[box title=”L’ultimo Cacciatore di Antonio Margheriti (DVD CG Homevideo, collana Cinekult – 2012)” color=”#5C0820″]
Titolo Originale: L’ultimo cacciatore
Formato video: 16/9 2.35:1
Audio: Italiano Dolby Digital 2.0
Sottotitoli: Italiano per non udenti
Extra: “Apocalypse Margheriti”, Interviste a Edoardo Margheriti, Margie Newton | Trailer | Galleria foto
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Nel 1980 Antonio Margheriti, qui con lo pseudonimo di Anthony M. Dawson, gira questo che tra i tanti generi affrontati fino ad allora (tutti) è il suo primo film di guerra. L’Ultimo Cacciatore nasce dalla fascinazione per i più celebri viet-movies americani del decennio precedente: ovviamente Apocalypse Now e Il Cacciatore. Del primo (che era già stato omaggiato dal regista romano in Apocalypse Domani dall’incipit ugualmente vietnamita ma dal prosieguo nettamente horror), riprende di peso il plot con qualche lieve (e poco coerente) variazione, spogliandolo di ogni implicazione nichilistica e trattenendone soltanto l’aspetto meramente avventuroso, e cogliendo dal secondo, che sarebbe il referente diretto tanto che il film avrebbe dovuto chiamarsi proprio Cacciatore 2, certe suggestioni drammatiche e alcune soluzioni visive come dimostrano la gabbia semi sommersa nell’acqua e brulicante di topi ed in generale tutta la parte finale.
Si configura, quindi, a tutti gli effetti come un film d’avventura, dove la guerra in Vietnam diventa sfondo, essenzialmente un pretesto, e tutto è ricondotto all’azione, un po’ come avveniva coi combat italiani con il secondo conflitto mondiale (tipo Cinque per l’Inferno o Quel Maledetto Treno Blindato). Il dramma è vissuto con estrema leggerezza e la giungla, più che ai gironi danteschi che conducevano al colonnello Kurtz, profuma piuttosto di esotismi salgariani.
L’elaborazione del lutto nazionale, sublimato in abisso nietzschiano da Coppola e che in Cimino prendeva la forma di estenuante elegia funebre, qui è poco sentita e più che altro Margheriti si limita alla superficie di personaggi che ripetono un po’ goffamente battute e gesti stereotipi del genere viet. Il regista romano, però, non manca di accennare ad una certa critica antimilitarista, sottilmente anarchica, anche questo, però, sembra più cha altro un lascito delle pellicole americane.
Perché L’Ultimo Cacciatore è intrattenimento puro: uno scontro a fuoco continuo; un ripetersi incessante (e un po’ sfiancante) di esplosioni e morti violentissime, nelle quali non sono assenti dettagli gore, che lo rendono una pellicola, comunque, onesta e divertente: più Rambo 2 o Rombo di Tuono, insomma, ma senza stereoidi. Purtroppo alla spettacolarità dell’ottima messinscena, che pare più ricca di quanto non sia realmente, non corrisponde la stessa cura nei dialoghi e nelle interpretazioni, che risultano invero parecchio legnosette. Si ha, comunque, la possibilità di rivedere, sebbene non nella loro forma migliore, vecchie glorie del cinema bis: da David Warbeck a Tisa Farrow (poco talentuosa sorella di Mia che concluderà la sua breve carriera con Zombi 2 e Antropophagus), sino al sempre tagliente John Steiner e al buon Bobby Rhodes di Demoni.
Per chi non conoscesse Margheriti, non è questo il film migliore per cominciare a scoprirlo; rimane, però, documento di un cinema che non esiste più. Un cinema che del suo essere artigianale faceva la propria forza. In questo senso, splendide sono le sequenze dell’esplosione di Saigon realizzate con i modelli del figlio Edoardo.
Quest’ultimo, dà testimonianza del lavoro del padre, nella bella intervista contenuta nel DVD, dove racconta, tra l’altro, come il genio della fantascienza italiana, il regista del Quartetto Gamma Uno, fosse stato interpellato dallo stesso Kubrick per entrare a far parte dello staff tecnico di 2001 Odissea nello Spazio.
Ottima, come sempre, l’uscita Cinekult, con un riversaggio in digitale pulitissimo, audio buono ma dal volume un po’ basso e, tra gli extra, oltre all’intervista di cui sopra, trailers. promo e galleria fotografica.