Il festival internazionale del cinema di Berlino dedica la retrospettiva centrale della 70/ma edizione al grande King Vidor. Regista, produttore e sceneggiatore nato alla fine dell’ottocento e morto nel 1982. La sua è una posizione centrale nella storia del cinema statunitense e internazionale, tanto da essere considerato un nome chiave nel passaggio da cinema muto alla “Golden era” Hollywoodiana.
Sono più di 50 i film realizzati da Vidor nel corso della sua carriera; al centro temi sociale di bruciante attualità per quegli anni (The Crowd del 1928, Our Daily Bread del 1934) ma anche Western seminali come Duello al sole del 1946 o epici adattamenti letterari come il suo “Guerra e pace” del ’56.
Carlo Chatrian, nuovo direttore artistico della Berlinale a fianco del direttore esecutivo Mariette Rissenbeek, ha dichiarato: “Vogliamo esprimere la nostra gratitudine alla cinemateca tedesca per questa estensiva retrospettiva dedicata a Vidor. In questo modo siamo sicuri di offrire alle vecchie e alle nuove generazioni l’opportunità di guardare o riguardare una selezione di grandi opere cinematografiche che consentiranno di penetrare l’universo di un cineasta unico. King Vidor era convinto che il cinema potesse trasmettere un messaggio importante a tutta l’umanità, così da esser disposto a modificare il linguaggio cinematografico da lui utilizzato, per raggiungere lo scopo. Più di altri maestri del passato con stili chiaramente identificabili, Vidor è oggi fonte di ispirazione per tutti coloro che intendono rappresentare un mondo in rapida evoluzione”
Responsabile e curatore della retrospettiva è Rainer Rother; direttore artistico della Deutsche Kinemathek – Museum für Film und Fernsehen. Per lui “Attraverso l’opera di King Vidor possiamo tracciare a comprendere non solo la storia di Hollywood lungo mezzo secolo, ma anche quella degli Stati Uniti. Con i suoi film Vidor ha focalizzato eventi importanti e cambiamenti politici fondamentali. A partire dalla prima guerra mondiale fino alla grande depressione e al New Deal”
Tra i temi più importanti del suo cinema, quello legato alla mobilità sociale e all’immigrazione. Questo aspetto in particolare è parte di titoli come Street Scene (1931), The Wedding Night (1935), An American Romance (1944), Japanese War Bride (1952).
Da’altra parte il suo cinema indaga anche la formazione intima e identitaria di personaggi che si muovono in contesti sociali diversi, basta pensare a The Champ (1931), Stella Dallas (1937) e al bellissimo Ruby Gentry (1953) interpretato da una splendida Jennifer Jones.
Sono 35 i film della retrospettiva e includono titoli che coprono circa cinquant’anni. Saranno presentati in condizioni qualitative eccellenti, per la maggior parte attraverso copie in 35 mm.
La pubblicazione di un volume affiancherà la retrospettiva. Curato da Bertz + Fischer Verlag sarà pubblicato in inglese e in tedesco. Il titolo del libro è “King Vidor“, completamente illustrato, contiene otto saggi firmati da eminenti studiosi e importanti cineasti. I temi affrontati saranno quelli legati all’interesse di Vidor per questioni socio-politiche, i Western che ha realizzato e i personaggi femminili all’interno dei suoi melodrammi.
La Berlinale 70, lo ricordiamo, si svolgerà a Berlino dal 20 febbraio al 1 marzo 2020.
La foto dell’articolo si riferisce a Beyond the Forest di King Vidor: Bette Davis
Fonte fotografica: Deutsche Kinemathek © 1949 Warner Bros. Tutti i diritti riservati