Sveltati i due titoki a sorpresa che erano già stati indicati per le sezioni Fuori Concorso e Orizzonti, si tratta di Green Days di Hana Makhmalbaf nel primo caso e di The Movie Orgy – The Ultimate version in prima internazionale, il film culto di Joe Dante realizzato nel 1968 quando il regista americano frequentava il college, un cut-up allucinato di 280 minuti che arricchisce la sezione Orizzonti.
Altri due nuovi titoli in prima mondiale: The Marriage di Peter Greenaway (Orizzonti – Eventi), dedicato al dipinto di Veronese “Le Nozze di Cana” e Great Directors, l’opera prima di Angela Ismailos dedicata ai protagonisti del cinema moderno e contemporaneo quali Bernardo Bertolucci, Catherine Breillat, Liliana Cavani, Stephen Frears, Todd Haynes, Richard Linklater, Ken Loach, David Lynch, John Sayles e Agnès Varda. Accompagneranno il film a Venezia Todd Haynes, Richard Linklater e John Sayles.
Di seguito le sinossi in breve.
Green Days Hana Makhmalbaf (Iran)
Prima mondiale-Fuori concorso
Ava è una ragazza iraniana depressa. Va dallo psicologo per farsi curare. Vede i passati incidenti politici in Iran come causa della sua depressione. Lo psicologo le suggerisce di dedicarsi a lavori faticosi come pulire le scale, e di prendere il lavoro come un gioco. In ogni caso il suo lavoro teatrale, ispirato alla realtà e ai problemi della società, viene proibito. Improvvisamente la gente mette insieme le proprie speranze insieme, va in strada e decide di partecipare all’elezione per votare contro il presidente in carica. Ma Ava non crede che il cambiamento stia per arrivare. Esce e comincia a parlare alla gente in strada, tentando di riacquistare le sue speranze…
“Non sono una sociologa, ma il mio film è sociologico – ha dichiarato Hana Makhmalbaf – La mia cinepresa lavora come uno specchio per mostrarvi la società iraniana mentre passa attraverso una rivoluzione con tutte le sue speranze e dubbi. Preferisco non spiegare questo film, perché la gente nel film dipinge un chiaro ritratto della sua situazione e di se stessa”.
Hana Makhmalbaf è la più giovane sorella della regista Samira Makhmalbaf, e figlia del regista e docente di cinema Mohsen Makhmalbaf e della regista Marzieh Meshkini Makhmalbaf. Ha presentato il suo primo cortometraggio al Festival di Locarno all’età di otto anni. Nel 2003 ha presentato giovanissima (15 anni) il suo primo film alla Mostra di Venezia, Lezate Divanegi (Joy of Madness), documentario sul “making of” di Panj è asr (At Five in the Afternoon), diretto dalla sorella Samira. E’ stata poi assistente alla regia per Sag-haye velgard (Stray Dogs) di Marzieh Makhmalbaf, ancora presentato a Venezia nel 2004. Ha quindi vinto l’Orso di cristallo a Berlino con la sua seconda regia Buda as sharm foru rikht (Buddha Collapsed Out of Shame, 2007).
The Movie Orgy-Ultimate Version Joe Dante (USA, 280’)
Prima internazionale-Orizzonti Eventi
The Movie Orgy – di cui alla 66. Mostra viene presentata la “definitiva” versione di 280’ – è un film “cult” del 1968 realizzato da Joe Dante. Si tratta di un montaggio di spezzoni della durata di sette ore, che comprende trailer, clip e spot assemblati dal regista quand’era al college. Appassionata compilation di cinema, che evoca la nostalgia verso l’incrocio delle forme di spettacolo amate dai “baby boomers”, The Movie Orgy include clip e trailer da programmi televisivi e dai B-movies degli anni ’50 e ‘60, nonché spot pubblicitari, video musicali, cinegiornali, piccoli film satirici o di propaganda giovernativa. L’effetto è una sorta di surf nei canali tv di un sabato sera dell’epoca, oppure di un doppio (o triplo) matinée al cinema. Il film è all’inizio strutturato come un’estensione dei trailer di film quali Attack of the 50 Foot Woman di Nathan Juran (1958) e Speed Crazy di William J. Hole jr. (1959). Progressivamente, i segmenti si intersecano a una dozzina di altre pellicole e programmi, interrotti da pubblicità e filmati di ogni tipo.
The Marriage Peter Greenaway (Gran Bretagna, 40’)
Prima mondiale-Orizzonti Eventi
The Marriage è la prosecuzione dello studio di Peter Greenaway – noto per la sua ricerca intesa a coniugare la storia dell’arte con il linguaggio cinematografico – in relazione al dipinto di Veronese “Le Nozze di Cana”, già affrontato recentemente con la performance “Le nozze di Cana, Una visione di Peter Greenaway”. L’iniziativa fa parte di un ambizioso progetto artistico di Greenaway, attraverso il quale egli si propone di “visitare” – con sensibilità contemporanea e con l’utilizzo delle più moderne tecnologie dell’immagine – “Nove dipinti” tra i più celebri della storia dell’arte occidentale, dal Rinascimento sino alle avanguardie di Picasso e Pollock. “Le Nozze di Cana” è il terzo dipinto su cui lavora dopo la “Ronda di Notte” di Rembrandt al Rijksmuseum di Amsterdam (2006) e poi l’“Ultima Cena” di Leonardo da Vinci a Milano (2008). Greenaway ha realizzato The Marriage con la collaborazione dell’olandese Reiner van Brummelen, direttore della fotografia e mago degli effetti speciali. The Marriage è prodotto da Change Performing Arts di Milano, in cooperazione con Fondazione Giorgio Cini Venezia e Semana de Musica Religiosa de Cuenca, e in collaborazione con Sociedad Don Quijote de Conmemoraciones Culturales de Castilla La Mancha.
Great Directors Angela Ismailos (USA, Italia, Francia, 90’)
Prima mondiale-Orizzonti Eventi
Great Directors vuole indagare sulla natura e lo spirito indipendente di dieci protagonisti del cinema moderno e contenmporaneo – Bertolucci, Breillat, Cavani, Frears, Haynes, Linklater, Loach, Lynch, Sayles e Varda – che attraverso approfondite conversazioni raccontano le loro vite di artisti. Dal cortile parigino della Varda alla Hollywood di David Lynch, il film diventa un viaggio che passa per la politica, la società, l’opportunità, il fallimento e la scoperta di sé. Le scene tratte dai film e i filmati d’archivio illustrano le opere dei diversi registi e l’influsso esercitato sulla loro arte dai movimenti cinematografici e dagli avvenimenti storici. “L’intento di questo film – ha dichiarato Angela Ismailos, regista di origini greche che vive e lavora a New York – è osservare diversi cineasti provenienti dai contesti più disparati. Intervistare i registi è stato meraviglioso, perché avevamo in comune idee e valori e il cinema era il nostro punto di contatto. Eppure mettere in collegamento tante narrazioni e tante vicende storiche, trovare un filo conduttore comune a tutti i registi, è stato difficile. Vorrei che il pubblico dimenticasse l’idea che il cinema sia una sorta di ‘materiale tratto dal vero’ ”.