domenica, Dicembre 22, 2024

Anomalisa di Charlie Kaufman e Duke Johnson in concorso a Venezia 72 – la conferenza stampa

Michael Stone è un autore di libri sul tema del customer service. Il protagonista vive in un’eterna lotta con se stesso e con la sua incapacità di intessere rapporti con le altre persone. Durante uno dei suoi numerosi viaggi d’affari incontra una persona che fa scoccare la scintilla, capace com’è di risvegliarlo dal torpore che caratterizza la sua vita.

Il film segna la prima collaborazione tra Kaufman e Duke Johnson ed è in parte realizzato con la tecnica d’animazione stop-motion.

I due co-registi raccontano il loro ultimo lavoro alla stampa presente a Venezia, a cominciare da Charlie Kaufman che spiega l’origine della storia..

“Abbiamo trasportato l’opera dal teatro al cinema cercando di realizzare una sfida. Nel film a differenza del teatro il personaggio doveva sempre essere osservato da vicino, si è creata una sorta di situazione intima”

L’hotel dove Micheal e la ragazza sono ospiti si chiama Fregoli, parrebbe una metafora rivolta al protagonista forse affetto all’omonima sindrome?

“In questa rara malattia il paziente ritiene di essere perseguitato da un individuo e pensa che tutti gli altri siano la stessa persona. In realtà in origine doveva chiamarsi Hotel Millennium ma non abbiamo avuto l’autorizzazione e così siccome il protagonista ha una sorta di metamorfosi abbiamo scelto il nome riferito alla sindrome”.

Cosa vi ha fatto pensare che un testo teatrale poteva trasformarsi in un film di animazione?

“Si voleva trovare un testo – racconta Duke Johnson – adatto al metodo che abbiamo usato dello stop-motion e quando ho letto il copione mi è sembrato subito logico”.

Come mai la scelta di usare pupazzi con la solita faccia ma con corpi diversi?

“Per quanto riguarda l’animazione – spiega sempre Johnson – volevamo far apparire l’animazione dei pupazzi realistica ma allo stesso tempo l’intento era che non fossero troppo credibili. Lo stop-motion è un’esperienza artistico/artigianale rispetto alla quale è difficile prevedere il risultato”.

Il film è una sorta di critica esistenzialista ad una società che tende a fagocitare tutto?

“Solitamente non commento il significato dei film che faccio – puntualizza Charlie Kaufman – è mia la scelta di non inserire nessun elemento di merito”.

Ma in generale come sceglie gli argomenti di cui occuparsi?

“Non mi sono mai detto ora cerco una tematica e poi ne cerco un’altra. Quando scrivo qualcosa poi penso allo scopo per raggiungerlo. Questo nuovo lavoro è più o meno lineare con i precedenti solo il mondo è più piccolo”.

Una domanda rivolta agli attori. Come avete lavorato alla caratterizzazione dei personaggi?

“La sceneggiatura presa dal testo teatrale la trovo bellissima – risponde Tom Noonan – le parole sono perfette abbiamo dovuto solamente recitarle anche se in certe scene abbiamo dovuto lavorare in maniera molto precisa. La stanza era piccola e le scene di sesso imbarazzanti anche se c’era una tranquillità di fondo”.

Un ultima domanda ai registi. Le riprese del film hanno potuto prendere il via grazie a una raccolta di crowdfunding che ha avuto un eccezionale successo. Ce ne volete parlare..

“Sapevamo che per produrre un lavoro del genere – racconta Kaufman – sarebbe stato difficile ottenere dei fondi. Quando ci hanno parlato del crowfunding almeno personalmente non sapevo nemmeno cosa fosse invece è stato un successo che ci ha permesso di iniziare le riprese coprendo solo una piccola parte delle spese. Fortunatamente alla fine abbiamo convinto qualcuno ed abbiamo trovato i fondi per finire l’opera”.

Anomalisa di Charlie Kaufman, Duke Johnson – Usa, 90’ (animazione)
Interpreti: Jennifer Jason Leigh, David Thewlis, Tom Noonan.

 

 

Alessandro Allori
Alessandro Allori
Dal 2003, anno della sua Laurea in Scienze Politiche Alessandro Allori si è dedicato dedicato al campo della comunicazione, del marketing e del giornalismo. Ha collaborato con numerosi settimanali e si occupa di maketing e contenuti redazionali per alcune agenzie di comunicazione.

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