riflette il sanguinoso oggi, ne rappresenta i gangli sociali riformulati attraverso il prisma del fantastico. E’ arte popolare e va difesa ad oltranza.

Che, poi, Tagliavini non sia (ancora) un Balaguero o un Laugier va da sé. Bloodline è imperfetto, patisce una recitazione non eccelsa, ma può vantare una protagonista bravissima come Francesca Failla (dai noti trascorsi televisivi con la Gialappa’s Band). Tenta una commistione slasher/spiritistico/serial thriller/zombie movie con sprazzi ironici che sbanda inevitabilmente nell’horror vacui; racconta un backstage porno facendolo al massimo della pudicizia, sacrificando cioè la possibilità di un interessante cortocircuito tra corporeità vivida e carnalità marcescenti (ma certo non si può chiedere a Tagliavini di essere Bruce LaBruce come molti hanno fatto); procede lentamente, per gradi, rischiando di rendere troppo statitca la prima parte; la sceneggiatura presenta buchi evidenti, lasciando domande insolute e così via. Insomma, a Bloodline possono essere mosse quelle critiche che generalmente vengono mosse nei confronti dell’attuale cinema orrorifico indipendente italiano, di cui sopra.

Eppure, si è davanti ad una pellicola che intrattiene, diverte, riesce anche ad impaurire, con più di uno spunto interessante o anche semplicemente simpatico (Francesco Malcom, pornodivo nella realtà, che è qui un imbarazzato scambista alla sua prima volta su un set hardcore). Tagliavini è pienamente consapevole del mezzo, mostra con evidenza una dimestichezza superiore a tanti suoi colleghi, conosce il cinema di genere e tributa ad esso l’adeguato rispetto in forma di omaggio cinefilo, senza preoccuparsi di risultare ingenuo: che sia la bambina di Ju-On/The Grudge o Ringu/The Ring (o Operazione Terrore, a questo punto), il labirinto di Shining; gli zombies di 28 Giorni Dopo o il mostro omicida de La Casa Dei 1.000 Corpi. Gira con fermezza, mantiene viva la tensione, controlla perfettamente le sequenze più concitate, gli improvvisi sbocchi splatter. E, cosa non da poco nel cinema fantastico, assegna gli effetti speciali al maestro Sergio Stivaletti che fa un lavoro, neanche a dirlo, eccellente. Così come funzionali risultano le musiche dell’altro pilastro della saggezza horror Claudio Simonetti.
L’ex skater professionista aspira al ruolo di Rob Zombie di casa nostra ma Bloodline, con tutte le sue pecche, è un buon punto di partenza per una crescita esponenziale. A dispetto di quanto se ne sia potuto dire.
Buona la resa del DVD per ciò che riguarda audio e video. Negli extra: backstage, galleria fotografica e, curiosamente, video del rapper Jesto, girato negli stessi set ma di un brano non presente nel film.

Alessio Bosco
Alessio Bosco
Alessio Bosco - Suona, studia storia dell'arte, scrive di musica e cinema.

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