Jalal un giorno decide di donare a una persona bisognosa 10.000 dollari. Fa pubblicare l’annuncio su un noto giornale di Teheran, attirando l’attenzione di decine di poveracci che si accalcano sotto casa sua tanto da far intervenire la polizia per mandarli via. Solo una ragazza incinta e l’ex fidanzata dell’uomo non demordono. Presentato a Venezia 72 nella sezione Orizzonti il lungometraggio di debutto del regista Iranian Vahid Jalilvand
Vahid Jalilvand racconta come nasce la storia che ha come protagonista Jalal…
“Il mio lavoro è come un omaggio verso chi sa da donare, una critica sociale verso una società disattenta e infine un omaggio verso le persone che danno comprensione agli altri”.
Ha incontrato tanti Jalal nella sua vita?
“L’Iran è piena di Jalal, solo che c’è una certa distanza tra di loro e la società che vi sta intorno”.
Lei è passato dalla tv al cinema ci spieghi il perché di questa decisione?
“In realtà si tratta del finale di un percorso che parte dalla televisione, passa per i documentari ed arriva finalmente al cinema”.
Come mai nel film i personaggi femminili sono i più testardi?
“Se guardiamo bene i personaggi testardi non sono solo le donne, tutti a modo loro lo sono. In questo film non ci sono personaggi negativi e non ci sono antagonisti. Se è vero che la donna è testarda Jalal lo è altrettanto. Le condizioni sociali fanno intestardire i personaggi”.
Cosa ha chiesto in particolare ai suoi attori?
“I personaggi emergono piano piano, prendono corpo nella mente e crescono ma la mia attenzione è soprattutto alla storia. Quando la storia è definita, i ruoli prendono più facilmente forma. All’inizio hai un copione in mano e le carte d’identità degli attori, poi parli con loro e vengono fuori nelle loro caratterizzazioni, cominciano a crescere e spesso alcuni ruoli vengono diversi e migliori di come li avevo immaginati”.
Niki Karimi la bella e affascinante protagonista del film rivela i segreti del suo personaggio..
“E’ naturale per una donna che ha sofferto tanto l’essere testarda. Questa caratteristica per me è importante quando scelgo sempre ruoli di persone che combattono e non si arrendono. Si tratta di un percorso che ci fa diventare esseri umani, un percorso che ci fa affrontare le avversità della vita senza essere cattivi”.
Lei ha un’importante carriera cinematografica alle spalle, come la mette in relazione rispetto a quest’ultima esperienza?
“Nei miei 22 anni di carriera ho fatto circa 50 film però posso confermare che questa volta il regista voleva costruire qualche cosa di diverso. Lavorare con un regista consapevole come Vahid fa si che l’attore dia il meglio di se. Una persona che vede i tuoi punti di forza e li mette in risalto. Di solito gli attori hanno dei riferimenti esterni, ma lui voleva che non avessi molti riferimenti da cui trarre ispirazione.
“La prima volta che l’ho vista gli ho detto che era molto brava – ha aggiunto Vahid Jalilvand parlando di Niki Karimi – però guardava dall’alto verso il basso, questo era dovuto alla sua classe sociale, dalla sua bellezza e dalla sua bravura. Gli dissi che il suo sguardo doveva diventare modesto perché faceva la parte di una persona che soffriva. Per questo ci siamo inventati un linguaggio e ogni volta che il suo sguardo diventava autorevole le facevo quel cenno”.
Wednesday, May 9 di Vahid Jalilvand – Iran, 102’
Interpreti: Niki Karimi, Amir Aghaee, Shahrokh Forootanian, Vahid Jalilvand