Squirm, ovvero i carnivori venuti dalla savana. La sinossi del film di Jeff Lieberman
Fly Creek, piccola cittadina tra le foreste della Georgia, paludosa e dedita alla pesca. Quando una violenta tempesta la colpisce, causando il crollo di un grande generatore di corrente, un’enorme carica elettrica penetra il sottosuolo fangoso, causando la mutazione letale di tutti i vermi che popolano la zona. Diventati pericolosamente carnivori, gli invertebrati di piccole dimensioni cominciano ad attaccare gli esseri umani e a causare morti misteriose. Gli unici ad essere allertati del rischio sono Geri Sanders (Patricia Pearcy) e il giovane Mick (Don Scardino), nuovo flirt della ragazza appena giunto dalla città. La lotta per la sopravvivenza diventerà durissima, con i vermi che si moltiplicano, invadono la cittadina e corrodono tutto quello che trovano, in uno scenario che si tinge con i colori dell’apocalisse.
Squirm. I carnivori venuti dalla savana. Il seminale horror di Jeff Lieberman sulla rivolta della natura. La recensione
Jeff Lieberman debutta sulla lunga distanza proprio con Squirm, descritto dal suo stesso autore come “Gli uccelli di Hitch, con i vermi al posto dei volatili“. Insieme a “The Food of the Gods” di Bert I. Gordon, “Frogs” di George McCowan, “Phase IV” di Saul Bass, “Day of the Animals” di William Girdler, “Piranha” di Joe Dante, quello di Lieberman è uno dei primi horror dei settanta a raccontare la vendetta della natura in termini apocalittici. Coadiuvato da un futuro mago degli effetti speciali come Rick Baker e dall’incredibile sound design analogico che riproduce il disturbante brulicare dei vermi ricavato dalle urla vere di alcuni maiali uccisi in un mattatoio, il regista americano rimane sempre in bilico tra grottesca ironia e anarchia estrema. Folle e repulsivo, è anche un film sullo spazio famigliare, per come l’avevano già indagato con altri mezzi e risultati Tobe Hooper e Brian De Palma.
Le Sanders, sole e senza uomini, vivono in questo contesto isolato e totalmente maschile, senza un uomo che possa aiutarle nella conduzione della casa. Mentre la madre anela a questa presenza invisibile quasi fosse in preda ad un continuo delirio, la figlia Geri è l’unica ad esprimere le sue pulsioni erotiche nel tentativo di attrarre in queste terre inospitali, il primo ragazzo che le mostri interesse. L’improvvisa mutazione geologica e la moltiplicazione degli invertebrati carnivori, ostacolerà l’idillio tra lei e Mick, come fosse la metamorfosi di un desiderio negato, quello del coltivatore di vermi Roger (R.A. Dow), ragazzo ritardato segretamente innamorato della bella Geri e al servizio di un padre padrone. Improvvisamente i vermi cominciano a contaminare gli oggetti e gli spazi quotidiani, affiorando dal fondo di un milk shake al cioccolato, uscendo dalle condutture dell’acqua, invadendo una vasca da bagno, crescendo come una marea assetata di sangue che distrugge le fondamenta della casa dove vivono le Sanders. Scompaiono come fantasmi solo al contatto con una fonte luminosa di calore, così da alimentare la sensazione che si tratti solo di un brutto scherzo o di un incubo.
Realizzato a bassissimo budget e con la fotografia sporca di Joseph Mangine, che qualche anno dopo sarà a fianco di Lewis Teague per uno degli eco-vengeance più importanti degli anni ottanta, “Alligator”, “Squirm” è un rollercoaster visivo che non punta moltissimo sugli effetti gore, ma contribuisce a creare un senso inesorabile di invasione dello spazio comunitario al confine con la natura.
Pur essendo lontano dal “Deliverance” di Boorman e da “I guerrieri della palude silenziosa”, girato da Walter Hill nel 1981, costruisce un disorientamento molto simile nel rapporto tra uomo e comunità immerse in una dimensione ai margini della civiltà, a partire dalla relazione difficile e sospettosa tra Mick, il ragazzo venuto dalla città e i nativi del luogo. Il personaggio dello sceriffo Reston, interpretato da Peter MacLean, sintetizza in termini parodici questo contrasto tra la protezione dei propri confini e la diffidenza nei confronti dello straniero.
L’invasione di vermi, ad un altro livello, materializza quel senso di estraneità rispetto ad un contesto ostile e impermeabile a qualsiasi forma di gentrificazione. La forza irrazionale che isola la piccola comunità di Fly Creek, trova compimento nella rivolta della natura, che inghiotte qualsiasi insediamento per ricondurre tutto alla terra. La colonna sonora di Robert Prince alterna momenti orchestrali alle nenie di un folk popolare, quasi per creare contrasto tra la dimensione bucolica del paesaggio, con la fame di una natura cannibale.
Tutt’uno con il contesto dove è cresciuto, Roger stesso diventerà una via di mezzo tra uno Zombie posseduto dall’amore per Geri e un verme carnivoro, in una delle scene più deliranti del cinema horror degli anni settanta.
La storia della realizzazione di “Squirm” è anche quella, passata e attuale, della sua fruizione. Cinema ancora prostetico e organico, lontano dalla manipolazione digitale, arriva dritto al cervello nella sua forma più brutale, come un brivido lungo la schiena. I vermi utilizzati da Lieberman per il film, come racconta nei contenuti speciali, provenivano a migliaia da ogni parte del mondo. Tra finzione e realtà, si serve di materiale posticcio e di veri invertebrati, sviluppando un film delirante, che sembra rimanere a metà tra l’immediatezza di certe immagini documentali e l’artificio prostetico del cinema della seconda metà degli anni settanta.
Squirm, il Blu Ray Midnight Factory – il comparto video
Il trasferimento video del Blu Ray è un AVC 1080p 1:85:1, assolutamente nitido, pur mantenendo la sporcizia granulosa della fotografia curata da Joseph Mangine. Un restauro assolutamente accurato da questo punto di vista che ritrova la luce bucolica degli esterni, totalmente azzerata da chi in tutti questi anni era dovuto ricorrere ai trasferimenti VHS
Squirm, il Blu Ray Midnight Factory – il comparto audio
L’audio DTS-HD 2.0 rimane fedele alla resa mono dell’originale, difetti inclusi. Il sound design che descrive sonicamente l’avanzare della marea verminosa, come dicevamo legato al trattamento analogico delle urla di alcuni maiali massacrati in un mattatoio, rende perfettamente, soprattutto con un ascolto in cuffia.
Squirm, il Blu Ray Midnight Factory – i contenuti speciali
Lo showrunner Joel Hodgson, quando a partire dalla fine degli anni ottanta curò la serie Mystery Science Theater 3000, acquistò i diritti di “Squirm” dai distributori, inserendolo nella sua serie antologica dedicata alle produzioni di serie B. Martoriato, compresso e tagliato, con grande disappunto da parte di Lieberman, il film giunge fino a noi in versione finalmente integrale, grazie anche alla release Midnight Factory, che lo presenta ai fan italiani per la prima volta.
Tra gli aspetti più interessanti che emergono nella ricca dotazione di contenuti extra dell’edizione Midnight Classics, la collana Midnight Factory dedicata ai classici del cinema horror, ci sono quelli sulla lavorazione del film che attraversano le lunghe interviste concesse da Lieberman stesso. Il regista racconta la scelta iniziale del New England per girare, come matrice Lovecraftiana assolutamente ricercata. La Georgia fu un ripiego che costrinse a cambiare atmosfere e personaggi. In generale Lieberman rivela un approccio genuinamente cormaniano, cinico e disilluso, dove le difficoltà non sono salutate con cieco ottimismo, ma come accidenti del caso superabili solo con un forte spirito pragmatico. Il film era del resto prodotto dalla A.I.P. di Nicholson / Arkoff e ne rappresenta a pieno lo spirito.
Tra i momenti più divertenti citati da Lieberman, quando rivela di aver rifiutato una Kim Basinger ventunenne per la parte poi affidata alla Pearcy, soffermandosi sulla descrizione di una donna giovane, in perfetta forma e incredibilmente sexy e recriminando il fatto di non esser stato sufficientemente sveglio da prevedere il suo futuro come star.
Gli Extra in dettaglio, includono: Digging In – Making of, uno speciale approfondimento di 31 minuti ricavato dall’edizione Shout! Factory del Blu Ray, dove Don Scardino e Lieberman raccontano in dettaglio la lavorazione del film. Tra le cose che il regista americano racconta, anche un suo esperimento infantile con l’elettricità, desunto da una rivista di scienze e prima ispirazione per il film: con la corrente elettrica, i vermi facevano davvero capolino dalle viscere della terra.
Q&A con Liberman e Scardino dura 23 minuti ed è il classico dialogo tra cast & Crew durante una proiezione festivaliera, in questo caso una retrospettiva con tutti i film di Liberman.
Spaghetti Lieberman è un contenuto inedito anche nelle versioni internazionali, perché realizzato in Italia e curato da Nocturno. Dura 17 minuti ed è un’ennesima intervista al regista mentre gusta un piatto di spaghetti, come nella scena del film in cui il temibile sceriffo Reston li mangia in compagnia di una nuova conquista, senza ascoltare le preoccupazioni di Mick e Geri; Lieberman ovviamente insiste sull’analogia tra la pasta e i vermi, con una serie di close-up espliciti; una delle sequenze che conferma l’ironia grottesca del regista americano.
Jeff Lieberman’s World of Horror dura 24 minuti ed è un documentario del 2005, molto interessante per conoscere da vicino la carriera di Lieberman, regista eccentrico, misconosciuto e sin troppo sottovalutato, autore di film assolutamente rimarchevoli, come lo Zombi horror “Blue Sunshine” sulla sperimentazione di un taglio particolare di LSD ai danni di alcuni soggetti umani, ispirazione per il progetto parallelo di Robert Smith “The Glove”, che intitolò l’unico album del combo pensando al film di Lieberman per il titolo e ai Beatles di Yellow Submarine per il nome della band. Ma anche il delirante slasher “Just Before Dawn“, l’incredibile “Remote Control“, film seminale che chiude l’era delle VHS e il più recente “Satan’s Little Helper“, conosciuto come “Halloween Killer” e dal cui DVD è tratto il contenuto speciale in oggetto.
La dotazione extra include anche foto galleria, manifesti originali, uno spot radiofonico, trailer.
Ciliegina sulla torta, il commento audio affidato a Lieberman e interamente sottotitolato in versione italiana, che esamina in dettaglio il film, con dovizia di aneddoti e particolari.
Savana o Savannah? alcune curiosità sull’edizione italiana di Squirm
“I carnivori venuti dalla Savana” è il titolo che il film di Lieberman ottenne con la distribuzione italiana, secondo il consueto approccio fantasioso e approssimativo. In una delle interviste, Lieberman, sollecitato a prendere posizione, ride della scelta. Sopravvive il solito equivoco nella traduzione dei dialoghi, anche nei sottotitoli italiani della nuova edizione. Quando durante un viaggio in macchina per le strade sterrate di Fly Creek, Mick chiede a Geri da dove provengano tutti i vermi venduti dal padre di Robert, la ragazza fa riferimento alla vicina Savana.
In realtà si tratta della Savannah, capoluogo della contea di Chatham nello Stato della Georgia, luogo caratterizzato da paesaggi rurali, ambienti lacustri, foreste “urbane” naturali. Squirm tra l’altro, fu prodotto dall’allora film commission regionale che fornì consulenza per le location e il manifesto del film compare ancora nello storico dei progetti dell’attuale Savannah Film Commission.