Il primo film italiano in concorso a Venezia 72 è ambientato nella campagna siciliana, brulla e affascinante al tempo stesso, il film narra della storia di Anna, una donna segnata da un lutto improvviso, che trascorre in solitudine le sue giornate tra i grandi saloni dell’antica villa in cui vive. Nella sua vita irrompe Jeanne, giovane e bella, la quale si dichiara fidanzata di Giuseppe il figlio di Anna.
Per il regista siciliano Pietro Messina si è trattato di raccontare la propria terra una realtà divisa tra fascino, bellezza e contraddizioni.
“Spesso nel film emergono i miei ricordi di bambino quando osservavo con timore le processioni religiose e mi chiedevo il perché tante persone si sconvolgevano tanto di fronte a quelle statue di legno. In questo film mi porto dietro la mia sicilianità un fattore che mi porto sempre dentro. All’inizio del film ho voluto esprimere una sospensione temporale del dolore. Volevo rappresentare il risveglio di Anna dovuto all’irrompere nella sua vita della figura di Jeanne. E’ stato un mio intento far vivere allo spettatore questa fase sequenziale della vita di Anna”.
Come si è formata la storia?
“Si è trattato di un lungo lavoro di scrittura fatto assieme agli sceneggiatori. Quando più idee e fattori si incontrano nasce una buon lavoro. L’idea originale nacque quando un mio amico francese mi raccontò di una storia di un lutto che i protagonisti non riuscivano ad accettare e di cui non parlavano. Ho unito a questo i ricordi della mia infanzia in Sicilia tentando di trovare similitudini tra la storia di Anna e le processioni. In entrambi i casi ci sono personaggi che condividono una verità ma non ne parlano”.
Che sentimenti ha voluto esprimere nella pellicola?
“Il film tenta di parlare di una visione immaginifica e onirica della vita e dell’ambiente che circonda Anna. Ho cercato solo il realismo emotivo il resto non mi interessa. Non credo ancora di avere uno stile, sto attraversando ancora un processo istintivo so solo quello che non voglio fare il resto non lo conosco prima”.
Anna, il personaggio misterioso ed enigmatico interpretato da Juliette Binoche è nato da una ricerca personale dell’attrice che in conferenza stampa non risparmia una frecciata al regista..
“Il mistero rimane misterioso ma parte dall’attore io sento sempre la necessità di avere la libertà di esprimermi e dopo due giorni di riprese ho sentito la necessità di prendere Piero da una parte e parlagli in maniera franca. Chi dirige un film deve capire che per stabilire un giusto feeling ci vuole un misto di libertà di espressione e complicità. Per la costruzione del personaggio decisi di farmi aiutare da un coach, ma poi alla fine ho deciso di partire da zero. Anna è una persona piena di sentimenti ambivalenti. Due poli opposti che dipendono l’uno dall’altro. Il personaggio è capace di sopportare l’insopportabile per questo ho deciso di farmi guidare dalle sensazioni del momento”.
L’attesa di Piero Messina – Italia, Francia, 100’
Interpreti: Juliette Binoche, Lou de Laâge, Giorgio Colangeli, Domenico Diele, Antonio Folletto, Giovanni Anzaldo