All’inizio è un foglio bianco. Poi una mano e una matita. Alla fine è un signore, come ne vediamo tutti i giorni; anche il nome è comune: Rossi. Ma è come se lo incontrassimo per la prima volta, come fosse una novità. E’ uno dei poteri del cinema: farci vedere cose, luoghi, volti quotidiani, come non li abbiamo mai visti.
Il protagonista di questa storia fa questa cosa da oltre 50 anni. L’ha fatta in oltre 300 tra film, corti, lavori per la tv e il web. La fa ancora, ammirato da milioni di spettatori nel Pianeta. Ha ricevuto un Orso d’Oro, una candidatura agli Oscar, premi e omaggi ovunque. È considerato un genio del cinema di animazione mondiale. Il suo nome sta insieme a quelli di Miyazaki, John Lasseter della Pixar, Nick Park, Matt Groening dei Simpson (e di questi, alcuni ne dichiarano esplicita l’influenza). È piuttosto riservato rispetto a premi e glorie, e anche per questo ci si sorprende ogni volta a scoprire quanto sia proprio un Maestro. Altre volte lo si definisce semplicemente ‘un mito’.
È un italiano, e si chiama Bruno Bozzetto. Questo film racconta per la prima volta cosa c’è dietro, prima, sotto, nelle tasche, dentro questo mito.
Bozzetto non troppo ci fa entrare, guidati dal protagonista, nella sua casa e nel suo studio. Ci presenta i suoi animali e la sua famiglia, gli amici, i suoi collaboratori. Presenta Bruno Bozzetto: mentre si muove in macchina, nei suoi sogni, con una matita in mano.
Ci racconta il suo lavoro. Film e personaggi memorabili e ogni volta nuovi: da West and Soda, SuperVip e MiniVip, Mister Tao, all’umanità che si annienta di Cavallette, dalle fantasie di Allegro non troppo alle antropologie di Mister Otto, Europe&Italy, e dell’alter ego universale, il Signor Rossi.
Tra un giro di valzer, una partita a poker e una corsa sotto la pioggia, il maestro 79enne Bozzetto si presta al gioco fantasioso del giovane regista Bonfanti, alla scoperta del presente di un artista dove la semplicità dei gesti non è una comune quotidianità, ma la ricerca costante di un’idea.
Così mondo disegnato e mondo non disegnato diventano sorprendentemente un unico mondo. Con dentro decine di piccole lezioni di creatività, e alcuni temi: la Natura, l’umorismo, l’assurdità delle guerre…la potenza delle idee.
Come in un solo flusso, il film di Bonfanti mescola un presente vivace e digitale con gli 8 millimetri e gli straordinari lavori di Bozzetto, in un equilibrio che sa di magico, che sa di cartoon.
Gli ammiratori di Bruno, e chi ancora non lo conosce, trovano un mondo irripetibile in animazione accanto a quello in cui vivono tutti i giorni. E come possano talvolta essere la stessa cosa.
Il film è diretto dal Milanese Marco Bonfanti e sarà presente a Venezia 73 nella sezione documentari di Venezia Classici. Bonfanti ha realizzato due corti intitolati “Le Parole di Stockhausen” e “Ordalìa (dentro di me)” ed esordisce nel 2011 nel lungometraggio dopo aver portato un gregge di oltre settecento pecore in Piazza del Duomo a Milano. È una scena de “L’Ultimo Pastore”, un docufilm che diventa un caso nazionale e internazionale, invitato in oltre cento festival nel mondo, tra cui il Sundance (Slamdance), Tokyo, Torino, Dubai, Kerala, Transilvania, Bangkok e Seattle, e vincitore di numerosi premi. Nel 2014 realizza “Tubiolo e la Luna”, episodio del film collettivo “9×10 Novanta”, presentato alla 71ª Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia, che si aggiudica una Menzione speciale ai Nastri D’Argento 2015.