Eureka Entertainment aveva comprato i diritti di diffusione in Europa per Tokyo Sonata subito dopo la presentazione del film nella sezione Un Certain Regard di Cannes 2008; il Dvd è uscito da pochi giorni per il mercato Europeo ed è reperibile attraverso i maggiori e-store, compreso Play.com, ottimo per ottenerne una copia in pochi giorni senza pagare spese di spedizione. Kurosawa Kiyoshi reinventa il suo cinema attraverso una nuova organizzazione dello spazio familiare, un ambito visivo già sperimentato in molte occasioni dal regista giapponese, basti pensare al bellissimo License to live, a Kourei e ovviamente a Bright Future che spostava incubi post-industriali in un nido “privato” filmato come prigione, spazio angusto, iper-reale, quasi Langhiano. Tokyo Sonata prende le mosse dal racconto di una dissoluzione familiare scritta dall’autore Australiano Max Mannix, non dissimile da L’emploi Du temps di Laurent Cantet e percorre per certi versi una strada simile a quella del regista Francese nella sconnessione tra spazio e soggetto; una defunzionalizzazione che include tutto l’immaginario di Kurosawa, apparentemente fuori dall’involucro del cinema fantastico, ma totalmente dentro un’organizzazione dello sguardo del tutto personale e riconoscibile, tanto da rendere agghiaccianti proprio i movimenti e i gesti quotidiani in una fenomenologia familiare pertinente e rovesciata allo stesso tempo. E il rapporto tra spazio e persona, è quanto di più traumatico e feroce abbia catturato Kurosawa Kiyoshi, attento a svelare un autismo isolazionista nello spazio di interazione sociale, fino a filmarne una deriva inceppata, un meccanismo che si sfalda e che diventa il suo rovescio grottesco nella nuda ripetizione; basta pensare alla costante della fuga da uno spazio dato che attraversa tutti i protagonisti di Tokyo Sonata, fino all’episodio sublime del rapimento di Megumi [ una splendida Kyôko Koizumi ], una prigionia che diventa improvvisamente un segno di libertà, inscritto anche nella follia e nel volto del “veterano” Kôji Yakusho, ancora una volta cameo di doppi, tripli, quadrupli significati nel cinema del regista giapponese.
Per una Dvd-grafia sintetica e a “basso costo” dei film di Kiyoshi Kurosawa