mercoledì, Novembre 6, 2024

Il Viaggio di Vittorio De Sica: la recensione del DVD CG Entertainment

“Il Viaggio” – l’ultimo film di Vittoio De Sica

Era il 1974 quando il dramma sociale e sentimentale de Il viaggio debuttò sul grande schermo. Un anno prima, durante la produzione del film, Vittorio De Sica scoprì di avere un tumore ai polmoni. Un male che lo accompagnerà durante tutta la lavorazione della pellicola, con tenacia e coraggio portata a termine. Presente alla prima proiezione italiana nel marzo del ’74, De Sica morirà nel novembre dello stesso anno in prossimità dell’anteprima francese del suo ultimo film.
Nello stesso anno Il Viaggio valse il David di Donatello a Sophia Loren come Migliore attrice protagonista.

Il film è tratto dalla novella omonima di Luigi Pirandello pubblicata nel 1910, sarcastica denuncia su usi e costumi della tradizione siciliana, soprattutto in relazione alla condizione femminile, in un constesto sociale attraversato da asprezza e rigidità.  Tutti gli elementi della novella che in qualche modo anticipano la poetica neorealista, vengono accolti dall’esperienza e dalla cultura del regista di Sora in un estremo e dolente canto sul vuoto e sulla fine dell’esistenza, che supera ogni collocazione.

Scritto da Diego Fabbri, Massimo Franciosa e Luisa Montagnana, nel cast troviamo i volti protagonisti di Sophia Loren e Richard Burton accompagnati dalle musiche di Manuel De Sica, figlio del regista.

La sfortuna critica de “Il Viaggio” di Vittorio De Sica

La storia critica del film è quella di una prolungata sfortuna negativa. Considerato il lavoro più effimero del cineasta, “Il viaggio” ha subito l’ingiusto confronto con i suoi film precedenti, non riuscendo a superare quella soglia limite che lo avrebbe potuto collocare tra quei titoli ipostatizzati nel’area intoccabile destinata ai capolavori.
Un giudizio certamente immeritato. Lontani dalla prassi degli sterili paragoni, che rendono l’arte come un contenitore statico, costituito da regole inviolabili e soggette alla meccanica della ripetizione, è giusto ricordare come qualsiasi frutto dell’ingegno si nutra in primis dell’energia di un parto, legata al contesto in cui la qualità di questo stesso processo prende forma.
Quest’ultimo film di De Sica nasce alla conclusione di un percorso umano, ne raccoglie gli ultimi istanti di genio, portando in superficie il dramma della morte e anche della vita.

“Il Viaggio” di Vittorio De Sica: Adriana e Cesare

Adriana (Sophia Loren) è una donna dal forte carisma e innamorata fin dall’infanzia di Cesare (Richard Burton). In attesa che l’uomo giunga finalmente a chiedere la sua mano, quest’ultimo è costretto a farlo a nome del fratello Antonio, come da volontà testamentarie del defunto padre dei due. Malgrado la disperazione iniziale, Adriana accetta il matrimonio. Passati pochi anni, un grave incidente in auto porta Antonio alla morte: la donna, partecipe di un lutto profondo, è costretta ad osservare le usanze tradizionali che la vogliono chiusa in casa e attenta ad uno stile di vita monastico preciso e osservante, quasi che debba seguire il marito nella tomba. Gravemente malata da tempo, Cesare la porta a compiere diversi viaggi insieme per trovare una cura. Compresa l’impossibilità di guarigione, i due finiranno per ritrovare quell’amore taciuto da sempre, andando contro le maldicenze della gente e sfruttando gli ultimi giorni che restano ad Adriana per conoscere una nuova vita, lontani dal peso di una mentalità arcaica che ha sempre negato loro ogni felicità.

Siamo nel 1914 e lo scoppio imminente della Prima guerra mondiale fa da sfondo all’amore dei protagonisti. Una bomba ad orologeria che li accompagna e travolge, quasi per impostare un doppio racconto, perché pur non prendendo parte alle vicende che coinvolgono il mondo esterno, il sentimento tra i due sembra seguirne le dinamiche, con  quell’incedere in parallelo alle notizie che emergono. Se nella tensione tra gli Stati si avverte anche la realtà popolare come nemico del loro profondo amore, è all’alba del conflitto che il cuore di Adriana si spegne. Un disordine universale che va di pari passo a quello umano ed emozionale, creando diversi livelli di realtà, che vengono intrecciati con grande sensibilità e maestria.

Richard Burton incarna bene il ruolo di uomo legato all’austerità delle sue origini, in cerca di quella felicità che solo l’affetto di Adriana può restituirgli e aperto  alla visione di una realtà ampia e libera. Sophia Loren, sguardo che elabora ogni emozione con sapiente complicità , stabilisce una vibrante connessione con l’impianto scenico, permeato dello stesso turbamento che guida le azioni del personaggio.

Vi è un’intima malinconia che pervade gli sguardi di entrambi: il destino beffardo che li colpisce nel negar loro la complicità sentita ma soprattutto, il rimpianto del tempo perduto, per non aver potuto realizzare i propri propositi insieme. Malgrado l’incontro vissuto e sciolti da ogni obbligo sociale, i due sono consci dell’inesorabilità che accompagna il loro rapporto, come un ticchettio d’orologio che consuma i battiti  del fragile cuore di Adriana, per poi fermarli definitivamente nell’oblio.

Una costellazione di amare dolcezze raccontate con evidente sensibilità da un grande autore che, fino alla fine, ha espresso il desiderio di fare un cinema mai prevedibile e schematico, nutrito di quell’anarchica passione che anima l’arte più profonda.

“Il viaggio” di Vittorio De Sica, gli Extra del DVD

Nei contenuti EXTRA del DVD, oltre al TRAILER del film, troviamo un’esauriente intervista a Manuel De Sica a cura di Paolo Toccafondi e Tommaso Santi.
Divulgatore da diversi anni del lavoro del padre, Manuel De Sica, con “Il viaggio” alla sua quinta collaborazione cinematografica come compositore, racconta la difficile lavorazione del film dovuta alla malattia del regista e ai contrasti per le ingerenze della produzione. Tra problemi e aneddoti legati alla vita sul set, viene tratteggiato un approfondito profilo artistico di Vittorio De Sica, attraverso le opere che lo hanno reso noto come uno dei massimi esponenti della cinematografia mondiale. Emerge il talento di un artista capace di confrontarsi con sfide sempre nuove, alla ricerca del massimo grado di libertà per poterle affrontare. Da qui la nascita dei complessi rapporti con i produttori e gli stessi attori, nel desiderio di ottenere un reale controllo sulla propria creazione. Un cinema costantemente attraversato dalla grazia, faticosamente in lotta con le carenze strutturali e le complicate relazioni lavorative sul set. Proprio in questo contesto De Sica è stato in grado di sperimentare, nell’accezione più viva e pulsante del termine; una ricerca della bellezza che ha oltrepassato i limiti formali di un linguaggio codificato, per diventare cinema dell’esperienza.

 

Redazione IE Cinema
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